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Comunicazioni

Sulle tracce di Silvia De Marchi, pioniera negli studi sulla percezione della numerosità

21.06.2024

Allieva di Vittorio Benussi, ai tempi unica donna assistente a Filosofia e Lettere, Silvia De Marchi (Pavia, 1897 – Padova, 1936) fu pioniera negli studi sulla percezione della numerosità che ancora oggi trovano conferma nella letteratura scientifica.

A cento anni dalla discussione della tesi, è stata pubblicata su «Perception» un’analisi sull’importanza della sua ricerca in psicologia. La ricerca “Silvia De Marchi (1929) on numerical estimation: A translation and commentary” è a firma di due docenti dell’Università di Padova, Marco Bertamini del Dipartimento di Psicologia generale e Andrea Bobbio del Dipartimento di Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata. L’articolo propone per la prima volta una traduzione in lingua inglese dell’importante contributo pubblicato dalla ricercatrice nel 1929 in italiano, che riassume un tema della sua tesi di laurea, discussa 100 anni fa: il 24 giugno 1924. Recuperare il pensiero scientifico dei primi lavori sulla numerosità di Silvia De Marchi permette di farla uscire da un cono d’ombra durato cent’anni e sottolineare come, nella sua seppur brevissima carriera, abbia prodotto lavori originali che hanno anticipato alcuni temi indagati ancora oggi.

Silvia De Marchi studiava Lettere quando, nel 1920, iniziò a frequentare le lezioni e poi le attività del Laboratorio di Benussi. Nel 1924 si laureò in Filosofia discutendo – tra le prime donne nel Regno d’Italia – una tesi in Psicologia sperimentale.

«Il suo lavoro empirico fu l’unico supervisionato da Benussi durante i nove anni che trascorse a Padova. Nel 1925, De Marchi fu nominata assistente volontaria, una posizione non retribuita al primo livello della carriera accademica. In particolare, in un ambiente universitario dominato dagli uomini, è significativo notare - dice Andrea Bobbio - che Benussi fece spazio a una donna. Nel 1925 nessuna donna ricopriva una posizione apicale in Ateneo. Solo il 7% circa degli assistenti all’insegnamento o alla ricerca erano donne e lavoravano principalmente nelle Facoltà di Medicina e di Scienze».

«La ricercatrice padovana è riuscita a identificare diversi fattori chiave che influenzano la stima quali l’estensione (della superficie su cui si trovano i punti), la configurazione (di forma regolare oppure no), la densità e il tempo di esposizione. E questi fattori sono coerenti con quanto emerso nella letteratura più recente - afferma Marco Bertamini -. Ad esempio, per quanto riguarda il raggruppamento, l’autrice osserva che quando gli osservatori percepiscono che la configurazione è scomponibile in sottogruppi, tendono a sottostimare, e lavori recenti hanno confermato queste osservazioni: la creazione di sottogruppi, ad esempio con colori diversi, porta a una sottostima, come anche il raggruppamento degli elementi, per vicinanza, porta a una sottostima».

Dopo la prematura morte di Benussi, nel 1927, Silvia De Marchi continuò a collaborare con Musatti, che sposò nel 1932. Morì ancora giovane nel 1936, in seguito alle complicazioni di un’infezione all’orecchio.