Un’ondata di innovazione, l'ultima edizione della ricerca nazionale sulle società benefit 2025.
01.12.2025
A Milano il 1º dicembre è tenuto l'evento "Un’ondata di innovazione" durante il quale è stata presentata la nuova edizione della Ricerca Nazionale sulle Società Benefit 2025. La ricerca, condotta dai partner NATIVA, Intesa Sanpaolo, InfoCamere, Università di Padova, Camera di commercio di Brindisi-Taranto e Assobenefit, ha analizzato oltre 300 Società Benefit e più di 550 società non-benefit.
Società Benefit è uno status giuridico adottato da imprese che, oltre allo scopo di distribuire gli utili, perseguono una o più finalità di beneficio comune e operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, ambiente e stakeholder, impegnandosi a valutare in maniera trasparente il proprio impatto. I principi costitutivi delle Società Benefit sono definiti nella legge 28 dicembre 2015, n. 208. Nel 2016 l'Italia è diventata il primo Paese, dopo gli Stati Uniti, a introdurre nella propria legislazione la possibilità per le aziende di adottare la qualifica di Società Benefit. Secondo la norma, le Società Benefit presentano alcune sostanziali novità:
- Una o più finalità di beneficio comune indicate nell'oggetto sociale. La realizzazione di un beneficio comune viene pertanto a configurarsi come un obbligo giuridico di natura statutaria.
- L'obbligo, nella gestione, di bilanciare l'interesse dei soci con il perseguimento delle finalità di beneficio comune e gli interessi degli stakeholder.
- L'obbligo di comunicare in maniera trasparente il perseguimento del beneficio comune con una relazione annuale che contempli anche la misurazione dell'impatto generato – secondo standard di valutazione esterni – su governance, lavoratori, stakeholder del territorio e ambiente.
- La necessità di individuare un soggetto all'interno della società responsabile per il perseguimento del Beneficio comune.
Dalla ricerca emerge che il 20% delle Società Benefit destina oltre il 5% del fatturato a finalità sociali e ambientali, rispetto al 6% delle imprese non-benefit. Quasi il 50% delle SB integra la valutazione degli impatti su ambiente e comunità nel processo decisionale, contro il 23% delle non-benefit. La scelta di diventare SB migliora il posizionamento sul mercato, le relazioni con la comunità locale e il clima aziendale, con reazioni positive da parte dei dipendenti (76%) e altri stakeholder.
Le SB mostrano particolare attenzione alla filiera di fornitura, con il 22% che valuta le performance di sostenibilità dei fornitori, contro il 10% delle non-benefit. Tuttavia, il coinvolgimento della supply chain è una barriera significativa (29%). Le imprese suggeriscono l'introduzione di vantaggi fiscali (81%) e premialità nei bandi pubblici (64%) per diffondere il modello.
Al 30 settembre 2025, il numero di SB è cresciuto a 5.309 (+22% rispetto all'anno precedente), con un valore della produzione annuale di 67,8 miliardi di euro. La ricerca ha analizzato 4.110 statuti, identificando 23.990 finalità specifiche, con un forte orientamento verso finalità sociali (55%), seguite da quelle ambientali (29%) e di governance (16%). Il 77% delle imprese ha adottato almeno una finalità materiale.
L'analisi della coerenza tra le finalità dichiarate e le attività realizzate mostra che l'85% delle azioni censite ha raggiunto gli obiettivi prefissati, indicando una traduzione efficace degli impegni statutari in iniziative concrete. La ricerca ha anche prodotto il primo Dizionario dell’Impatto delle Società Benefit, utile per tradurre le finalità di beneficio comune in piani operativi.
È possibile scaricare la Ricerca al seguente link: https://www.societabenefit.net/ricerca-nazionale-sulle-societa-benefit/


