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Comunicazioni

Identificata per la prima volta la correlazione tra il dna del microbiota orale umano e lo stile di vita nelle popolazioni antiche

23.11.2022

Ripercorrere l’evoluzione dello stile di vita dei nostri antenati vissuti nel Sud Italia tra 31.000 e 2.200 a.C attraverso lo studio dei microorganismi presenti all’interno della bocca dell’uomo (microbiota orale), da cui è stato estratto il dna antico.

È il risultato ottenuto dallo studio coordinato dall’Università di Padova, grazie al sostegno del programma STARS, e dall’Università di Firenze, che è stato pubblicato sulla rivista «Nature Communications» in un articolo dal titolo Ancient oral microbiomes support gradual Neolithic dietary shifts towards agricultureNella ricerca sono coinvolti ricercatori delle università la “Sapienza” di Roma, Bologna, Siena, e del Ministero della Cultura (MiC). 

È la prima volta che una ricerca è stata in grado di evidenziare una corrispondenza tra microbioma e il modo di vivere delle popolazioni umane antiche.

Gli scienziati hanno estratto il dna antico (microbioma) da 76 campioni di tartaro dentario e sono riusciti a ricostruire l’antico microbiota orale di cacciatori-raccoglitori paleolitici (31.000-11.000 a.C.) del nostro meridione e a confrontarlo con quello di campioni del Neolitico (6.200-4.000 a.C.) e dell’età del Rame (3.500-2.200 a.C.) provenienti dalle stesse aree geografiche.

Secondo lo studio il microbiota orale - che gioca un ruolo fondamentale in numerosi processi fisiologici - varia in relazione ai cambiamenti nelle strategie di sopravvivenza: la composizione batterica, infatti, si adatta in maniera graduale e progressiva al nuovo sistema di sussistenza agricolo. I ricercatori hanno individuato due fasi, entrambe risalenti al Neolitico.

Un primo cambiamento si registra tra il 6.200 e il 5.000 a.C., nei primi secoli della transizione all’agricoltura: numerose nuove specie di batteri popolano il microbiota orale e sono le stesse che oggi si ritengono responsabili di patologie orali e autoimmuni come il Porphyromonas gingivalis, la Tannerella forsythia e la Treponema denticola. In questo arco temporale, il microbiota dei primi agricoltori mantiene molti aspetti del microbiota delle comunità di cacciatori-raccoglitori paleolitici, ma presenta alcune specificità differenti.

La seconda fase di sviluppo, con differenze molto marcate rispetto alle comunità paleolitiche, inizia nella seconda metà del Neolitico (4.500-3.500): le nuove specie di batteri nella cavità orale dei nostri antenati diventano preminenti, mentre quelle presenti nei campioni paleolitici tendono quasi a scomparire.

«Lo studio è frutto del lavoro incrociato di rami specialistici come microbiologia, paleogenomica, antropologia, paleobotanica ed archeologia. Siamo partiti dai dati archeologici per migliorare le strategie di campionamento, prestando attenzione al contesto culturale di ogni campione raccolto. Inoltre – dice Andrea Quagliariello, primo autore dello studio e assegnista al Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione dell’Università di Padova – sfruttando tecniche di analisi bioinformatica, siamo riusciti a identificare importanti distinzioni della comunità microbica all’interno del nostro dataset che hanno trovato corrispondenza con i dati antropologici e archeologici. È la prima volta che una correlazione del microbiota con dati sullo stile di vita di popolazioni antiche viene identificata».