foto dell'arbusto di gnepro scoperto
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Scoperta la pianta più vecchia del continente europeo

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24.01.2025

Un team di ricerca internazionale, coordinato dall'Università di Padova, ha recentemente scoperto la pianta legnosa più antica del continente europeo.

Non si tratta di un maestoso albero, ma di un arbusto di ginepro comune che cresce nel nord della Lapponia finlandese. Con un fusto che non supera i 10 centimetri di altezza, questo arbusto ha raggiunto l'incredibile età di 1647 anni, superando di oltre quattro secoli gli alberi più vecchi riconosciuti in Europa.

La ricerca, guidata da Marco Carrer, ecologo forestale, docente del Dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell'Università di Padova, è stata pubblicata sulla rivista «Ecology» della Ecological Society of America. Lo studio dal titolo "Common juniper, the oldest nonclonal woody species across the tundra biome and the European continent" ha rivelato dettagli sorprendenti su questa specie.

Angela Luisa Prendin, una delle autrici padovane dello studio, spiega: «Noi studiamo gli anelli legnosi dai quali estraiamo preziose informazioni riguardo ai cambiamenti climatici e allo sviluppo della vegetazione. Tuttavia, quando ci si spinge all'estremo nord, gli alberi cedono il passo a piante di dimensioni più ridotte. Da qui la necessità di rivolgere l'attenzione a una specie molto comune e longeva, ma capace di produrre anelli come gli alberi: il ginepro era perfetto per i nostri studi, e così abbiamo iniziato le analisi».

Il ginepro comune noto soprattutto come spezia in cucina o ingrediente per la produzione del gin, è anche la specie legnosa più diffusa sul pianeta. «Si trova dal livello del mare fino ai limiti superiori della vegetazione, dall'Alaska all'Etna, dal Giappone alla Scozia. È una specie estremamente eclettica, capace di tollerare temperature roventi e aridità, come nelle dune sabbiose o all'opposto ambienti gelidi in prossimità dei ghiacciai. Da oggi, a questo primato si aggiunge anche quello di essere l'arbusto più vecchio al mondo" precisa Mario Carrer.

Determinare l'età esatta di questi individui non è semplice. Raffaella Dibona, coautrice della ricerca, spiega: « È necessario misurare con precisione ogni singolo anello e confrontare le misure con quelle effettuate su altri individui raccolti nella stessa area. Alla fine, però, si arriva a un valore certo, molto più accurato rispetto a quelli forniti dal più noto metodo del Carbonio 14».

Questa scoperta non solo arricchisce la nostra conoscenza sulla longevità delle piante, ma evidenzia anche l'importanza di continuare a esplorare gli ecosistemi più estremi. Comprendere meglio le sfide che le specie legnose e la vegetazione tutta dovranno affrontare in un clima in rapida evoluzione è fondamentale per la conservazione della biodiversità.