provetta
Comunicazioni

Fibrosi cistica: aumentare la proteina Cftr rende più efficaci le cure

16.03.2022

Team di ricerca mette a punto strategia che permette di migliorare la risposta ai farmaci che colpiscono le principali mutazioni responsabili della malattia: bersagliare farmacologicamente i meccanismi cellulari che sono responsabili della degradazione della proteina Cftr mutata permette di migliorare l’efficacia di Kaftrio, la combinazione di farmaci modulatori di Cftr approvata recentemente da Ema.

Questo quanto emerge dallo studio Targeting the E1 ubiquitin-activating enzyme (UBA1) improves elexacaftor/tezacaftor/ivacaftor efficacy towards F508del and rare misfolded Cftr mutants pubblicato sulla rivista internazionale «Cellularand Molecular Life Sciences» e condotto da un team di ricercatori delle Università di Padova e dall’equipe della dott.ssa Nicoletta Pedemonte dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova.

Lo studio, coordinato dal professore Mauro Salvi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e finanziato dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica (progetti FFC#11/2019 e FFC#9/2019), apre la strada a possibili miglioramenti ed estensioni della terapia con Kaftrio (negli USA conosciuto col nome di Trikafta) per la fibrosi cistica.

La fibrosi cistica, è tra le malattie genetiche recessive più diffuse in Italia, con un'incidenza di 1 ogni 2500-3000 nati. È una malattia molto grave, e l’aspettativa di vita media dei pazienti supera di poco i 40 anni.
La malattia è causata da mutazioni nel gene CFTR che produce una proteina che gioca un ruolo chiave nella secrezione di ioni e fluidi in molti organi. Tra i diversi organi colpiti, i polmoni subiscono i danni maggiori che, nel tempo, portano ad insufficienza respiratoria, richiedendo il trapianto polmonare. La mutazione più comune, F508del, determina un difetto della struttura della proteina, che viene quindi rapidamente riconosciuta come difettosa e distrutta.