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Comunicazioni

Svelata la prima regione di cielo che il satellite PLATO osserverà dopo il lancio nel 2026

11.07.2023

Il Consorzio che gestisce le attività della missione PLATO dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha annunciato la scelta della prima regione di cielo che il satellite osserverà dopo il suo lancio. Un ulteriore ed essenziale passo avanti per la definizione della missione che vede una forte partecipazione del nostro Paese, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Università di Padova.

PLATO (Planetary Transits and Oscillations of stars) è un satellite di classe M del Programma Cosmic Vision 2015-2025 dell'ESA, il cui lancio è programmato per la fine del 2026. 

Con 26 telescopi, ognuno con apertura di 20 cm, PLATO cercherà nuovi pianeti extrasolari misurando per anni la luce emessa da stelle in una regione di cielo molto ampia, di dimensione analoga a quella che i nostri occhi vedono quando li alziamo per mirare le stelle, ovvero 2300 gradi quadrati. Scopo della missione è quello di trovare attorno a stelle simili al nostro Sole pianeti analoghi alla Terra, per massa, dimensioni e orbita; un compito che nessun altro progetto potrà perseguire almeno per i prossimi due decenni.

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“Per conseguire questo importante obiettivo” spiega Giampaolo Piotto dell’Università di Padova, direttore del Centro di ateneo di Studi e attività spaziali (CISAS), uno degli artefici principali della missione e della sua preparazione, “PLATO sfrutterà la tecnica dei transiti planetari che si è già dimostrata estremamente efficace per la scoperta del maggior numero dei pianeti extrasolari ad oggi identificati, sia da Terra che dallo Spazio. Questo metodo consiste nel misurare la diminuzione della luminosità di una stella quando un pianeta che vi orbita attorno, passando - appunto “transitando” - davanti al disco stellare ne blocca parte della luce che arriva a noi.

“Per massimizzare i risultati scientifici della missione, di durata iniziale prevista in quattro anni di operazioni” spiega Valerio Nascimbeni ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) - Osservatorio Astronomico di Padova, “occorre sapere in anticipo quale porzione di cielo osservare con i 26 telescopi di PLATO”. Per questo, il team padovano guidato dal Prof. Piotto ha lavorato in questi ultimi dieci anni all’individuazione di opportuni criteri scientifici per identificare le regioni di cielo ottimali per le osservazioni, costruendo diverse versioni del PLATO Input Catalog (PIC). Ora la prima scelta è stata definitivamente fatta: il campo che PLATO osserverà dopo il lancio, chiamato dagli addetti ai lavori LOPS (Long Observation Phase South), ha il centro posizionato nell’emisfero Sud, in una regione di cielo che copre, in tutto o in parte, le costellazioni del Pittore (Pictor), della Colomba (Columba), del Dorado, del Bulino (Caelum), del Reticolo (Reticulum), della Poppa (Puppis). La scelta è legata anche all’enorme potenziale di telescopi che l’Europa ha nell’emisfero Sud per ulteriori analisi dei pianeti scoperti da PLATO, in particolar modo, per misurare la loro massa.