
Realizzato uno studio sulle cause del cuneo salino
08.01.2025
Un team di ricercatori guidato da Paolo Tarolli, del Dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali (Tesaf) dell’Università di Padova, ha condotto uno studio, pubblicato su «Environmental Research Letters», per identificare le principali cause globali dell’intrusione del cuneo salino nell’agricoltura costiera e valutare le aree a rischio. La prima autrice della ricerca è Aurora Ghirardelli del Tesaf.
Lo studio identifica come principali fattori scatenanti l'innalzamento del livello del mare, la siccità, l'eccessivo prelievo dalle falde acquifere e le alterazioni ai letti fluviali. La mappa globale dei terreni agricoli vulnerabili, realizzata attraverso questa ricerca, stima circa 87 milioni di ettari a rischio.
La ricerca evidenzia come il degrado dei suoli potrebbe portare all'abbandono delle terre coltivate e a migrazioni di massa. Le proiezioni indicano il Nord America, il subcontinente indiano e il Sud-Est asiatico come aree ad alto rischio. La comprensione delle dinamiche attuali e future dell'intrusione del cuneo salino è essenziale per sviluppare strategie di mitigazione e adattamento efficaci per sostenere l'approvvigionamento alimentare.
L’agricoltura costiera, infatti, è cruciale per la produzione alimentare globale, specialmente nei grandi delta fluviali densamente popolati e coltivati. Queste aree, spesso protette da iniziative Onu come siti Unesco o Sistemi del Patrimonio Agricolo di Rilevanza Globale della Fao, sono minacciate dall'intrusione del cuneo salino, che porta alla scarsità di acqua dolce, salinizzazione del suolo e danni alle colture. I cambiamenti climatici e le pressioni antropiche pongono seri rischi alla sicurezza alimentare globale, influenzando importanti aree agricole come i delta del Nilo, del Mekong e del Gange-Brahmaputra-Meghna.