FocusCovid19

Nuove tecnologie antidoto alla crisi: saper innovare la chiave per ripartire

16.11.2020

Una crisi pesante, che ha colpito l’economia e il sistema manifatturiero che innerva il mondo produttivo Veneto. E come spesso accade nei momenti di rottura, l’azienda già abituata all’innovazione, al cambiamento, ha saputo rispondere meglio di altre alla pandemia. Pubblichiamo uno stralcio del capitolo dedicato a «economia, nuove tecnologie e ambiente», che fa parte di «Idee per la ripartenza», un documento preparato dal gruppo di studio Post-Covid 19 dell’Università di Padova, che ha coinvolto più di 50 docenti nella sua stesura. Chi volesse leggere l’intera analisi economica, coordinata da Giulio Cainelli, direttore del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali «Marco Fanno», può consultarla integralmente a questo link. Idee per la ripartenza

Le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI) prevedono per l’economia italiana una caduta del PIL nel 2020 di oltre il 10%. Si tratta di una stima leggermente più ottimistica rispetto alla previsione di maggio che stimava una caduta del PIL vicino al 14%. La previsione per il 2021 si attesta invece attorno al +5.2% con una leggera limatura rispetto al +6.3% previsto a maggio. La Nota di aggiornamento al DEF del Governo conferma le stime del FMI e prevede per quest’anno una contrazione del PIL del -9% ed un rimbalzo del prodotto lordo pari al +6% per il prossimo. Anche la dinamica congiunturale risente dell’evoluzione della pandemia. 

I dati sulla produzione industriale mostrano come, dopo quattro mesi di crescita robusta, si sia registrato in settembre il primo significativo stop. Nel terzo trimestre si è infatti registrato un rimbalzo del +29,5% rispetto al secondo, mentre il quarto potrebbe segnare una nuova caduta del livello di attività economica in conseguenza del peggioramento del quadro economico a causa della recrudescenza dei contagi da COVID-19. Non è un caso che le indagini condotte in autunno mostrino come sia tra gli imprenditori manifatturieri che tra le famiglie si registri una crescente preoccupazione sulle prospettive economiche nei prossimi mesi. Queste cifre che non lasciano dubbi: si tratta di una crisi pesante che colpisce tutta l’economia e tutto il sistema manifatturiero. […] 

I dati sull’export riservano invece qualche sorpresa. Le imprese che operano sui mercati internazionali hanno registrato una flessione minore rispetto a quelle che invece operano sul mercato interno. La capacità di vendere su mercati esteri ha infatti permesso a queste imprese di meglio gestire il lockdown progressivo che ha investito diversi paesi e che hanno utilizzato questo strumento in modo differenziato. La diversificazione del rischio e la capacità di essere presenti su più mercati internazionali hanno quindi permesso alle imprese più internazionalizzate di attutire in parte gli effetti di una crisi che rimane comunque molto pesante anche per le imprese che esportano. […] 

La crisi non ha dunque colto impreparate quelle imprese che avevano già effettuato significativi investimenti nelle tecnologie digitali per quanto riguarda la gestione delle informazioni aziendali (ERP, SCM), della produzione (Industria 4.0) e della relazione con cliente/consumatore (CRM, e-commerce, social media, ecc.). Il caso dello smart working è emblematico: nonostante fosse poco applicato prima della pandemia, molte aziende erano tecnologicamente già pronte a gestire il lavoro a distanza e in rete. Il lockdown le ha forzate a ricorrere a delle soluzioni che avevano già a disposizione ma che utilizzavano in misura molto contenuta con delle possibili ricadute positive sulla gestione del lavoro a termine. 

L’epidemia COVID-19 ha reso ancora più evidenti anche i temi legati al cambiamento climatico e all’impatto ambientale. […]. L’attuale crisi sta anche consumando molte risorse pubbliche necessarie per la transizione verde. Le economie a livello globale si troveranno a fronteggiare una forte crescita del rapporto debito/PIL a causa dell’enorme sostegno fiscale immesso nel sistema, il che ridurrà lo spazio fiscale per sostenere la transizione green, anch’essa bisognosa di un supporto pubblico. Inoltre, molte risorse che erano state faticosamente raccolte per l’avvio di programmi di transizione green, come nell’Unione Europea, rischiano adesso di essere dirottate per sostenere la ripresa.

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