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Erc Consolidator Grant all'Università di Padova: quasi 2 milioni di euro al progetto Siqillya

31.01.2023

L’Agenzia Esecutiva dello European Research Council - Ercea ha annunciato oggi i vincitori della call Erc Consolidator Grants 2022, tra cui si annovera anche un ricercatore dell’Università di Padova. È Nicola Carpentieri che, nell’ambito del dominio delle Scienze sociali e umane, ha presentato il progetto Siqillya, valutato eccellente dalla Commissione ERC e finanziato per 1.931.221 euro nei prossimi 5 anni presso il Dipartimento di Studi linguistici e letterari.

Si tratta di un risultato importante, che attesta il ruolo di primo piano che i ricercatori e le ricercatrici del nostro Ateneo giocano nell’ambito di call internazionali altamente competitive. In questi primi due anni del programma quadro Horizon Europe, infatti, l’Università di Padova è risultata vincitrice di ben 10 grants distribuiti in tutte e 5 gli schemi di finanziamento: 5 Starting Grants, 3 Advanced Grants, 1 Synergy Grant e 1 Proof of Concept. A questi traguardi si aggiunge ora il nuovo Consolidator Grant, volto a supportare scienziati e scienziate, che operino in qualsiasi ambito del sapere e che si trovino in una fase di consolidamento della propria carriera e del proprio team di ricerca.
Questo ulteriore traguardo rende ragione dell’impegno profuso dall’Ateneo nel rafforzare sia i programmi di supporto a ricercatori e ricercatrici per la presentazione di una proposta progettuale Erc sia i programmi di finanziamento volti a favorire lo sviluppo scientifico di giovani scienziati e scienziate di eccellenza, rafforzandone l’indipendenza nella carriera.

«Questo Grant arriva in un momento molto speciale della mia vita, con mio figlio Giacomo appena nato – dice Nicola Carpentieri -. Il progetto mi girava in testa da anni, fin dai tempi del mio dottorato ad Harvard, il cui corpo docente espresse però parecchio scetticismo e non si dimostrò molto disposto a prestare attenzione alla mia tesi ‘visionaria’, che problematizza vecchie posizioni. Sono ora molto felice che essa sia stata sostenuta e premiata con questo prestigioso riconoscimento, questo Erc Grant ha quindi un po’ il sapore di un riscatto. Devo ringraziare mia moglie Sarah, il mio collega Rino Modonutti e tutto il team dell’Ufficio Ricerca internazionale Unipd, per il loro continuo appoggio in quest’impresa.»

Carpentieri, assegnista di ricerca al Dipartimento di Studi linguistici e letterari, si è aggiudicato l’importante finanziamento grazie al progetto Siqillya, che si propone di ridisegnare la storia letteraria del medioevo europeo, attraverso uno studio congiunto della poesia araba, ebraica, greca, latina ed italiana prodotta in Sicilia dal decimo al tredicesimo secolo. La tesi è che la Sicilia sveva, in seno alla quale nacque la lirica Italiana, si avvalse di pratiche socioculturali mutuate dal mondo islamico e influenzate da molteplici tradizioni: ebraica, greca e latina. Queste pratiche socioculturali, a loro volta, influenzarono fortemente la nascente poetica italiana.

Questa idea centrale vede la narrativa delle Origini - le ‘origini’ della letteratura italiana - come inadeguata a spiegare la complessità culturale della Sicilia medievale. Secondo la classica tesi delle Origini, i poeti della cosiddetta Scuola siciliana, i quali iniziarono per primi a scrivere versi in italiano, avrebbero sostanzialmente emulato, nella loro poetica, i trovatori Occitani. Nicola Carpentieri, in qualità di Arabista, afferma di aver sempre nutrito dubbi riguardo a questa narrativa. In Sicilia la poesia araba era fiorita per secoli fino quasi al momento in cui i poeti Siculi cominciavano a scrivere in Italiano. Inoltre altre importanti tradizioni poetiche fiorivano contemporaneamente in Sicilia: quella ebraica, greca e latina.
È dunque plausibile che ognuna di queste tradizioni, e cioè quella araba, ebraica, greco-bizantina, normanno-latina e romanza dialogassero e beneficiassero l’una dell’altra in Sicilia. Ma, e questo è il nodo centrale della questione, ad oggi nessuno ha ancora esplorato questa possibilità.

Alcuni studiosi hanno lavorato sulla poetica Araba sicula, altri sul Greco, il Latino, l’Ebraico e l’Italiano, ma nessuno ha preso in esame tutte queste tradizioni assieme. Il progetto SIQILLIYA intende fare proprio questo, con un’attenzione particolare alla dimensione sociale della produzione poetica: chi scriveva versi, per chi, e con quali obiettivi.