pala su sfondo offshor eolico
Comunicazioni

I parchi eolici offshore salvezza per milioni di ettari di vita marina

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11.07.2025

Un team internazionale di ricercatrici e ricercatori, tra i quali Laura Airoldi dell'Università di Padova, ha pubblicato uno studio su «BioScience» che evidenzia i potenziali benefici dei parchi eolici offshore per l'ambiente marino. Secondo lo studio, anche solo l'1% degli investimenti globali nell'energia eolica offshore potrebbe contribuire significativamente al ripristino di milioni di ettari di ecosistemi marini, come barriere coralline, praterie di fanerogame marine e zone umide costiere. Questi ecosistemi sono fondamentali per la biodiversità, le popolazioni ittiche e la resilienza climatica.

La ricerca, condotta dal Royal Netherlands Institute for Sea Research e pubblicata su «BioScience», sottolinea che destinare una piccola frazione degli investimenti eolici offshore entro il 2050 potrebbe aiutare a ripristinare su larga scala la natura marina.

«Il ripristino degli ecosistemi marini non avvantaggia solo piante e animali, ma anche le persone. Mari e coste in buona salute assorbono carbonio, proteggono le rive e sostengono le popolazioni ittiche.Secondo lo studio, ogni dollaro investito nel ripristino degli ecosistemi può generare tra 2 e 12 dollari in benefici per la società – spiega Laura Airoldi, coautrice del lavoro e docente dell’Ateneo patavino –. Questo è particolarmente rilevante in vista della crescita esponenziale prevista del settore eolico offshore: dai 56 gigawatt del 2021 si passerà, secondo le stime, a 2.000 gigawatt entro il 2050».
 
Il settore dell'energia eolica offshore, che si prevede crescerà esponenzialmente dai 56 gigawatt del 2021 a 2.000 gigawatt entro il 2050, ha quindi un'opportunità unica per sostenere la transizione energetica e contribuire positivamente al ripristino degli ecosistemi marini. Christiaan van Sluis, autore principale dello studio, suggerisce che integrando requisiti strategici per la biodiversità nei processi di autorizzazione e assegnazione delle gare, si potrebbe invertire la perdita di biodiversità con un investimento relativamente piccolo.

 «L’eolico offshore ha un’opportunità unica: non solo sostenere la transizione energetica, ma anche diventare la prima industria marina a contribuire in modo netto e positivo al ripristino su larga scala degli ecosistemi – precisa Christiaan van Sluis (The Rich North Sea)–. Integrando fin da ora requisiti strategici per la biodiversità nei processi di autorizzazione e assegnazione delle gare, possiamo invertire la perdita di biodiversità con solo una frazione dell’investimento complessivo».

Le autrici e gli autori dello studio esortano i governi a rendere il ripristino marino un requisito standard nella normativa sull'eolico offshore, includendo l'obbligo di destinare una percentuale fissa degli investimenti alla biodiversità marina. Con l'espansione accelerata del settore, è fondamentale integrare il ripristino della natura nelle politiche in modo strutturale.