
Il Museo di Geografia Unipd restaura i suoi gioielli secenteschi grazie a “Save the globes”
29.03.2021
Il Museo di Geografia dell’Università di Padova, grazie al successo dell’operazione di crowdfunding “Save the globes”, lanciata in concomitanza con la sua inaugurazione nel dicembre 2019, si appresta a restaurare due tra i suoi pezzi più antichi e preziosi: il Globo celeste del 1630 e il Globo terrestre del 1645/48.
Si tratta di una coppia di globi, celeste e terrestre, di Willem Janszoon Blaeu (Alkmaar 1571 - Amsterdam 1638), uno dei più rinomati cartografi del XVII secolo, di cui proprio quest’anno cade il 450° anniversario della nascita. Dopo aver appreso i fondamenti della cosmografia e della geografia dall’astronomo danese Tycho Brahe, presso il quale fu studente per due anni, intorno al 1599 Blaeu fondò ad Amsterdam uno stabilimento per la realizzazione di globi, carte geografiche e strumenti per l’astronomia destinato a grandissima fortuna; alla sua morte, l’attività fu rilevata e proseguita dai figli Joan e Cornelis.
Grazie al contributo generoso di 4.500 euro da parte del del Club Lions Padova Gattamelata, unitamente alle donazioni online di 1.400 euro, i globi torneranno alla loro originaria bellezza in occasione dell’avvio delle celebrazioni dell’Ottocentenario, tra pochi mesi.
«Il restauro attraverso il crowdfunding rafforza il rapporto del Museo con il suo pubblico – afferma Mauro Varotto, coordinatore scientifico del Museo – ed è il primo tassello di un progetto di valorizzazione più ampio che prevede, oltre all’inclusione dei globi nel percorso di visita, la possibilità di esplorazione digitale dei dettagli di costellazioni e stelle comete rappresentati nel globo celeste, ciò che consentirà una fruizione del bene anche a distanza».
«Tre sono le ragioni importanti dell’iniziativa “Save the Globes”. In primo luogo ci permette di salvaguardare dei beni di inestimabile valore, patrimonio della nostra università e della collettività; in secondo luogo offre al Museo la preziosa opportunità di esporre una coppia di globi blaviani dai quali trarre spunto per far conoscere ai visitatori la storia della produzione di globi in Europa, farne apprezzarne la tecnica costruttiva e coglierne il valore scientifico. In terzo luogo - sottolinea Giovanni Donadelli, curatore del Museo di Geografia - conferma la capacità del Museo di Geografia – inaugurato da appena un anno – di entrare in relazione con i propri pubblici, vicini e lontani, tanto da riuscire a coinvolgerli sia prima che dopo la visita. Emblematico ed entusiasmante, a questo proposito, il fatto che una delle donazioni sia arrivata da Edimburgo, grazie ad una giovane ragazza padovana che segue il Museo sui social, ma che non ha ancora avuto modo di rientrare in Italia per visitare il Museo».
Il restauro dei globi del Museo di Geografia prevede la pulitura e il ripristino della leggibilità del globo celeste, oggi parzialmente compromessa da una densa patina scura. Le due sezioni di globo terrestre invece, oltre ad essere pulite, saranno ricollocate all’interno di una struttura sferica trasparente che, oltre a garantire il recupero e la valorizzazione del bene, rappresenterà anche un innovativo strumento didattico. I globi restaurati troveranno posto accanto ad altri due globi (del XV e XIX secolo) nella Sala della Musica di Palazzo Wollemborg, sede del Museo di Geografia, e saranno dunque permanentemente inclusi nel percorso di visita.
I due importanti restauri si affiancano a quelli ultimati in questi anni dal Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità grazie al sostegno economico del Centro di Ateneo per i Musei dell’Università, che hanno interessato altri tre globi e undici plastici. Ovviamente, l’elenco dei pezzi del Museo che necessitano di restauro non si esaurirà con il fondamentale ripristino dei due globi blaviani. Tra i plastici in gesso, il Vesuvio e il Vulcano Laziale di Amedeo Aureli, del secondo decennio del XX secolo, rimangono da consolidare, mentre altri quattro pezzi, realizzati tra fine Ottocento e inizio Novecento in Italia e Germania, necessitano di pulitura. Due globi da tavolo e un modello di sistema solare, anch’essi risalenti ai primissimi anni del Novecento e attualmente custoditi nei depositi, richiedono interventi di tipo strutturale, mentre necessiterebbero di operazioni di pulitura e consolidamento alcune tra le oltre 300 carte murali storiche. Infine, anche nella collezione fotografica, che comprende importanti nuclei di lastre in vetro dei primi del Novecento, sono diversi i pezzi la cui sopravvivenza è a rischio.