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Comunicazioni

Unipd studia la salute planetaria tramite la "teoria della nicchia"

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08.07.2025

Uno studio condotto dall'Università di Padova esamina come le modifiche ambientali provocate dalle attività umane e le nuove pressioni ecologiche influenzino la nostra salute e il pianeta, utilizzando la teoria della "costruzione della nicchia". La salute del pianeta e quella umana sono strettamente collegate: la crisi ambientale in corso già sta influenzando il nostro benessere, prospettandoci un futuro incerto caratterizzato da condizioni ambientali insostenibili, scarsità di risorse e disuguaglianze sociali crescenti.

Per affrontare queste sfide complesse, lo studio intitolato "Evolutionary Epidemiology: A Look Ahead at Human Non-Communicable Diseases through a Niche Construction Approach", pubblicato su «BioScience» e coordinato dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, suggerisce di adottare una prospettiva evoluzionistica per comprendere meglio la nostra dipendenza dalla natura e gli effetti a lungo termine della crisi ambientale sul benessere umano.

Le ricercatrici e i ricercatori hanno applicato la teoria della "costruzione della nicchia" per esaminare come gli esseri umani, modificando l'ambiente naturale, influenzino anche le condizioni ecologiche e sociali in cui vivono. Questi cambiamenti possono creare nuove pressioni selettive che, sebbene a volte vantaggiose, potrebbero risultare dannose in altre condizioni o a lungo termine.

«Viviamo in una "nicchia industrializzata", un ambiente creato dagli esseri umani che, pur apportando benefici, sta generando nuove vulnerabilità e può essere maladattativo», spiega Sofia Belardinelli, prima autrice dello studio. Integrare una prospettiva evolutiva negli studi epidemiologici e nelle analisi sulla salute globale può aiutarci a capire il nostro ruolo nella crisi ambientale e nella quarta transizione epidemiologica.

Per chiarire la contraddizione tra vantaggi immediati e rischi maladattativi, le autrici e gli autori dello studio propongono di analizzare le interazioni tra i cambiamenti ambientali causati dalle attività umane, le nuove pressioni ecologiche e selettive che ne derivano e i potenziali esiti sulla salute, considerando diverse dimensioni spaziali e temporali: a livello molecolare, individuale, della popolazione, a breve e lungo termine.

Dopo le epoche delle pestilenze e delle carestie, e dopo la regressione delle malattie infettive sostituite dalle malattie degenerative e antropogeniche, potremmo essere all'inizio di una nuova fase: una quarta transizione caratterizzata da maggiore instabilità sanitaria, con nuove pandemie e malattie legate alla perdita di biodiversità e al cambiamento climatico.

«Una prospettiva evolutiva può anche aiutarci a capire come la persistenza delle minacce ambientali possa alterare l'eredità ecologica trasmessa alle future generazioni, modificando le condizioni in cui vivranno e a cui dovranno adattarsi», conclude Telmo Pievani, coautore dello studio. Condizioni non ottimali potrebbero compromettere la nostra capacità di sopravvivere e riprodurci, aumentando il rischio di cadere in una vera e propria trappola evolutiva.