Università di Padova e Cuamm insieme per la tutela delle persone più fragili

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
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In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
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In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
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La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
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In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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Sono stati presentati oggi 20 maggio, nel corso di un evento a Palazzo del Bo, due nuovi grandi interventi in Costa D’Avorio e Burkina Faso, destinati alla tutela della salute delle persone più fragili. I due progetti, sostenuti dalla Cooperazione italiana nei due Paesi, vedono il partenariato dell’Università di Padova e di Medici con l’Africa Cuamm e si inseriscono nella cornice del Piano Mattei per l’Africa.

L’intervento in Costa d'Avorio, della durata 3 anni, sostenuto dal Governo italiano con il Piano Mattei, e realizzato in collaborazione con l’Ateneo patavino, riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Abobo e il potenziamento delle Strutture sanitarie urbane a base Comunitaria (FSUCom) di Abobo Avocatier e Abobo Baoulé.
Con una popolazione stimata di circa 750.000 abitanti, Abobo Est rappresenta un contesto urbano in rapida espansione. Il Centro ospedaliero regionale Félix Houphouët-Boigny che nel solo 2024 ha registrato 8.000 parti, si trova a dover rispondere a una domanda crescente di servizi, in una situazione di pesante sovraffollamento. Da qui, la necessità di un notevole intervento infrastrutturale per l’ampliamento della capacità ricettiva, con il potenziamento delle unità di maternità e di neonatologia e l’introduzione di servizi di supporto come la banca del sangue e il centro per l’ossigeno. Ad integrazione di queste, attività trasversali di salute comunitaria, formazione e ricercasaranno poi realizzate sempre grazie al coinvolgimento dell’Università di Padova e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Eugenio Baraldi, del Dipartimento di Salute della donna e del bambino, ha commentato: «Il Dipartimento di Salute della donna e del bambino collabora attivamente con il Cuamm da tantissimi anni, in particolare per due progetti: quello dei Jpo, ovvero l’invio di giovani specializzandi in Africa. Dal 2006, sono stati circa 60 gli specializzandi partiti solo da Padova. Il secondo è quello del Master di alta formazione avviato a Maputo, in Mozambico, che vedrà il prossimo giugno, i primi 6 studenti ottenere il titolo. Siamo orgogliosi, anche in Costa d’Avorio, di essere al fianco del Cuamm. Noi ci metteremo le competenze, il Cuamm la sua professionalità e conoscenza dell’Africa».

In Burkina Faso, invece, l'attività di tre anni prevista, è rivolta alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C.  
Un intervento di 3 milioni di euro, non inserito nel Piano Mattei, ma sostenuto dal 
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), attraverso l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e implementato dal Cuamm e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in stretta collaborazione con il Ministero della salute locale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
In Burkina Faso, le epatiti virali rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità, con una prevalenza dell’epatite B (HBV) stimata intorno al 10% nella popolazione generale, per circa 1 milione di malati cronici di HBV e quasi 300.000 di Epatite C.
Il rischio aumenta significativamente in gruppi vulnerabili, specie le donne in gravidanza. Focalizzato nel Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo, a Ouagadougou, il progetto ha come obiettivo la diagnosi e il trattamento di circa 3.000 donne in gravidanza e bambini affetti da epatiti virali B e C. Il progetto prevede inoltre la formazione specialistica del personale sanitario locale, rafforzando le competenze per una risposta sanitaria sostenibile.

La rettrice Daniela Mapelli, presente all'incontro, ha spiegato: «Oggi presentiamo 2 interventi nuovi e importanti: uno in Costa d’Avorio, a cui sono destinati 12 milioni di euro, che si inserisce all’interno Piano Mattei, la cui forza sta nel fatto di progettare insieme alle realtà locali, al ministero e alle Università del paese. Un intervento per la salute delle mamme e dei bambini, non, unilaterale e calato dall’alto, ma che parte dalla condivisione di esigenze e progettualità, una collaborazione reale fin dalla fase iniziale. L’altro progetto si svilupperà in Burkina Faso, per un valore di 3 milioni di euro che arrivano dal Governo Italiano, e sarà volto alla cura dell’epatite B e C. L’obiettivo è quello di formare le popolazioni locali, così che possano diventare autonome. L’Università ci mette la sua competenza, il Cuamm la sua conoscenza dell’Africa, e insieme si può costruire qualcosa di utile e trasparente».

Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, ha spiegato: «L’intervento che abbiamo avviato pochi giorni fa in Costa d’Avorio riguarda una profonda riqualificazione del Centro Ospedaliero Regionale Félix Houphouët-Boigny di Aboboquartiere molto popoloso di Abidjan, che oggi con 150 posti letto, gestisce circa 8.000 parti l’anno. L’obiettivo è passare dagli attuali 770 mq a una struttura di oltre 2.250mq. E insieme, si garantirà una banca del sangue, un centro per la produzione e la distribuzione dell’ossigeno, un generatore. Il progetto prevede anche il potenziamento di altre 2 strutture urbane e la fornitura di 2 ambulanze, oltre ad attività di formazione e sensibilizzazione comunitaria. In Burkina Faso, l’Oms stima che quasi il 10% della popolazione sia infetta da virus dell’epatite B e circa il 3% da quello dell’epatite C, ovvero più di 1 milione di persone siano malate croniche di HBV e quasi 300.000 di HCV. Il Cuamm e l’Università di Padova stanno avviando un progetto triennale volto alla prevenzione e alla cura delle epatiti B e C presso Centro Ospedaliero Universitario di Bogodogo».

 

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LE ACQUE DI VENEZIA. Una storia millenaria di evoluzione geologica e intervento umano

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Borsa Roberto Tosoni - Scadenza 19-09-2025

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È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

L'importo dell'assegno di ricerca è € 8.500,00.

Bando e informazioni

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È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

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È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

L'importo dell'assegno di ricerca è € 8.500,00.

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Garda Vita ETS, associazione mutualistica di BCC Garda con sede a Montichiari (Bs), ha bandito la diciassettesima borsa di studio "Prof. Roberto Tosoni" per l'anno accademico 2025/2026.

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È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

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L'importo dell'assegno di ricerca è € 8.500,00.

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Garda Vita ETS, associazione mutualistica di BCC Garda con sede a Montichiari (Bs), ha bandito la diciassettesima borsa di studio "Prof. Roberto Tosoni" per l'anno accademico 2025/2026.

È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

L'importo dell'assegno di ricerca è € 8.500,00.

Bando e informazioni

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Garda Vita ETS, associazione mutualistica di BCC Garda con sede a Montichiari (Bs), ha bandito la diciassettesima borsa di studio "Prof. Roberto Tosoni" per l'anno accademico 2025/2026.

È rivolta a ricercatori in ambito oncologico di età non superiore a 35 anni, operanti presso una Clinica Universitaria, Università, Azienda Ospedaliera, Istituto Clinico o altra struttura sanitaria, residenti o operanti in uno dei comuni di competenza di BCC Garda.

L'importo dell'assegno di ricerca è € 8.500,00.

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2025N15 Comunicazione modifica calendario prova scritta

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Borsa Roberto Tosoni - Scadenza 19-09-2025

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Premio Bernardo Nobile - Scadenza 30-06-2025

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

  • studi che valorizzino l'utilizzo di documentazione e informazione brevettuale, anche mediante analisi con Intelligenza Artificiale (AI) di dati, informazioni e processi relativi alla Proprietà Intellettuale (PI);
  • studi e/o analisi di scenario e/o foresight tecnologico aventi a oggetto tecnologie "deep-tech", con particolare riferimento al loro impatto e/o valorizzazione.

L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

Bando e informazioni

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

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In particolare:

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

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L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

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In particolare:

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

  • studi che valorizzino l'utilizzo di documentazione e informazione brevettuale, anche mediante analisi con Intelligenza Artificiale (AI) di dati, informazioni e processi relativi alla Proprietà Intellettuale (PI);
  • studi e/o analisi di scenario e/o foresight tecnologico aventi a oggetto tecnologie "deep-tech", con particolare riferimento al loro impatto e/o valorizzazione.

L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

Bando e informazioni

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

  • studi che valorizzino l'utilizzo di documentazione e informazione brevettuale, anche mediante analisi con Intelligenza Artificiale (AI) di dati, informazioni e processi relativi alla Proprietà Intellettuale (PI);
  • studi e/o analisi di scenario e/o foresight tecnologico aventi a oggetto tecnologie "deep-tech", con particolare riferimento al loro impatto e/o valorizzazione.

L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

  • studi che valorizzino l'utilizzo di documentazione e informazione brevettuale, anche mediante analisi con Intelligenza Artificiale (AI) di dati, informazioni e processi relativi alla Proprietà Intellettuale (PI);
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L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

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La XX Edizione del Premio di laurea o dottorato in memora del dott. Bernardo Nobile intende  valorizzare studi e metodologie per l'analisi di dati e informazioni sia legati alla proprietà intellettuale sia relativi a temi di attualità tecnologica, geopolitica o sociale.

In particolare:

  • studi che valorizzino l'utilizzo di documentazione e informazione brevettuale, anche mediante analisi con Intelligenza Artificiale (AI) di dati, informazioni e processi relativi alla Proprietà Intellettuale (PI);
  • studi e/o analisi di scenario e/o foresight tecnologico aventi a oggetto tecnologie "deep-tech", con particolare riferimento al loro impatto e/o valorizzazione.

L'iniziativa, realizzata con il coinvolgimento dell'Associazione Italiana Documentalisti Brevettuali (AIDB), assegnerà 6 premi in denaro, per l'importo di € 2.500,00

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STUDENTI E LAUREATI DELL’ATENEO INCONTRANO LE AZIENDE. Giovedì 22 maggio in Fiera a Padova la XX edizione del career day dell’Università di Padova

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Convegno annuale: Affrontare il presente, pensando al futuro

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Affrontare il presente, pensando al futuro

Convegno: Affrontare il presente, pensando al futuro

17 dicembre 2020
Il tradizionale convegno annuale che illustra le attività organizzate nell’ambito della didattica innovativa sarà l’occasione per un confronto con attività svolte presso altri Atenei italiani e internazionali.

Informazioni
Programma
Locandina

 

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Affrontare il presente, pensando al futuro

Convegno: Affrontare il presente, pensando al futuro

17 dicembre 2020
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Affrontare il presente, pensando al futuro

Convegno: Affrontare il presente, pensando al futuro

17 dicembre 2020
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Affrontare il presente, pensando al futuro

Convegno: Affrontare il presente, pensando al futuro

17 dicembre 2020
Il tradizionale convegno annuale che illustra le attività organizzate nell’ambito della didattica innovativa sarà l’occasione per un confronto con attività svolte presso altri Atenei italiani e internazionali.

Informazioni
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Affrontare il presente, pensando al futuro

Convegno: Affrontare il presente, pensando al futuro

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T4L Convegno annuale: Oltre l'innovazione

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Oltre l'innovazione

Convegno: Oltre l'innovazione

25 marzo 2022
La comunità universitaria alla ricerca della qualità nell’apprendere e nell’insegnare

Programma
Locandina
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Oltre l'innovazione

Convegno: Oltre l'innovazione

25 marzo 2022
La comunità universitaria alla ricerca della qualità nell’apprendere e nell’insegnare

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Oltre l'innovazione

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25 marzo 2022
La comunità universitaria alla ricerca della qualità nell’apprendere e nell’insegnare

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Convegno: Oltre l'innovazione

25 marzo 2022
La comunità universitaria alla ricerca della qualità nell’apprendere e nell’insegnare

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