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Comunicazioni

Sul ghiacciaio a piedi per firmare la Carta dell’Adamello in difesa del clima

22.07.2019

L'iniziativa si chiama "CFC – Climbing For Climate" e il 19 luglio ha portato rettori, prorettori e delegati delle università italiane ad arrampicarsi a tremila metri di quota sul ghiacciaio dell’Adamello, luogo simbolo dei danni climatici contro il nostro pianeta. L’obiettivo era quello di sottoscrivere la "Carta dell’Adamello", una dichiarazione che impegna le istituzioni aderenti a collaborare con la società civile per combattere il riscaldamento globale attraverso la formazione di studenti e studentesse, lo sviluppo di ricerche finalizzate allo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione dei cittadini.

L'iniziativa, promossa da Università di Brescia, dal Club Alpino (CAI), dal Comitato glaciologico italiano (CGI) e dalla Rete delle università sostenibili (RUS), di cui anche l'Università di Padova fa parte, vuole far prendere coscienza dei scenari futuri irreversibili dovuti alla crescita delle temperature medie globali per effetto dell'aumento delle concentrazioni di gas climalteranti nell'atmosfera. Secondo i modelli matematici sviluppati dall’Università degli Studi di  Brescia, i rilievi glaciologici e le proiezioni dei modelli climatici, il ghiacciaio dell’Adamello scomparirà entro la fine del secolo.

La salita al ghiacciaio dell’Adamello e la firma della Carta sono simbolo dell’urgenza di azioni mirate alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico. L’acronimo della scalata – CFC – vuole essere anzitutto un segno di speranza: è tratto infatti dall’accordo del protocollo di Montreal (1987) sulla riduzione dei CloroFluoroCarburi (CFC) con il quale la comunità mondiale fu in grado di impegnarsi concretamente e in maniera coordinata per contrastare il cosiddetto buco nell’ozono.

Fra coloro che sono saliti a piedi sul ghiacciaio, e fra i firmatari della Carta dell’Adamello, c'era anche Giancarlo Dalla Fontana, prorettore dell’Università di Padova, che con questa adesione ha rimarcato l'impegno dell'Ateneo a favore della sostenibilità ambientale e della sensibilizzazione della cittadinanza sull'urgenza di azioni concrete.

Il ghiacciaio dell'Adamello è un triste simbolo degli effetti dei cambiamenti climatici: dal 1995 al 2009 si sono fusi ventiquattro metri di spessore con una perdita media netta di equivalente in acqua di 1440 mm all’anno; degli 870 milioni di metri cubi di ghiaccio rilevati a fine millennio, se ne sono fusi quasi la metà. Il ritiro e la probabile scomparsa del ghiacciaio dell’Adamello ha un impatto importante a livello locale sul microclima, il paesaggio e il regime idrologico dei corsi d’acqua che esso alimenta. Il Ghiacciaio ha rappresentato per un decennio una palestra scientifica per le ricerche glaciologiche come è avvenuto per molti ghiacciai delle Alpi.