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Alpi a rischio: con 2°C in più, i temporali estivi estremi raddoppiano

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19.06.2025

Uno studio pubblicato sulla rivista «npj Climate and Atmospheric Science» da un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell'Università di Padova e dell'Università di Losanna ha analizzato i dati provenienti da quasi 300 stazioni meteorologiche situate sulle Alpi. La ricerca indica che un incremento di 2°C nella temperatura media della regione potrebbe portare a un raddoppio della frequenza di temporali estivi estremi. Le precipitazioni intense e di breve durata, capaci di scaricare grandi quantità di pioggia in pochi minuti o ore, possono causare gravi danni materiali e mettere a rischio la vita delle persone. Un esempio è l'evento meteorologico estremo che ha colpito la regione Marche nel settembre 2022, causando la morte di 13 persone e danni per 2 miliardi di euro a causa di oltre 100 mm di pioggia caduti in un'ora.

Con il riscaldamento globale, questi eventi estremi rischiano di diventare più frequenti, specialmente nella regione alpina, dove le temperature stanno aumentando più rapidamente rispetto alla media globale. L'aria più calda trattiene più umidità e intensifica l'attività temporalesca. Quantificare l'impatto del cambiamento climatico su questi eventi è fondamentale.

Lo studio, intitolato "A 2°C warming can double the frequency of extreme summer downpours in the Alps", ha utilizzato un modello statistico basato su principi fisici per stabilire il legame tra temperatura e frequenza delle piogge, e per simulare la futura frequenza delle precipitazioni estreme utilizzando proiezioni climatiche regionali. La ricerca ha dimostrato che un aumento medio di 2°C potrebbe raddoppiare la frequenza dei temporali estivi di breve durata nella regione alpina: eventi che attualmente si verificano ogni 50 anni potrebbero accadere ogni 25 anni in futuro.

I ricercatori e le ricercatrici sottolineano che anche un aumento di 1°C potrebbe intensificare i problemi nelle aree montane, e che questo incremento non è ipotetico ma probabile nei prossimi decenni. Attualmente, si osserva già una tendenza all'intensificazione dei temporali estivi, che si prevede peggiorerà ulteriormente. L'afflusso improvviso e massiccio di grandi volumi d'acqua impedisce al suolo di assorbire l'eccesso, provocando inondazioni improvvise e colate detritiche, con danni alle infrastrutture e, in alcuni casi, vittime.

Gli autori e le autrici dello studio concludono sottolineando l'importanza di comprendere come questi eventi evolveranno con il cambiamento climatico per pianificare strategie di adattamento appropriate, incluso l'adeguamento delle infrastrutture. Con un aumento di 2°C nella temperatura media regionale, le statistiche sulle precipitazioni estreme nelle Alpi subiranno probabilmente cambiamenti significativi, aumentando la probabilità di eventi di pioggia estrema. Una comprensione approfondita di questi fenomeni e un'azione tempestiva sono essenziali per proteggere le comunità montane e preservare l'ecosistema unico delle Alpi per le generazioni future.