Al via il progetto per salvare lo storione cobice dall’estinzione

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Al via il  progetto europeo LIFE-RESTORE – Recovery of Endangered Sturgeons Through Optimized Restocking Efforts, dedicato alla tutela dello storione cobice (Acipenser naccarii), specie simbolo dei nostri fiumi e del Mar Adriatico, oggi a rischio di estinzione.

Gli storioni rappresentano oggi il gruppo di specie ittiche più minacciato al mondo: delle 26 specie esistenti, tutte sono considerate a rischio di estinzione, principalmente a causa della pesca intensiva per la produzione di caviale e della perdita di habitat. Tra queste, lo storione cobice riveste un valore particolare: è infatti una specie endemica italiana, presente solo nel bacino del Po e nell’Adriatico, ed è classificato come critically endangered.

Nonostante la sua situazione di estrema fragilità, è anche l’unica specie di storione al mondo che negli ultimi anni ha mostrato deboli ma incoraggianti segnali di ripresa, un segnale che rende ancora più urgente e rilevante il nuovo progetto.

Il progetto LIFE RESTORE, finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, mira a rafforzare le popolazioni selvatiche di storione cobice. Il progetto ha una durata di 72 mesi e un budget complessivo di oltre 10 milioni di euro e prevede interventi concreti di riproduzione, allevamento, reintroduzione in natura e tutela degli habitat fluviali. Sono previste inoltre azioni di monitoraggio scientifico avanzato, campagne di coinvolgimento pubblico e l’elaborazione di strategie di conservazione coordinate e condivise di lungo termine.

Gli obiettivi principali di LIFE-RESTORE sono ambiziosi ma concreti. Il progetto, infatti, si propone di far crescere il numero di storione cobice rilasciando oltre 70.000 individui in tutti i fiumi del suo areale originale; rafforzarne la popolazione mediante incroci guidati da analisi genetiche; ridurre la pressione predatoria del pesce siluro una delle specie invasive con in maggior impatto negativo sui nostri fiumi; usare tecniche innovative per il monitoraggio e diffondere la conoscenza sul ruolo ecologico fondamentale di questo pesce. La sopravvivenza di questa specie è infatti fondamentale per le nostre acque perché lo storione è una “specie ombrella”, ovvero la salvaguardia porta benefici anche a molte altre specie con cui lo storione condivide l’ambiente.

Il partenariato riunisce università, istituti scientifici, parchi naturali e associazioni, tra cui l’Università di Padova (coordinatore), l’Università di Ferrara, ISPRA, il Parco Lombardo della Valle del Ticino, l’Ente Parco del Delta del Po, l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata, GRAIA srl, Storione Ticino e l’Ente Tutela Patrimonio Ittico del Friuli-Venezia Giulia.

«Coordinare un partenariato così ampio e qualificato è una responsabilità ma anche un grande onore – dice Leonardo Congiu, del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto -. Con LIFE-RESTORE uniamo competenze scientifiche, istituzionali e operative per dare finalmente allo storione cobice una prospettiva reale di futuro. Lavorare insieme, condividendo obiettivi e metodi, è l’unico modo per garantire risultati concreti e duraturi.»

«LIFE-RESTORE rappresenta un progetto innovativo perché mette in campo strumenti concreti di conservazione basati sulle più recenti linee guida del Pan-European Action Plan per gli storioni. È un modello di come ricerca scientifica e istituzioni possano agire in sinergia per riportare una specie simbolo come lo storione cobice a uno stato di conservazione stabile e duraturo.» afferma la dott.ssa Giovanna Marino (ISPRA - Direttrice di ricerca BIO-AMC e National focal Point del Pan European Action Plan).

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Gli storioni rappresentano oggi il gruppo di specie ittiche più minacciato al mondo: delle 26 specie esistenti, tutte sono considerate a rischio di estinzione, principalmente a causa della pesca intensiva per la produzione di caviale e della perdita di habitat. Tra queste, lo storione cobice riveste un valore particolare: è infatti una specie endemica italiana, presente solo nel bacino del Po e nell’Adriatico, ed è classificato come critically endangered.

Nonostante la sua situazione di estrema fragilità, è anche l’unica specie di storione al mondo che negli ultimi anni ha mostrato deboli ma incoraggianti segnali di ripresa, un segnale che rende ancora più urgente e rilevante il nuovo progetto.

Il progetto LIFE RESTORE, finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, mira a rafforzare le popolazioni selvatiche di storione cobice. Il progetto ha una durata di 72 mesi e un budget complessivo di oltre 10 milioni di euro e prevede interventi concreti di riproduzione, allevamento, reintroduzione in natura e tutela degli habitat fluviali. Sono previste inoltre azioni di monitoraggio scientifico avanzato, campagne di coinvolgimento pubblico e l’elaborazione di strategie di conservazione coordinate e condivise di lungo termine.

Gli obiettivi principali di LIFE-RESTORE sono ambiziosi ma concreti. Il progetto, infatti, si propone di far crescere il numero di storione cobice rilasciando oltre 70.000 individui in tutti i fiumi del suo areale originale; rafforzarne la popolazione mediante incroci guidati da analisi genetiche; ridurre la pressione predatoria del pesce siluro una delle specie invasive con in maggior impatto negativo sui nostri fiumi; usare tecniche innovative per il monitoraggio e diffondere la conoscenza sul ruolo ecologico fondamentale di questo pesce. La sopravvivenza di questa specie è infatti fondamentale per le nostre acque perché lo storione è una “specie ombrella”, ovvero la salvaguardia porta benefici anche a molte altre specie con cui lo storione condivide l’ambiente.

Il partenariato riunisce università, istituti scientifici, parchi naturali e associazioni, tra cui l’Università di Padova (coordinatore), l’Università di Ferrara, ISPRA, il Parco Lombardo della Valle del Ticino, l’Ente Parco del Delta del Po, l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata, GRAIA srl, Storione Ticino e l’Ente Tutela Patrimonio Ittico del Friuli-Venezia Giulia.

«Coordinare un partenariato così ampio e qualificato è una responsabilità ma anche un grande onore – dice Leonardo Congiu, del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto -. Con LIFE-RESTORE uniamo competenze scientifiche, istituzionali e operative per dare finalmente allo storione cobice una prospettiva reale di futuro. Lavorare insieme, condividendo obiettivi e metodi, è l’unico modo per garantire risultati concreti e duraturi.»

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«LIFE-RESTORE rappresenta un progetto innovativo perché mette in campo strumenti concreti di conservazione basati sulle più recenti linee guida del Pan-European Action Plan per gli storioni. È un modello di come ricerca scientifica e istituzioni possano agire in sinergia per riportare una specie simbolo come lo storione cobice a uno stato di conservazione stabile e duraturo.» afferma la dott.ssa Giovanna Marino (ISPRA - Direttrice di ricerca BIO-AMC e National focal Point del Pan European Action Plan).

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Al via il  progetto europeo LIFE-RESTORE – Recovery of Endangered Sturgeons Through Optimized Restocking Efforts, dedicato alla tutela dello storione cobice (Acipenser naccarii), specie simbolo dei nostri fiumi e del Mar Adriatico, oggi a rischio di estinzione.

Gli storioni rappresentano oggi il gruppo di specie ittiche più minacciato al mondo: delle 26 specie esistenti, tutte sono considerate a rischio di estinzione, principalmente a causa della pesca intensiva per la produzione di caviale e della perdita di habitat. Tra queste, lo storione cobice riveste un valore particolare: è infatti una specie endemica italiana, presente solo nel bacino del Po e nell’Adriatico, ed è classificato come critically endangered.

Nonostante la sua situazione di estrema fragilità, è anche l’unica specie di storione al mondo che negli ultimi anni ha mostrato deboli ma incoraggianti segnali di ripresa, un segnale che rende ancora più urgente e rilevante il nuovo progetto.

Il progetto LIFE RESTORE, finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, mira a rafforzare le popolazioni selvatiche di storione cobice. Il progetto ha una durata di 72 mesi e un budget complessivo di oltre 10 milioni di euro e prevede interventi concreti di riproduzione, allevamento, reintroduzione in natura e tutela degli habitat fluviali. Sono previste inoltre azioni di monitoraggio scientifico avanzato, campagne di coinvolgimento pubblico e l’elaborazione di strategie di conservazione coordinate e condivise di lungo termine.

Gli obiettivi principali di LIFE-RESTORE sono ambiziosi ma concreti. Il progetto, infatti, si propone di far crescere il numero di storione cobice rilasciando oltre 70.000 individui in tutti i fiumi del suo areale originale; rafforzarne la popolazione mediante incroci guidati da analisi genetiche; ridurre la pressione predatoria del pesce siluro una delle specie invasive con in maggior impatto negativo sui nostri fiumi; usare tecniche innovative per il monitoraggio e diffondere la conoscenza sul ruolo ecologico fondamentale di questo pesce. La sopravvivenza di questa specie è infatti fondamentale per le nostre acque perché lo storione è una “specie ombrella”, ovvero la salvaguardia porta benefici anche a molte altre specie con cui lo storione condivide l’ambiente.

Il partenariato riunisce università, istituti scientifici, parchi naturali e associazioni, tra cui l’Università di Padova (coordinatore), l’Università di Ferrara, ISPRA, il Parco Lombardo della Valle del Ticino, l’Ente Parco del Delta del Po, l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata, GRAIA srl, Storione Ticino e l’Ente Tutela Patrimonio Ittico del Friuli-Venezia Giulia.

«Coordinare un partenariato così ampio e qualificato è una responsabilità ma anche un grande onore – dice Leonardo Congiu, del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto -. Con LIFE-RESTORE uniamo competenze scientifiche, istituzionali e operative per dare finalmente allo storione cobice una prospettiva reale di futuro. Lavorare insieme, condividendo obiettivi e metodi, è l’unico modo per garantire risultati concreti e duraturi.»

«LIFE-RESTORE rappresenta un progetto innovativo perché mette in campo strumenti concreti di conservazione basati sulle più recenti linee guida del Pan-European Action Plan per gli storioni. È un modello di come ricerca scientifica e istituzioni possano agire in sinergia per riportare una specie simbolo come lo storione cobice a uno stato di conservazione stabile e duraturo.» afferma la dott.ssa Giovanna Marino (ISPRA - Direttrice di ricerca BIO-AMC e National focal Point del Pan European Action Plan).

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Gli storioni rappresentano oggi il gruppo di specie ittiche più minacciato al mondo: delle 26 specie esistenti, tutte sono considerate a rischio di estinzione, principalmente a causa della pesca intensiva per la produzione di caviale e della perdita di habitat. Tra queste, lo storione cobice riveste un valore particolare: è infatti una specie endemica italiana, presente solo nel bacino del Po e nell’Adriatico, ed è classificato come critically endangered.

Nonostante la sua situazione di estrema fragilità, è anche l’unica specie di storione al mondo che negli ultimi anni ha mostrato deboli ma incoraggianti segnali di ripresa, un segnale che rende ancora più urgente e rilevante il nuovo progetto.

Il progetto LIFE RESTORE, finanziato dal programma LIFE della Commissione Europea, mira a rafforzare le popolazioni selvatiche di storione cobice. Il progetto ha una durata di 72 mesi e un budget complessivo di oltre 10 milioni di euro e prevede interventi concreti di riproduzione, allevamento, reintroduzione in natura e tutela degli habitat fluviali. Sono previste inoltre azioni di monitoraggio scientifico avanzato, campagne di coinvolgimento pubblico e l’elaborazione di strategie di conservazione coordinate e condivise di lungo termine.

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Il partenariato riunisce università, istituti scientifici, parchi naturali e associazioni, tra cui l’Università di Padova (coordinatore), l’Università di Ferrara, ISPRA, il Parco Lombardo della Valle del Ticino, l’Ente Parco del Delta del Po, l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese, l’Istituto Delta Ecologia Applicata, GRAIA srl, Storione Ticino e l’Ente Tutela Patrimonio Ittico del Friuli-Venezia Giulia.

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«Coordinare un partenariato così ampio e qualificato è una responsabilità ma anche un grande onore – dice Leonardo Congiu, del dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e coordinatore del progetto -. Con LIFE-RESTORE uniamo competenze scientifiche, istituzionali e operative per dare finalmente allo storione cobice una prospettiva reale di futuro. Lavorare insieme, condividendo obiettivi e metodi, è l’unico modo per garantire risultati concreti e duraturi.»

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UNINCONTRO AL BEATO PELLEGRINO - LA RETTRICE DÀ IL BENVENUTO ALLE MATRICOLE

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Verbale CdA del 15 luglio 2025

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LIFE-RESTORE: AL VIA IL PROGETTO EUROPEO PER SALVARE LO STORIONE COBICE

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Ottobre rosa, riparte la campagna della fondazione AIRC

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Fondazione AIRC rilancia a ottobre 2025 la campagna nastro rosa con il simbolo del nastro incompleto, che rappresenta l'obiettivo non ancora raggiunto di curare tutte le forme di tumore al seno, comprese le più aggressive. Grazie ai progressi della ricerca la sopravvivenza a cinque anni è salita all'88%, ma ogni anno in Italia ci sono ancora circa 53.000 nuove diagnosi e una donna su otto si ammala, mentre rimane un 12% di pazienti per le quali non esistono ancora terapie efficaci, in particolare nei casi di tumore triplo negativo e metastatico che colpiscono circa 37.000 donne.

Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

AIRC, che dal 1965 ha investito 2,5 miliardi di euro sostenendo oltre 5.000 ricercatori in 96 istituti italiani e promuovendo la cultura della prevenzione grazie a 4,5 milioni di sostenitori e 20.000 volontari, invita tutti a partecipare e a informarsi su airc.it.

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Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

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Fondazione AIRC rilancia a ottobre 2025 la campagna nastro rosa con il simbolo del nastro incompleto, che rappresenta l'obiettivo non ancora raggiunto di curare tutte le forme di tumore al seno, comprese le più aggressive. Grazie ai progressi della ricerca la sopravvivenza a cinque anni è salita all'88%, ma ogni anno in Italia ci sono ancora circa 53.000 nuove diagnosi e una donna su otto si ammala, mentre rimane un 12% di pazienti per le quali non esistono ancora terapie efficaci, in particolare nei casi di tumore triplo negativo e metastatico che colpiscono circa 37.000 donne.

Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

AIRC, che dal 1965 ha investito 2,5 miliardi di euro sostenendo oltre 5.000 ricercatori in 96 istituti italiani e promuovendo la cultura della prevenzione grazie a 4,5 milioni di sostenitori e 20.000 volontari, invita tutti a partecipare e a informarsi su airc.it.

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Fondazione AIRC rilancia a ottobre 2025 la campagna nastro rosa con il simbolo del nastro incompleto, che rappresenta l'obiettivo non ancora raggiunto di curare tutte le forme di tumore al seno, comprese le più aggressive. Grazie ai progressi della ricerca la sopravvivenza a cinque anni è salita all'88%, ma ogni anno in Italia ci sono ancora circa 53.000 nuove diagnosi e una donna su otto si ammala, mentre rimane un 12% di pazienti per le quali non esistono ancora terapie efficaci, in particolare nei casi di tumore triplo negativo e metastatico che colpiscono circa 37.000 donne.

Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

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Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

AIRC, che dal 1965 ha investito 2,5 miliardi di euro sostenendo oltre 5.000 ricercatori in 96 istituti italiani e promuovendo la cultura della prevenzione grazie a 4,5 milioni di sostenitori e 20.000 volontari, invita tutti a partecipare e a informarsi su airc.it.

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Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

AIRC, che dal 1965 ha investito 2,5 miliardi di euro sostenendo oltre 5.000 ricercatori in 96 istituti italiani e promuovendo la cultura della prevenzione grazie a 4,5 milioni di sostenitori e 20.000 volontari, invita tutti a partecipare e a informarsi su airc.it.

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Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

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La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

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Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

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Fondazione AIRC rilancia a ottobre 2025 la campagna nastro rosa con il simbolo del nastro incompleto, che rappresenta l'obiettivo non ancora raggiunto di curare tutte le forme di tumore al seno, comprese le più aggressive. Grazie ai progressi della ricerca la sopravvivenza a cinque anni è salita all'88%, ma ogni anno in Italia ci sono ancora circa 53.000 nuove diagnosi e una donna su otto si ammala, mentre rimane un 12% di pazienti per le quali non esistono ancora terapie efficaci, in particolare nei casi di tumore triplo negativo e metastatico che colpiscono circa 37.000 donne.

Per affrontare queste sfide AIRC nel 2025 investe 14 milioni di euro in progetti e borse di studio, proseguendo un impegno che in 60 anni ha contribuito a rivoluzionare la cura del tumore al seno, dal trastuzumab alle terapie mirate, fino all'immunoterapia e agli anticorpi immuno-coniugati.

Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

La campagna sottolinea anche l'importanza della diagnosi precoce e della prevenzione con stili di vita salutari, ricordando che in Italia solo il 75% delle donne tra i 50 e i 69 anni si sottopone alla mammografia, con forti differenze tra Nord e Sud Italia, e che fattori come inattività fisica, fumo e consumo di alcol aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

Per sostenere la ricerca e sensibilizzare la popolazione è possibile indossare la spilla con il nastro incompleto, distribuita nelle farmacie e nei punti vendita aderenti, grazie al progetto "Insieme per la prevenzione" e al sostegno di numerosi partner aziendali e istituzionali, tra i quali The Estée Lauder Companies Italia come main partner, insieme a realtà come Acqua Vitasnella, AICG, ALDI, ANCI, Cassa Centrale Banca, Chiquita, Coccinelle, Dr. Max, Magazzini Gabrielli, Marcolin, Veepee e altre reti di distribuzione.

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Come spiega Anna Mondino, direttrice scientifica di fondazione AIRC "Per la cura del tumore al seno sono stati raggiunti risultati importanti: fino a quasi trent'anni fa, oltre alla chirurgia, potevamo ricorrere solo alla chemioterapia, alla radioterapia e alle terapie ormonali. Poi nel 1998 è arrivato il trastuzumab, il primo anticorpo monoclonale contro un tumore solido. Si tratta di uno dei farmaci che ha maggiormente rivoluzionato il trattamento del tumore del seno, in particolare dei casi di tipo HER2-positivo, in precedenza difficili da trattare. Successivamente i ricercatori hanno individuato altre caratteristiche molecolari in specifici gruppi di pazienti e tipi di cancro, sviluppando terapie mirate in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali. Oggi, grazie a studi che hanno richiesto qualche decennio, disponiamo anche dell'immunoterapia, una nuova frontiera che sta cambiando la storia di questo tumore quando è in fase precoce. Per le forme avanzate si possono invece utilizzare gli anticorpi immuno-coniugati: farmaci che hanno profondamente modificato i protocolli di cura, offrendo notevoli vantaggi per la sopravvivenza".

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Dottorati

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Iscrizione contemporanea a due corsi post lauream

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Applications for intergenerational cohabitation open until October 5

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Until October 5, students looking for accommodation for the 2025/2026 academic year can apply to take part in the intergenerational cohabitation initiative promoted by the Municipality of Padua.

By matching students’ housing needs with the availability of landlords and landladies, the intergenerational cohabitation project aims to foster an alliance between young people searching for housing in the city and Padua residents over 65 who are willing to share their home with a student.

To apply, candidates must fill out the online form, where they can also indicate some preferences regarding the desired accommodation.

The number of cohabitations may vary depending on the applications received from homeowners willing to make their homes available. For this reason, accommodation cannot be guaranteed to all applicants. This new application phase has been made possible thanks to new availabilities offered by landlords and landladies, particularly for housing in peripheral areas of the city.

Homeowners over 65 interested in hosting students can continue to express their availability by completing the online form.

The project, launched as an initiative of the University of Padua’s Pro-Rectorate for the Right to Education, began experimentally in summer 2023 with a working group coordinated by the Municipality in collaboration with the University of Padua, ESU, and social partners. One of these experiences was also featured in an episode of Pif’s program Caro Marziano: watch the episode online.

For more information:
Intergenerational Cohabitation Project
Tel: 3534400169
Email: coabitazione@comune.padova.it

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Homeowners over 65 interested in hosting students can continue to express their availability by completing the online form.

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Until October 5, students looking for accommodation for the 2025/2026 academic year can apply to take part in the intergenerational cohabitation initiative promoted by the Municipality of Padua.

By matching students’ housing needs with the availability of landlords and landladies, the intergenerational cohabitation project aims to foster an alliance between young people searching for housing in the city and Padua residents over 65 who are willing to share their home with a student.

To apply, candidates must fill out the online form, where they can also indicate some preferences regarding the desired accommodation.

The number of cohabitations may vary depending on the applications received from homeowners willing to make their homes available. For this reason, accommodation cannot be guaranteed to all applicants. This new application phase has been made possible thanks to new availabilities offered by landlords and landladies, particularly for housing in peripheral areas of the city.

Homeowners over 65 interested in hosting students can continue to express their availability by completing the online form.

The project, launched as an initiative of the University of Padua’s Pro-Rectorate for the Right to Education, began experimentally in summer 2023 with a working group coordinated by the Municipality in collaboration with the University of Padua, ESU, and social partners. One of these experiences was also featured in an episode of Pif’s program Caro Marziano: watch the episode online.

For more information:
Intergenerational Cohabitation Project
Tel: 3534400169
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Scatti stipendi triennali - Docenti aventi titolo allo scatto stipendiale triennale - bando 2024 - CdA del 30 settembre 2025

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Aperte fino al 5 ottobre le candidature per la coabitazione intergenerazionale

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Fino al 5 ottobre studenti e studentesse alla ricerca di un alloggio per l’anno accademico 2025/2026 possono candidarsi per partecipare all'iniziativa di coabitazione intergenerazionale proposta dal Comune di Padova.
Incrociando le richieste di studenti e studentesse in cerca di alloggio e le disponibilità di proprietarie e proprietari locatori, il progetto di coabitazione intergenerazionale, vuole promuovere un’alleanza tra la popolazione giovanile che cerca casa in città e cittadine e cittadini di Padova over 65 disponibili a condividere la propria abitazione con uno studente o una studentessa.

Per candidarsi è necessario compilare il modulo online dove è possibile esprimere alcune preferenze rispetto alla sistemazione desiderata.

Il numero di coabitazioni è variabile e dipende dalle candidature dei proprietari e dalle proprietarie che mettono a disposizione le loro abitazioni. Per questo motivo, non sarà possibile garantire un alloggio a tutte le persone che si candidano. Questa nuova fase di candidature è resa possibile da alcune nuove disponibilità di proprietari e proprietarie, per alloggi in zone periferiche della città.

proprietari e le proprietarie over 65 interessati ad ospitare studentesse e studenti, possono continuare a segnalare la propria disponibilità compilando il modulo online.

Il progetto, partito da un’iniziativa del prorettorato Unipd per il Diritto allo studio, è iniziato sperimentalmente nell’estate 2023 con un tavolo di lavoro condiviso dal Comune in collaborazione con l’Università di Padova, ESU e le parti sociali. Di una di queste esperienze si è parlato anche in una puntata del programma di Pif "Caro Marziano": guarda la puntata online.

Per maggiori informazioni: Progetto Coabitazione Intergenerazionale
Tel: 3534400169
Mail: coabitazione@comune.padova.it

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Per candidarsi è necessario compilare il modulo online dove è possibile esprimere alcune preferenze rispetto alla sistemazione desiderata.

Il numero di coabitazioni è variabile e dipende dalle candidature dei proprietari e dalle proprietarie che mettono a disposizione le loro abitazioni. Per questo motivo, non sarà possibile garantire un alloggio a tutte le persone che si candidano. Questa nuova fase di candidature è resa possibile da alcune nuove disponibilità di proprietari e proprietarie, per alloggi in zone periferiche della città.

proprietari e le proprietarie over 65 interessati ad ospitare studentesse e studenti, possono continuare a segnalare la propria disponibilità compilando il modulo online.

Il progetto, partito da un’iniziativa del prorettorato Unipd per il Diritto allo studio, è iniziato sperimentalmente nell’estate 2023 con un tavolo di lavoro condiviso dal Comune in collaborazione con l’Università di Padova, ESU e le parti sociali. Di una di queste esperienze si è parlato anche in una puntata del programma di Pif "Caro Marziano": guarda la puntata online.

Per maggiori informazioni: Progetto Coabitazione Intergenerazionale
Tel: 3534400169
Mail: coabitazione@comune.padova.it

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Fino al 5 ottobre studenti e studentesse alla ricerca di un alloggio per l’anno accademico 2025/2026 possono candidarsi per partecipare all'iniziativa di coabitazione intergenerazionale proposta dal Comune di Padova.
Incrociando le richieste di studenti e studentesse in cerca di alloggio e le disponibilità di proprietarie e proprietari locatori, il progetto di coabitazione intergenerazionale, vuole promuovere un’alleanza tra la popolazione giovanile che cerca casa in città e cittadine e cittadini di Padova over 65 disponibili a condividere la propria abitazione con uno studente o una studentessa.

Per candidarsi è necessario compilare il modulo online dove è possibile esprimere alcune preferenze rispetto alla sistemazione desiderata.

Il numero di coabitazioni è variabile e dipende dalle candidature dei proprietari e dalle proprietarie che mettono a disposizione le loro abitazioni. Per questo motivo, non sarà possibile garantire un alloggio a tutte le persone che si candidano. Questa nuova fase di candidature è resa possibile da alcune nuove disponibilità di proprietari e proprietarie, per alloggi in zone periferiche della città.

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Per candidarsi è necessario compilare il modulo online dove è possibile esprimere alcune preferenze rispetto alla sistemazione desiderata.

Il numero di coabitazioni è variabile e dipende dalle candidature dei proprietari e dalle proprietarie che mettono a disposizione le loro abitazioni. Per questo motivo, non sarà possibile garantire un alloggio a tutte le persone che si candidano. Questa nuova fase di candidature è resa possibile da alcune nuove disponibilità di proprietari e proprietarie, per alloggi in zone periferiche della città.

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