Identità

Il motto

Il motto dell'Università di Padova è Universa Universis Patavina Libertas: tutta intera, per tutti, la libertà nell'Università di Padova. Sottolinea la libertà di pensiero e opinione che caratterizza l’Ateneo fin dalla sua origine, quando alcuni studenti migrarono dalla sede universitaria di Bologna, il cui Comune svolgeva sempre più frequentemente controlli e pressioni sulle corporazioni studentesche.

Anche durante il dominio di Venezia, la Repubblica garantì libertà religiosa e protezione dalla politica repressiva della Controriforma: Padova infatti fu l’unica università a restare aperta a studenti e docenti sospettati di eresia o ritenuti miscredenti. Anche Galileo, un anno e mezzo prima di morire, scriveva in una lettera: “Non senza invidia sento il suo ritorno a Padova, dove consumai li diciotto anni migliori di tutta la mia età. Goda di codesta libertà e delle tante amicizie che ha contratte costì, e nell’alma città di Venezia”.

Gli studenti si unirono ai cittadini nei moti dell’8 febbraio 1848 e parteciparono durante il Risorgimento alla prima guerra di indipendenza e alla spedizione dei Mille. L’apice dell’impegno per la libertà del Paese fu raggiunto nel 1943, quando il rettore Concetto Marchesi invitò a lottare contro il Fascismo, pronunciando nel discorso di inaugurazione dell’anno accademico quella che fu definita “una dichiarazione di guerra dell’Università di Padova agli oppressori d’Italia"; l'Università di Padova è l'unico ateneo italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare poiché, come si legge nella motivazione, “nell’ultimo immane conflitto seppe, prima fra tutte, tramutarsi in centro di cospirazione e di guerra. Padova ebbe nel suo Ateneo un tempio di fede civile e un presidio di eroica resistenza.”

Il motto Universa Universis Patavina Libertas si legge anche in Aula Magna a Palazzo Bo, nella parete a mezzogiorno risistemata da Gio Ponti nel 1942.

 

Il sigillo e l’identità visiva

Il sigillo, simile a quello che conosciamo oggi, è relativamente recente: nasce nel 1894 per volontà del rettore Ferraris, che decise di dotare l’Università di un sigillo ufficiale nell’ambito di un progetto di valorizzazione della memoria storica dell’Ateneo.

Nel 1966 il rettore Ferro decise di semplificarlo, e quarant’anni dopo con il rettore Milanesi si è sentita la necessità di un’innovazione stilistica per renderlo più leggibile e adattabile alla riproduzione su vari supporti e in formati diversi. La matrice del sigillo originario era su bronzo e gli altorilievi presentavano numerosi particolari: la ricchezza dei drappeggi garantiva un effetto di chiaroscuro sulla ceralacca o nelle grandi riproduzioni, ma in epoca moderna risultava poco visibile sulla carta e si riduceva a una macchia scura di inchiostro se stampata in formato ridotto.

La revisione grafica del sigillo nasce nell’ambito di un progetto di identità visiva dell’Università, per realizzare una comunicazione coordinata dell’immagine istituzionale dell’Ateneo. In questa occasione viene introdotto un colore identitario principale, il rosso pompeiano: si tratta della tonalità utilizzata dall’architetto Gio Ponti per esempio nelle colonne della Basilica, la Sala che precede l’Aula Magna a Palazzo Bo.

Il restyling del sigillo, pur introducendo elementi necessari di innovazione stilistica, garantisce una continuità storica con il sigillo in uso.

I particolari del sigillo

Su un campo con nove stelle sono impresse le immagini del Cristo Redentore benedicente con la mano destra e con al fianco sinistro uno stendardo con una croce, alla destra del Cristo è Santa Caterina di Alessandria che porta al fianco sinistro la palma, simbolo con il quale nell'iconografia cattolica sono raffigurati i martiri e al fianco destro la ruota dentata, strumento del suo supplizio. Il Cristo e santa Caterina d’Alessandria erano i patroni rispettivamente dei due Studi, quello degli artisti e quello dei giuristi, nei quali dal 1399 alla seconda metà del Settecento era articolato lo Studio Padovano. Ai piedi delle due figure è riportato l’anno della fondazione MCCXXII e nel contorno la scritta Universitas Studii Paduani.

Tradizioni

Patrocini e uso del sigillo