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Comunicazioni

C6O4 e PFAS: il rimedio peggiore del male?

17.03.2021

La crescente preoccupazione per l'ampio uso delle sostanze per- e poli-fluoroalchiliche (PFAS), a causa dei loro effetti tossici sull’ambiente e sulla salute umana, è stata recentemente mitigata dall'introduzione di un nuovo composto chimico chiamato C6O4, in sostituzione del PFOA: il prodotto della grande famiglia PFAS tradizionale, fino a poco tempo fa ampiamente prodotto e commercializzato ma considerato pericoloso, è stato dunque sostituito dal C6O4.
Non esiste tuttavia ad oggi alcuna documentazione scientifica relativa agli effetti del C6O4 sull’uomo e sull'ambiente, e non vi è alcuna regolamentazione del suo uso. L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Veneto (Italia) ha rilevato alti livelli di C6O4 in acque sotterranee e nel fiume Po aumentando l'allarme per i potenziali effetti di questa sostanza nell’ambiente naturale.

Il Dipartimento di Biomedicina comparata e alimentazione (BCA) e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRSA-CNR, Brugherio), hanno appena pubblicato su Environmental International, una della più prestigiose riviste scientifiche di studi ambientali, i risultati del primo lavoro che riporta gli effetti del C604 sulla vongola filippina, chiamata comunemente vongola verace - esposto a questa sostanza.

«I risultati del nostro studio dimostrano chiaramente che il C6O4 altera in modo significativo, e per alcuni versi ancora maggiore del PFOA, i processi biologici della vongola filippina (o vongola verace) - spiega il prof. Tomaso Patarnello, del Dipartimento BCA dell’Università di Padova e coordinatore della ricerca -. Questa specie, oltre ad essere molto apprezzata sulle nostre tavole è un organismo chiave per l’ecosistema lagunare anche in ragione del fatto che è un organismo filtratore e quindi accumula le sostanze presenti nell’acqua. Può essere quindi considerato un organismo sentinella e le alterazioni dopo l’esposizione al C6O4 osservate nell’espressione dei geni della vongola legati a processi biologici fondamentali come la risposta immunitaria, lo sviluppo del sistema nervoso o il metabolismo lipidico sono dati molto allarmanti.
«Il fatto che questa sostanza venga usata senza nessun limite di legge assumendo che non abbia effetti sugli organismi esposti è chiaramente contraddetto dai dati sperimentali». dice il prof. Massimo Milan (BCA, Unipd) che ha seguito la parte sperimentale del progetto insieme al prof. Valerio Matozzo (Dip. di Biologia, Unipd).

«I nostri risultati mettono in evidenza le alterazioni causate del C6O4 su una specie animale importante a livello ecologico e commerciale che, in quanto organismo “sentinella”, può riflettere lo stato di salute ambientale. Tuttavia ancora non sappiamo quali effetti questa sostanza abbia sull’uomo e sulla sua salute» conclude Tomaso Patarnello.