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Anche quest'anno Padova è prima sul podio dei mega-atenei in Italia per la classifica Censis.
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
La media è di 90,3, che ci pone in cima alla classifica, seguiti da Bologna con 87,7 e da Pisa con 84,7.
La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Dal 2009, anno in cui l’ateneo era primo nella hit delle università italiane, l’Università di Padova si è saldamente mantenuta tra le migliori del nostro Paese, ponendosi sempre al primo, al secondo o al terzo posto della classifica.
Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
La media è di 90,3, che ci pone in cima alla classifica, seguiti da Bologna con 87,7 e da Pisa con 84,7.
La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
La media è di 90,3, che ci pone in cima alla classifica, seguiti da Bologna con 87,7 e da Pisa con 84,7.
La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Anche quest'anno Padova è prima sul podio dei mega-atenei in Italia per la classifica Censis.
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
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La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Anche quest'anno Padova è prima sul podio dei mega-atenei in Italia per la classifica Censis.
Dal 2009, anno in cui l’ateneo era primo nella hit delle università italiane, l’Università di Padova si è saldamente mantenuta tra le migliori del nostro Paese, ponendosi sempre al primo, al secondo o al terzo posto della classifica.
Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
La media è di 90,3, che ci pone in cima alla classifica, seguiti da Bologna con 87,7 e da Pisa con 84,7.
La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
La media è di 90,3, che ci pone in cima alla classifica, seguiti da Bologna con 87,7 e da Pisa con 84,7.
La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
«La conferma del primo posto nella classifica Censis per il secondo anno consecutivo è per noi non solo motivo di orgoglio. Dopo il ritorno al vertice dello scorso anno, il nuovo riconoscimento consolida un percorso costellato di impegno, coerenza e attenzione quotidiana alla qualità dell’offerta formativa, dei servizi e della vita universitaria – afferma Daniela Mapelli, rettrice dell’Università di Padova –. Vedere il nostro punteggio crescere ancora, da 89,5 a 90,3, ci conferma che, pur consci delle difficoltà, stiamo percorrendo la giusta direzione. È il frutto del lavoro corale di una comunità accademica ampia, consapevole e responsabile: fatta di docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che credono in un’idea di università pubblica, inclusiva e capace di innovare. A tutte e tutti loro va il mio ringraziamento. Siamo riusciti ad aumentare ancora le nostre performance per quanto riguarda i servizi, le strutture, la comunicazione e i servizi digitali, internazionalizzazione e occupabilità. Continuiamo a riservare particolare attenzione al benessere studentesco, e lo facciamo attraverso politiche concrete di supporto al diritto allo studio. Ad esempio, anche per il prossimo anno, abbiamo scelto di confermare la no tax area fino a 30.000 euro di Isee, un impegno economico e sociale che consideriamo fondamentale per garantire reale e paritario accesso alla formazione universitaria. Questa visione si accompagna a una forte spinta verso l’internazionalizzazione: aumentano gli accordi con università estere, cresce la mobilità, e sempre più studentesse e studenti stranieri scelgono Padova come luogo di studio, ricerca e crescita personale. Sappiamo bene quanto le classifiche restituiscano solo una parte della complessità di un Ateneo: questo risultato non è quindi un punto di arrivo, ma uno stimolo ulteriore a impegnarci ulteriormente. Per rafforzare la nostra attrattività, per sostenere la ricerca, per formare cittadine e cittadini consapevoli, e per continuare a rendere l’Università di Padova uno spazio di crescita, libertà e pensiero critico».
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Eccellenti i risultati per il 2025 nei diversi settori esaminati, su cui svetta con un punteggio di 110 l’ambito Comunicazione e servizi digitali, seguito da Occupabilità con 94 punti, Internazionalizzazione con 92 punti, strutture con 86 punti, borse di studio erogate con 83 e i Servizi con un punteggio di 77.
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La classifica Censis confronta la “performance” degli atenei distinguendoli in mega atenei statali (con oltre 40.000 iscritti), grandi atenei statali (da 20 a 40 mila iscritti), medi atenei statali (da 10 a 20 mila iscritti, piccoli atenei statali (fino a 10.000 iscritti), politecnici e atenei non statali.
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Mer, 16/07/2025
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