
L'Università di Padova in Burkina Faso per sconfiggere l'epatite
06.05.2025
L’Università di Padova lancia un ambizioso progetto triennale (2025–2028) in Burkina Faso, volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C. L’iniziativa si inserisce pienamente negli obiettivi di copertura sanitaria universale promossi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale. Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili: le donne in gravidanza sono particolarmente esposte, con conseguenze gravi sia per la loro salute sia per quella del neonato, a causa dell’elevato rischio di trasmissione verticale del virus. In assenza di diagnosi e trattamento tempestivi, le epatiti virali possono evolvere in cirrosi epatica o carcinoma epatocellulare, con un impatto letale soprattutto nei contesti a risorse limitate.
Con un finanziamento di 3 milioni di euro da parte del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), attraverso l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), il progetto sarà implementato in partenariato con Medici con l’Africa Cuamm e l’Istituto superiore di sanità (Iss) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Oms.
L’intervento sarà focalizzato sul Centro ospedaliero universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, e ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.
Da sinistra: don Dante Carraro, Francesco Paolo Russo, Claudia Mocci, Giovanni Putoto
Le attività programmate prevedono un approccio integrato e comprendono:
• Formazione del personale sanitario locale, in modalità sia presenziale che a distanza
• Sviluppo di attività di ricerca scientifica
• Gestione clinica dei casi complessi
• Fornitura di equipaggiamenti diagnostici, test, farmaci e sistemi informatizzati per la gestione delle cartelle cliniche
• Contributo alla revisione del protocollo di gestione dei pazienti affetti da epatiti virali B e C
• Introduzione di un software per la gestione dei pazienti cronici
L’iniziativa ha carattere multidisciplinare e vede il coinvolgimento diretto del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche (Discog) dell’Università di Padova, diretto da Umberto Cillo, con il contributo specialistico dei gastroenterologi ed epatologi Patrizia Burra e Francesco Paolo Russo.
«Questo progetto rappresenta un significativo intervento di cooperazione sanitaria internazionale, finalizzato al rafforzamento del sistema sanitario burkinabè nella lotta contro le epatiti virali, patologie che costituiscono una priorità di salute pubblica in Africa occidentale – spiega Francesco Paolo Russo, professore del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell’Università di Padova -. È una iniziativa che si inserisce nella consolidata tradizione dell’Università di Padova in ambito di cooperazione e formazione sanitaria, confermando l’impegno dell’ateneo nel promuovere il miglioramento delle condizioni di salute globale.»
«Per noi questo è un po’ un ritorno – dice Giovanni Putoto, responsabile di Programmazione e ricerca operativa Cuamm –. Il Cuamm ha lavorato in Burkina Faso circa dieci anni, a cavallo tra gli anni ottanta e novanta e oggi che il paese affronta un periodo di forte instabilità interna, ci riaffacciamo con un intervento specifico. Il progetto sulle epatiti, che abbiamo accolto con la collaborazione dell’Università di Padova e dell’Istituto superiore di sanità ci porta ancora una volta vicino ai più fragili, soprattutto alle mamme e ai bambini che da sempre sono al centro del nostro lavoro».
Il progetto è stato ufficialmente lanciato ieri lunedì 5 maggio presso il Centro ospedaliero universitario di Bogodogo a Ouagadougou, alla presenza del responsabile scientifico del progetto, Francesco Paolo Russo, in rappresentanza dell’Università di Padova e del Discog. Erano inoltre presenti rappresentanti di tutti i partner del progetto, la direzione e il personale dell’ospedale, il nostro ambasciatore, il ministro della Salute del Burkina Faso, insieme a autorità locali ed esperti del settore.