
Nuove galassie ricche di polvere nell’Universo primordiale
11.11.2022
Il lancio del James Webb Space Telescope (JWST), il più sofisticato telescopio spaziale mai realizzato e lanciato nello spazio il 25 dicembre 2021, sta spingendo l’osservazione dell’occhio umano oltre ogni limite precedente. Subito dopo il rilascio pubblico del primo set di dati, nel luglio 2022, numerosi studi hanno riportato l’esistenza di sorgenti extragalattiche fino ad ora sconosciute e invisibili a qualsiasi altro telescopio, incluso Hubble, il “fratello maggiore” di JWST.
Osservando l'emissione delle sorgenti cosmiche in diverse porzioni dello spettro elettromagnetico, JWST ha identificato diverse decine di queste galassie.
Sebbene la reale natura di questi oggetti sia ancora molto dibattuta nella comunità scientifica, un team di astrofisici dell’Università di Padova e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha recentemente scoperto un campione ancora più peculiare di tali sorgenti, che sembrano essere più rosse e oscurate di quanto previsto dai modelli cosmologici di formazione ed evoluzione delle galassie. I risultati sono stati presentati nell’articolo JWST unveils heavily obscured (active and passive) sources up to z~13, pubblicata sulla rivista «Monthly Notices of the Royal Astronomical Society».
Le nuove galassie sono state battezzate dal team padovano con gli antichi nomi cimbri delle contrade di Asiago: si chiamerà “galassia Pennar”, ad esempio, la sorgente candidata ad essere la più lontana e polverosa (vedi figure in allegato).