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Comunicazioni

Una ricerca dell’Università di Padova esplora un nuovo sistema di comunicazione interstellare

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16.01.2025

La domanda se siamo soli nell'universo ha spinto la scienza a esplorare diverse strade, come l'osservazione dei pianeti extrasolari, l'ascolto di segnali cosmici e, infine, l'idea di esplorare direttamente questi mondi lontani.
Un team di ricerca dell’Università di Padova, guidato Paolo Villoresi, professore del Dipartimento di Ingegneria dell'informazione dell'Ateneo, ha recentemente fatto un passo avanti nella possibilità di comunicare con sonde interstellari, pubblicando uno studio nella rivista Physical Review Research.

Il progetto riguarda la creazione di un sistema di comunicazione attraverso una sonda diretta verso il pianeta Proxima Centauri B, situato a 4,3 anni luce dalla Terra.

«Lo schema di comunicazione prevede l’invio di una sonda a forma vela, spinta da un potente fascio laser dalla terra, e che può raggiungere il 20% della velocità della luce – spiega Paolo Villoresi -. In questo modo compie la distanza fino a destinazione in vent’anni. Una volta su Proxima centauri B, utilizzando trasmettitori molto sottili e posti sulla superficie della vela, il messaggio viene trasformato in impulsi luminosi che costituiscono un fascio conico con una ampiezza molto ridotta. Questo fascio permetterà, utilizzando un codice di correzione dell’errore capace di far raggiungere il punto di ricezione terrestre individuato, di comunicare le osservazioni “registrate” dalla vela nell’arco di qualche settimana. In sostanza, un “telefono” interstellare che dallo spazio chiama a casa!»

Lo studio è parte del progetto internazionale Starshot, sostenuto dal Breakthrough Initiatives, che esplora la ricerca di vita extraterrestre e le tecnologie per i viaggi interstellari.

Il lavoro è stato possibile grazie alla sinergia tra esperte ed esperi di comunicazione quantistica spaziale, nanoottica e telecomunicazioni, unendo competenze diverse per risolvere le sfide tecniche legate alla trasmissione di dati a distanze così estreme. Il progetto coinvolge anche istituzioni come Caltech, MIT, e l'Università di Berkeley.

Paolo Villoresi ha presentato lo studio al primo simposio interstellare di Lussemburgo, che si è tenuto nel dicembre 2023, contribuendo, così, ad una svolta importante nella nascita di una comunità scientifica globale focalizzata sul futuro dei viaggi e delle comunicazioni nello spazio profondo.