foto Alberto Pauletto
Comunicazioni

A cinque anni da Vaia, ad Asiago la riforestazione premia la biodiversità

29.10.2023

La sera del 29 ottobre 2018 violente piogge e un vento fortissimo, che soffiò anche a 200 chilometri all’ora, abbatterono milioni di alberi, 8,5 milioni di metri cubi di legno per la precisione, in quattro regioni italiane. Era la terribile conclusione di quattro giorni di tempesta Vaia, che provocò danni da inondazioni e schianti per quasi 3 miliardi di euro in Trentino e Alto Adige, Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, e 8 morti.

A distanza di cinque anni dal quel primo grande evento conseguenza della crisi climatica, è tempo di tracciare un bilancio di come si sta tentando di ripristinare il patrimonio boschivo devastato. Un quadro che presenta luci e ombre, da un punto di vista ambientale ed economico. Da un lato il grande lavoro per togliere dai boschi indeboliti gli alberi sradicati non è riuscito ad evitare l’espandersi del bostrico tipografo, un insetto dell’ordine dei coleotteri che deposita le uova sotto la corteccia delle piante più deboli; da queste nascono poi le larve che causano la morte repentina delle piante ospiti. Alcune stime nei territori colpiti da Vaia e dal bostrico hanno quantificato una perdita del patrimonio boschivo anche del 60% rispetto alla situazione pre 2018: un danno enorme per l’ambiente, le comunità e l’economia di queste aree.

Da un altro punto di vista, quello del rimboschimento: “un bosco non è una somma di alberi –– spiega Giuseppe Bonanno, Direttore di FSC Italia - e ricostituire un ecosistema forestale richiede in primo luogo il ripristino delle sue funzioni e servizi, come la biodiversità. Se Vaia e il bostrico stanno distruggendo i boschi del Nordest per come li conosciamo, questi eventi hanno indotto alcune amministrazioni e gestori forestali locali a progettare i boschi che verranno”. Le aree colpite sono spesso luoghi dove reimpianti e selvicoltura hanno premiato principalmente il valore economico del bosco, a scapito dei valori ambientali. “È attraverso boschi ‘diversi’ per specie ed età e gestiti in modo responsabile che passa una delle soluzioni alle sfide ambientali che ci attendono nei prossimi decenni, come dimostra il progetto ‘Oltre Vaia’ realizzato nei boschi certificati FSC del Comune di Asiago insieme alla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, all’Università di Padova, FSC Italia e Treedom”.

“In un’area di tre ettari sulla sommità monte Mosciagh, a 1.550 metri sul livello del mare – spiega Marco Pellegrini, dottore agronomo e forestale Unipd e coordinatore tecnico di Oltre Vaia – abbiamo cercato di imitare la natura, lasciando una parte del bosco ad evoluzione naturale, mentre nel resto si è proceduto attraverso impianti di specie differenti e autoctone. Sono state così messe a dimora 6.000 piantine di otto specie diverse (abete bianco, abete rosso, larice, sorbo degli uccellatori, sorbo montano, betulla, faggio e salicone) con l’obiettivo di rendere il bosco più resiliente attraverso la ricostituzione della sua complessità”.

L’area è diventata un vero e proprio laboratorio a cielo aperto: qui vengono le scolaresche in visita didattica (sono stati posizionate bacheche informative sul progetto) e i ricercatori e le ricercatrici dell’Università di Padova (Dipartimento Territorio e sistemi agroforestali) a studiare il metodo utilizzato per verificarne l’efficacia in caso di eventi estremi futuri. Anche l’impianto ha seguito modalità innovative, privilegiando i “cluster”, ossia impianti di alberelli disposti in gruppi di diverse dimensioni, imitando quanto così bene fa la natura.

A questo si affianca il progetto "Bosco 800", ideato e realizzato dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali dell'Università di Padova, che ha l’obiettivo di rinverdire una superficie forestale di complessivi 8 ettari& in una zona storica e ben visibile tra Asiago e Monte Zebio, attraverso un accordo con il comune di Asiago. In ogni ettaro vengono piantumate 2000 piante di un'altezza media di 30-40 cm. Il progetto prevede la possibilità di contribuire al rimboschimento, con una donazione di 10 euro per ogni albero.