Le attività di gruppo favoriscono il benessere psicosociale, lo dimostra uno studio Unipd

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Lo studio “A blended group intervention to promote social connectedness and wellbeing among international university students: an exploratory study”, coordinato da Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova, si è interrogato su quali siano i migliori interventi di aiuto per promuovere il benessere e contrastare l’isolamento sociale e la solitudine di studentesse e studenti.

La ricerca aveva lo scopo di esaminare la fattibilità, l’accettazione e il risultato di un intervento blended (attività di gruppo in presenza guidate da un professionista con materiali di auto-aiuto online); di solo auto-aiuto (accesso ai materiali online) oppure in modalità peer-to-peer (attività di gruppo guidate da altri studenti). Sono stati coinvolti 49 tra studentesse e studenti internazionali dell’Università di Padova – divisi in quattro gruppi – che, per otto settimane, hanno partecipato ai tre tipi di intervento più un gruppo di controllo. Al termine si è valutato l’effetto su solitudine, ansia, depressione, supporto sociale e soddisfazione di vita.

È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

In particolare gli interventi in presenza (blended e peer-to-peer) migliorano le interazioni sociali e aumentano il numero di relazioni rispetto al solo auto-aiuto, consentono di confrontarsi con i pari e creare nuove connessioni sociali. Questi interventi hanno fornito un contesto sociale sicuro dove i partecipanti hanno potuto creare connessioni significative e scambiarsi esperienze, rafforzando il senso di appartenenza. L’atmosfera non giudicante ha facilitato discussioni su temi personali e lo sviluppo di nuove prospettive. Nondimeno, i materiali di auto-aiuto sono percepiti come più utili e soddisfacenti nel contesto blended rispetto all’uso isolato. I gruppi blended e peer-to-peer mostrano una riduzione di solitudine, ansia e depressione, con un aumento della soddisfazione di vita rispetto al gruppo di controllo.

«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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Lo studio “A blended group intervention to promote social connectedness and wellbeing among international university students: an exploratory study”, coordinato da Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova, si è interrogato su quali siano i migliori interventi di aiuto per promuovere il benessere e contrastare l’isolamento sociale e la solitudine di studentesse e studenti.

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È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

In particolare gli interventi in presenza (blended e peer-to-peer) migliorano le interazioni sociali e aumentano il numero di relazioni rispetto al solo auto-aiuto, consentono di confrontarsi con i pari e creare nuove connessioni sociali. Questi interventi hanno fornito un contesto sociale sicuro dove i partecipanti hanno potuto creare connessioni significative e scambiarsi esperienze, rafforzando il senso di appartenenza. L’atmosfera non giudicante ha facilitato discussioni su temi personali e lo sviluppo di nuove prospettive. Nondimeno, i materiali di auto-aiuto sono percepiti come più utili e soddisfacenti nel contesto blended rispetto all’uso isolato. I gruppi blended e peer-to-peer mostrano una riduzione di solitudine, ansia e depressione, con un aumento della soddisfazione di vita rispetto al gruppo di controllo.

«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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La ricerca aveva lo scopo di esaminare la fattibilità, l’accettazione e il risultato di un intervento blended (attività di gruppo in presenza guidate da un professionista con materiali di auto-aiuto online); di solo auto-aiuto (accesso ai materiali online) oppure in modalità peer-to-peer (attività di gruppo guidate da altri studenti). Sono stati coinvolti 49 tra studentesse e studenti internazionali dell’Università di Padova – divisi in quattro gruppi – che, per otto settimane, hanno partecipato ai tre tipi di intervento più un gruppo di controllo. Al termine si è valutato l’effetto su solitudine, ansia, depressione, supporto sociale e soddisfazione di vita.

È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

In particolare gli interventi in presenza (blended e peer-to-peer) migliorano le interazioni sociali e aumentano il numero di relazioni rispetto al solo auto-aiuto, consentono di confrontarsi con i pari e creare nuove connessioni sociali. Questi interventi hanno fornito un contesto sociale sicuro dove i partecipanti hanno potuto creare connessioni significative e scambiarsi esperienze, rafforzando il senso di appartenenza. L’atmosfera non giudicante ha facilitato discussioni su temi personali e lo sviluppo di nuove prospettive. Nondimeno, i materiali di auto-aiuto sono percepiti come più utili e soddisfacenti nel contesto blended rispetto all’uso isolato. I gruppi blended e peer-to-peer mostrano una riduzione di solitudine, ansia e depressione, con un aumento della soddisfazione di vita rispetto al gruppo di controllo.

«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

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La ricerca aveva lo scopo di esaminare la fattibilità, l’accettazione e il risultato di un intervento blended (attività di gruppo in presenza guidate da un professionista con materiali di auto-aiuto online); di solo auto-aiuto (accesso ai materiali online) oppure in modalità peer-to-peer (attività di gruppo guidate da altri studenti). Sono stati coinvolti 49 tra studentesse e studenti internazionali dell’Università di Padova – divisi in quattro gruppi – che, per otto settimane, hanno partecipato ai tre tipi di intervento più un gruppo di controllo. Al termine si è valutato l’effetto su solitudine, ansia, depressione, supporto sociale e soddisfazione di vita.

È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

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«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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Lo studio “A blended group intervention to promote social connectedness and wellbeing among international university students: an exploratory study”, coordinato da Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova, si è interrogato su quali siano i migliori interventi di aiuto per promuovere il benessere e contrastare l’isolamento sociale e la solitudine di studentesse e studenti.

La ricerca aveva lo scopo di esaminare la fattibilità, l’accettazione e il risultato di un intervento blended (attività di gruppo in presenza guidate da un professionista con materiali di auto-aiuto online); di solo auto-aiuto (accesso ai materiali online) oppure in modalità peer-to-peer (attività di gruppo guidate da altri studenti). Sono stati coinvolti 49 tra studentesse e studenti internazionali dell’Università di Padova – divisi in quattro gruppi – che, per otto settimane, hanno partecipato ai tre tipi di intervento più un gruppo di controllo. Al termine si è valutato l’effetto su solitudine, ansia, depressione, supporto sociale e soddisfazione di vita.

È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

In particolare gli interventi in presenza (blended e peer-to-peer) migliorano le interazioni sociali e aumentano il numero di relazioni rispetto al solo auto-aiuto, consentono di confrontarsi con i pari e creare nuove connessioni sociali. Questi interventi hanno fornito un contesto sociale sicuro dove i partecipanti hanno potuto creare connessioni significative e scambiarsi esperienze, rafforzando il senso di appartenenza. L’atmosfera non giudicante ha facilitato discussioni su temi personali e lo sviluppo di nuove prospettive. Nondimeno, i materiali di auto-aiuto sono percepiti come più utili e soddisfacenti nel contesto blended rispetto all’uso isolato. I gruppi blended e peer-to-peer mostrano una riduzione di solitudine, ansia e depressione, con un aumento della soddisfazione di vita rispetto al gruppo di controllo.

«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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È emerso dalla ricerca che gli interventi di gruppo (blended e peer-to-peer) favoriscono il benessere psicosociale attraverso la costruzione di significati condivisi e relazioni significative, elementi cruciali per ridurre la solitudine; la modalità peer-to-peer si è rivelata particolarmente efficace nella riduzione della solitudine grazie alla possibilità di creare connessioni autentiche e supporto reciproco.

«Abbiamo deciso di monitorare gli studenti internazionali perché affrontano difficoltà uniche, come l’adattamento a un nuovo ambiente e la gestione della distanza dalla propria rete di supporto sociale. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato questi problemi, riducendo le opportunità di socializzazione e accentuando il senso di isolamento. In questo contesto, è fondamentale sviluppare interventi mirati per affrontare il tema della solitudine e promuovere il benessere psicosociale degli studenti. Gli interventi mirati come dimostra la ricerca – spiega Sabrina Cipolletta del Dipartimento di Psicologia generale dell'Università di Padova che ha coordinato la ricerca – possono migliorare il benessere e le connessioni sociali degli studenti internazionali, ma richiedono ulteriori ottimizzazioni per affrontare i limiti metodologici e di implementazione. Come abbiamo dimostrato gli approcci di gruppo, blended e peer-to-peer, si confermano come strumenti chiave per creare comunità coese e migliorare l’adattamento psicosociale degli studenti universitari».

I risultati principali mostrano che gli interventi che includono attività di gruppo in presenza (blended e peer-to-peer) hanno un impatto positivo maggiore rispetto all’intervento esclusivamente online.

In particolare gli interventi in presenza (blended e peer-to-peer) migliorano le interazioni sociali e aumentano il numero di relazioni rispetto al solo auto-aiuto, consentono di confrontarsi con i pari e creare nuove connessioni sociali. Questi interventi hanno fornito un contesto sociale sicuro dove i partecipanti hanno potuto creare connessioni significative e scambiarsi esperienze, rafforzando il senso di appartenenza. L’atmosfera non giudicante ha facilitato discussioni su temi personali e lo sviluppo di nuove prospettive. Nondimeno, i materiali di auto-aiuto sono percepiti come più utili e soddisfacenti nel contesto blended rispetto all’uso isolato. I gruppi blended e peer-to-peer mostrano una riduzione di solitudine, ansia e depressione, con un aumento della soddisfazione di vita rispetto al gruppo di controllo.

«L’intervento blended si rivela il più efficace perché combina i benefici delle attività di gruppo – le esperienze dirette di connessione – e dell’auto-aiuto – cioè le riflessioni personali –, superando le limitazioni degli approcci singoli. Il modello proposto offre un’opportunità innovativa per affrontare il problema della solitudine e migliorare il benessere degli studenti internazionali – sottolinea Sabrina Cipolletta –. La solitudine rappresenta una delle sfide più pressanti per gli studenti universitari, amplificata dal cambiamento di contesto sociale, culturale e accademico che accompagna la transizione verso l’istruzione superiore».

 

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Documentazione richiesta<br>(Corsi di laurea magistrale)

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  • Titolo di studio universitario. Se non ancora conseguito, saranno accettati anche il certificato di iscrizione o il titolo finale provvisorio.
  • Documento di identità in corso di validità (solo per cittadini/e comunitari o non comunitari residenti in Italia) o passaporto;
  • Permesso di soggiorno (solo per cittadini/e non comunitari residenti in Italia);
  • Certificazione di conoscenza della lingua italiana (solo per cittadini/e non comunitari residenti all’estero) o altre certificazioni linguistiche (se previsto tra i requisiti di ammissione di ciascun corso);
  • Eventuale altra documentazione richiesta (come previsto nei requisiti di ammissione di ogni corso).

Il settore Admissions and Welcome si riserva il diritto di richiedere l’Attestato di comparabilità del CIMEA (Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche) del titolo di studio universitario nel caso siano ritenute necessarie ulteriori verifiche sul titolo di studio. L’attestato può essere ottenuto direttamente (a pagamento) creando il proprio account su MyDiplome.

In caso di ammissione, sarà necessario presentare ulteriori documenti compresi gli originali e le copie tradotte/legalizzate dei titoli precedenti. In fase di presentazione della domanda non sarà necessario fornire i documenti legalizzati, ma dovrà comunque essere inserita una traduzione in inglese o in italiano dei titoli di studio precedenti.

Indicazioni utili in caso di disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA)

Le studentesse e gli studenti con disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) possono rivolgersi al Settore Inclusione dell’Ateneo per segnalare eventuali necessità specifiche e per ottenere informazioni sui servizi di supporto disponibili per la frequenza ai corsi e le agevolazioni economiche.

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In caso di ammissione, sarà necessario presentare ulteriori documenti compresi gli originali e le copie tradotte/legalizzate dei titoli precedenti. In fase di presentazione della domanda non sarà necessario fornire i documenti legalizzati, ma dovrà comunque essere inserita una traduzione in inglese o in italiano dei titoli di studio precedenti.

Indicazioni utili in caso di disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA)

Le studentesse e gli studenti con disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) possono rivolgersi al Settore Inclusione dell’Ateneo per segnalare eventuali necessità specifiche e per ottenere informazioni sui servizi di supporto disponibili per la frequenza ai corsi e le agevolazioni economiche.

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Il settore Admissions and Welcome si riserva il diritto di richiedere l’Attestato di comparabilità del CIMEA (Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche) del titolo di studio universitario nel caso siano ritenute necessarie ulteriori verifiche sul titolo di studio. L’attestato può essere ottenuto direttamente (a pagamento) creando il proprio account su MyDiplome.

In caso di ammissione, sarà necessario presentare ulteriori documenti compresi gli originali e le copie tradotte/legalizzate dei titoli precedenti. In fase di presentazione della domanda non sarà necessario fornire i documenti legalizzati, ma dovrà comunque essere inserita una traduzione in inglese o in italiano dei titoli di studio precedenti.

Indicazioni utili in caso di disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA)

Le studentesse e gli studenti con disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) possono rivolgersi al Settore Inclusione dell’Ateneo per segnalare eventuali necessità specifiche e per ottenere informazioni sui servizi di supporto disponibili per la frequenza ai corsi e le agevolazioni economiche.

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Il settore Admissions and Welcome si riserva il diritto di richiedere l’Attestato di comparabilità del CIMEA (Centro Informazioni Mobilità Equivalenze Accademiche) del titolo di studio universitario nel caso siano ritenute necessarie ulteriori verifiche sul titolo di studio. L’attestato può essere ottenuto direttamente (a pagamento) creando il proprio account su MyDiplome.

In caso di ammissione, sarà necessario presentare ulteriori documenti compresi gli originali e le copie tradotte/legalizzate dei titoli precedenti. In fase di presentazione della domanda non sarà necessario fornire i documenti legalizzati, ma dovrà comunque essere inserita una traduzione in inglese o in italiano dei titoli di studio precedenti.

Indicazioni utili in caso di disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA)

Le studentesse e gli studenti con disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) possono rivolgersi al Settore Inclusione dell’Ateneo per segnalare eventuali necessità specifiche e per ottenere informazioni sui servizi di supporto disponibili per la frequenza ai corsi e le agevolazioni economiche.

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Indicazioni utili in caso di disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA)

Le studentesse e gli studenti con disabilità o disturbo specifico dell'apprendimento (DSA) possono rivolgersi al Settore Inclusione dell’Ateneo per segnalare eventuali necessità specifiche e per ottenere informazioni sui servizi di supporto disponibili per la frequenza ai corsi e le agevolazioni economiche.

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prova prove

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La Selezione pubblica è per prova scritta e colloquio.

Le prove di esame consistono in:

Prova scritta a tema, che verterà sul seguente argomento:

  • Fisiologia e fisiopatologia dello sviluppo percettivo, comunicativo e del linguaggio del paziente pediatrico affetto da ipoacusia
  • Fisiologia del sistema uditivo;

Colloquio, che potrà vertere sui seguenti argomenti:

  • test di valutazione dello sviluppo percettivo, comunicativo e del linguaggio del paziente pediatrico affetto da ipoacusia
  • conoscenze base di interesse riabilitativo sul funzionamento di impianti cocleari e protesi acustiche
  • procedure per le attività di ricerca clinica

Verranno inoltre accertate le conoscenze informatiche (analisi statistica e Pacchetto Office) e della conoscenza della lingua inglese (livello di riferimento B2). 

Le prove si intendono superate con una votazione di almeno 21/30 (equivalente a 7/10) in ciascuna di esse. 

Calendario prove d’esame 

  • Prova scritta: il giorno 15.11.2024, alle ore 14:30 presso l’Aula Didattica – Palazzo Storione, Galleria Storione n. 9 – Padova
  • Colloquio: il giorno 20.11.2024, alle ore 14:30 presso il Laboratorio Didattico (c.d. “Auletta ORL”) – 9° piano del Policlinico, Via Giustiniani n. 2 – Padova

Tale comunicazione del calendario avrà valore di notifica a tutti gli effetti.

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La Selezione pubblica è per prova scritta e colloquio.

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Calendario prove d’esame 

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La Selezione pubblica è per prova scritta e colloquio.

Le prove di esame consistono in:

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Calendario prove d’esame 

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La Selezione pubblica è per prova scritta e colloquio.

Le prove di esame consistono in:

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  • Prova scritta: il giorno 15.11.2024, alle ore 14:30 presso l’Aula Didattica – Palazzo Storione, Galleria Storione n. 9 – Padova
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prova scheda

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Tipologia: tempo determinato
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Titolo di studio richiesto: laurea (le classi dei titoli di studio ammesse sono specificate nell’avviso di selezione)

Ulteriore requisito: iscrizione al relativo Albo professionale.
L’iscrizione al corrispondente Albo professionale di uno dei Paesi dell’Unione Europea consente la partecipazione al concorso pubblico, fermo restando l’obbligo dell’iscrizione all’Albo in Italia prima dell’assunzione in servizio; 

La posizione da coprire prevede lo svolgimento delle seguenti attività:

  • supporto all’attività di ricerca, relativamente alla valutazione ed al trattamento delle patologie di interesse otorinolaringoiatrico con impatto sullo sviluppo della comunicazione e del linguaggio
  • supporto alla raccolta dati di interesse riabilitativo
  • supporto alla redazione di articoli scientifici
  • supporto tecnico alla creazione nuove procedure per le attività di ricerca clinica
  • predisposizione di test relativi alla valutazione dello sviluppo percettivo e linguistico dei pazienti ipoacusici
  • analisi di risultati di outcome percettivi dei pazienti ipoacusici in corso di riabilitazione uditiva e logopedica. 

Per lo svolgimento di tali attività, si richiedono le seguenti capacità professionali, conoscenze e competenze:

  • fisiologia del sistema uditivo
  • valutazione e trattamento logopedico del paziente pediatrico affetto da ipoacusia
  • aspetti percettivi necessari alla riabilitazione logopedica
  • valutazione di outcome percettivo e linguistico del paziente ipoacusico
  • gestione ed utilizzo degli apparecchi acustici e degli impianti cocleari e del loro ruolo nel processo riabilitativo
  • valutazione audiologica tramite test dei pazienti ipoacusici portatori di impianto cocleare
  • procedure per le attività di ricerca
  • software applicativi più diffusi (Pacchetto Office).
  • lingua Inglese (livello di riferimento B2). 

Benefits:
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PROVA SCHEDA

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Struttura: Dipartimento di Neuroscienze - DNS
Regime impegno: tempo pieno
Titolo di studio richiesto: laurea (le classi dei titoli di studio ammesse sono specificate nell’avviso di selezione)

Ulteriore requisito: iscrizione al relativo Albo professionale.
L’iscrizione al corrispondente Albo professionale di uno dei Paesi dell’Unione Europea consente la partecipazione al concorso pubblico, fermo restando l’obbligo dell’iscrizione all’Albo in Italia prima dell’assunzione in servizio; 

La posizione da coprire prevede lo svolgimento delle seguenti attività:

  • supporto all’attività di ricerca, relativamente alla valutazione ed al trattamento delle patologie di interesse otorinolaringoiatrico con impatto sullo sviluppo della comunicazione e del linguaggio
  • supporto alla raccolta dati di interesse riabilitativo
  • supporto alla redazione di articoli scientifici
  • supporto tecnico alla creazione nuove procedure per le attività di ricerca clinica
  • predisposizione di test relativi alla valutazione dello sviluppo percettivo e linguistico dei pazienti ipoacusici
  • analisi di risultati di outcome percettivi dei pazienti ipoacusici in corso di riabilitazione uditiva e logopedica. 

Per lo svolgimento di tali attività, si richiedono le seguenti capacità professionali, conoscenze e competenze:

  • fisiologia del sistema uditivo
  • valutazione e trattamento logopedico del paziente pediatrico affetto da ipoacusia
  • aspetti percettivi necessari alla riabilitazione logopedica
  • valutazione di outcome percettivo e linguistico del paziente ipoacusico
  • gestione ed utilizzo degli apparecchi acustici e degli impianti cocleari e del loro ruolo nel processo riabilitativo
  • valutazione audiologica tramite test dei pazienti ipoacusici portatori di impianto cocleare
  • procedure per le attività di ricerca
  • software applicativi più diffusi (Pacchetto Office).
  • lingua Inglese (livello di riferimento B2). 

Benefits:
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https://www.unipd.it/benessere-qualita-lavoro

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Tipologia: tempo determinato
Area: Funzionari
Settore professionale: Scientifico-tecnologico
Posti: 1
Struttura: Dipartimento di Neuroscienze - DNS
Regime impegno: tempo pieno
Titolo di studio richiesto: laurea (le classi dei titoli di studio ammesse sono specificate nell’avviso di selezione)

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Trasparenza - Registro degli accessi - primo semestre 2024

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