FocusCovid19

"Cervello annebbiato" e difficoltà a fare la spesa: così studiamo gli effetti a lungo termine del virus

02.12.2020

di Alessandra Del Felice e Stefano Masiero

Dall’insorgenza della pandemia Covid-19, molte ricerche si sono focalizzate sulla fase acuta della malattia e sulla sua genesi. Tuttavia, poco si sa sugli effetti a lungo termine dell’infezione nelle sue manifestazioni più o meno gravi.

Recentemente, sono state raccolte testimonianze di pazienti che hanno lamentato ingravescenti difficoltà cognitive, oltre che fisiche, dopo diverse settimane dall’infezione. In un articolo su The Lancet è stata riportata una difficoltà nel portare a termine attività quotidiane, dalle più semplici (come fare la spesa) alle più complesse (come affrontare una normale giornata di lavoro). Tra i sintomi riportati, anche diversi problemi di memoria, nonché la più riscontrata e curiosa «brain fog» («cervello annebbiato»; Yelin et al., 2020). Un fenomeno che viene descritto come l’incapacità di poter effettuare le normali azioni della vita quotidiana in modo ottimale, a causa di difficoltà di concentrazione, memoria e sensazione di una fatica cronica.

Tale osservazione clinica, riscontrata principalmente a partire dal mese successivo all’insorgenza dei sintomi, è stata inizialmente riconosciuta come ansia o fatica post-virale. Tuttavia, la progressione della sintomatologia lascia intendere che possa esserci qualcosa di più dietro questa prima classificazione, sollevando un forte interesse nella ricerca.

Da queste premesse e dall’esperienza della presa in carico, da parte della Unità di Riabilitazione diretta dal professor Stefano Masiero, dei pazienti della terapia intensiva dell’ospedale di Padova nei quali ai successivi controlli questi sintomi sono stati lamentati, si è fatta sempre più urgente la richiesta di un approfondimento che migliori le nostre conoscenze su una malattia ancora in gran parte ignota.

Il progetto annuale DISCO (Screening clinico-strumentale per la valutazione dei DIsturbi psico-patologici, cognitivi e del Sonno in sopravvissuti COvid-19) ha ottenuto un finanziamento di 25.000 euro grazie ad una campagna di crowdfunding promossa dall’Università di Padova, e coniuga l’esperienza e la competenza di diversi ricercatori di ambito medico, ingegneristico e psicologico.

L’equipe di ricerca, coordinata dalla responsabile del progetto professoressa Alessandra Del Felice all’interno della Unità di Riabilitazione diretta da Masiero, si occuperà di monitorare clinicamente e strumentalmente i pazienti negativizzati e dimessi a domicilio dopo infezione da Covid-19 e ricovero in terapia intensiva. Nello specifico, verrà quantificata l’attività cerebrale a riposo e durante il sonno, per studiare la loro incidenza sui sintomi affettivi e sulle funzioni cognitive riscontrate deficitarie dall’osservazione clinica.

Da questo progetto verrà ampliata la conoscenza degli effetti del Covid-19 – in larga parte ancora sconosciuti – con un particolare focus sullo sviluppo della sintomatologia a lungo termine. Inoltre, da questo approfondimento scientifico potrà partire la proposta di trattamenti riabilitativi personalizzati e maggiormente centrati sulle esigenze del paziente.