Unipd nel team di Science for Bed-Rest
16.10.2025
L'Università di Padova partecipa al programma "Science for Bed-Rest" dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con il progetto NeuroMyo, sotto la direzione di Marco Narici.
Il programma "Science for Bed-Rest" include la partecipazione di 21 volontarie e volontari e prevede otto esperimenti multidisciplinari, supportati da una rete di oltre 90 ricercatori italiani. L'obiettivo è studiare gli effetti dell'inattività sul corpo umano e sviluppare soluzioni innovative per il benessere di astronaute e astronauti ma anche dei pazienti sulla Terra. Questo programma permette infatti, di monitorare e analizzare quotidianamente le risposte psicofisiche delle persone sottoposte a bed-rest, attraverso misurazioni, raccolta di campioni biologici e biopsie muscolari, effettuate prima, durante e dopo il periodo di degenza. Tutte le procedure sono state approvate dal Comitato Etico competente, che garantisce la correttezza e il rispetto dei più alti standard di sicurezza. Durante tutto il processo, le volonatrie e i volontari sono assistiti da personale altamente qualificato e vengono costantemente informati sulle attività e sulle misure di sicurezza adottate.
NeuroMyo, il progetto dell'Università di Padova, si propone di analizzare i principali indicatori biologici e molecolari associati alla degenerazione muscolare, alla perdita di massa e forza muscolare, alle alterazioni della funzionalità mitocondriale e al danneggiamento del sistema neuromuscolare e sensomotorio, causati dalla simulazione del volo spaziale mediante il bed-rest.
Al progetto partecipano i dipartimenti di Scienze biomediche (DBS) e di Psicologia generale (DPG) dell'Ateneo con distinti programmi. «Le attività del team del DSB che coordino sono mirate all'identificazione di biomarcatori precoci di disfunzione del sistema neuromuscolare – spiega Marco Narici -. Lo scopo di questi biomarcatori è di fungere da campanello di allarme dei processi patofisiologici responsabili della compromissione della massa e funzione muscolare, nonché del suo controllo nervoso, indotta dall’inattività prolungata. Parliamo infatti di 21 giorni di allettamento».
Aspetto fondamentale del progetto è anche quello di individuare possibili differenze fra i generi nelle risposte all'allettamento e al successivo recupero attivo tramite esercizi riabilitativi.


