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Al via in Ateneo il nuovo progetto Bo-BOT che prevede di adottare dapprima in via sperimentale e successivamente in modo sistematico e definitivo, alcuni robot di telepresenza, OHMNI, Robot per la telepresenza, dotati di telecamera grandangolare ad alta definizione (4K) e di un sistema di movimento su ruote facilmente governabile attraverso apposita applicazione.
La fase di sperimentazione, coordinata scientificamente da Luciano Gamberini, direttore del Centro Human-Inspired Technologies (HIT) e seguita da un ricercatore con borsa di studio finanziata dal medesimo Centro, prevede il supporto tecnico dall’Area Informatica e telematica di Ateneo.
La sperimentazione prevede l’applicazione di sei robot in due contesti differenti, didattico e di accesso al patrimonio culturale di Ateneo. Questo primo momento iniziale ha l'obiettivo di verificare l’efficacia dei robot nel permettere e facilitare apprendimento e socializzazione, di misurare la soddisfazione dei partecipanti e di definire il miglior modello di utilizzo possibile in termini di efficienza e fruibilità del sistema (prenotazioni on-line, ricariche, manutenzione…). Inoltre, questa prima fase sperimenale, permette di valutare interfacce speciali per la guida dei robot (Brain-Computer Interface, Joystik labiali). Tali dispositivi permettono alle persone gravemente colpite da paralisi totale del corpo o da altri problemi gravemente invalidanti di interagire e utilizzare il robot tramite comandi impartiti con la bocca (quando possibile) o attraverso la generazione volontaria di potenziali corticali (micro impulsi elettrici celebrali) che diventano veri e propri comandi per il robot.
La prima applicazione, Bo-BOT Learning, è già attiva a partire da ottobre e riguarda l’accesso alle lezioni e la partecipazione alla vita sociale dell’Università di studentesse e studenti con problemi di salute o disabilità particolari rendano impossibile la presenza in l’Ateneo. Tale sperimentazione ha lo scopo di permettere non solo la frequenza a lezione ma anche la partecipazione alla vita del campus.
La telepresenza robotica rappresenta anche uno strumento innovativo e inclusivo per visitare luoghi d’arte ed esplorare il patrimonio storico culturale dell’Ateneo: Bo-BOT for cultural experiences. Con il coordinamento dell'Area Comunicazione e Marketing, il nuovo progetto arricchisce i percorsi di visita dei luoghi di interesse dell’Ateneo, con particolare riferimento a Palazzo Bo.
Grazie ai nuovi robot visitatrici e visitatori “virtuali” collegati da ogni parte del mondo, potranno muoversi dinamicamente all’interno di sale e ambienti, anche in quelli solitamente non raggiungibili per motivi di spazio o di sicurezza. In particolare, i Bo-BOT saranno usati da subito per le visite guidate a Palazzo Bo e, successivamente, anche per quelle a Palazzo Liviano, in Sala dei Giganti e per i vari Musei dell’Ateneo.
La telepresenza consente agli organi di senso di estendersi in altri luoghi, permettendo di vedere e ascoltare ciò che accade in un luogo fisico distante, muoversi nei diversi spazi e interagire con le persone garantendo lo scambio di informazioni da e verso l'utente. La telepresenza è tecnicamente più complessa rispetto alla videoconferenza tradizionale per l'utilizzo di dispositivi robotici o di realtà virtuale che consentono uno scambio e una collaborazione molto indipendente ed efficace.
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Al via in Ateneo il nuovo progetto Bo-BOT che prevede di adottare dapprima in via sperimentale e successivamente in modo sistematico e definitivo, alcuni robot di telepresenza, OHMNI, Robot per la telepresenza, dotati di telecamera grandangolare ad alta definizione (4K) e di un sistema di movimento su ruote facilmente governabile attraverso apposita applicazione.
La fase di sperimentazione, coordinata scientificamente da Luciano Gamberini, direttore del Centro Human-Inspired Technologies (HIT) e seguita da un ricercatore con borsa di studio finanziata dal medesimo Centro, prevede il supporto tecnico dall’Area Informatica e telematica di Ateneo.
La sperimentazione prevede l’applicazione di sei robot in due contesti differenti, didattico e di accesso al patrimonio culturale di Ateneo. Questo primo momento iniziale ha l'obiettivo di verificare l’efficacia dei robot nel permettere e facilitare apprendimento e socializzazione, di misurare la soddisfazione dei partecipanti e di definire il miglior modello di utilizzo possibile in termini di efficienza e fruibilità del sistema (prenotazioni on-line, ricariche, manutenzione…). Inoltre, questa prima fase sperimenale, permette di valutare interfacce speciali per la guida dei robot (Brain-Computer Interface, Joystik labiali). Tali dispositivi permettono alle persone gravemente colpite da paralisi totale del corpo o da altri problemi gravemente invalidanti di interagire e utilizzare il robot tramite comandi impartiti con la bocca (quando possibile) o attraverso la generazione volontaria di potenziali corticali (micro impulsi elettrici celebrali) che diventano veri e propri comandi per il robot.
La prima applicazione, Bo-BOT Learning, è già attiva a partire da ottobre e riguarda l’accesso alle lezioni e la partecipazione alla vita sociale dell’Università di studentesse e studenti con problemi di salute o disabilità particolari rendano impossibile la presenza in l’Ateneo. Tale sperimentazione ha lo scopo di permettere non solo la frequenza a lezione ma anche la partecipazione alla vita del campus.
La telepresenza robotica rappresenta anche uno strumento innovativo e inclusivo per visitare luoghi d’arte ed esplorare il patrimonio storico culturale dell’Ateneo: Bo-BOT for cultural experiences. Con il coordinamento dell'Area Comunicazione e Marketing, il nuovo progetto arricchisce i percorsi di visita dei luoghi di interesse dell’Ateneo, con particolare riferimento a Palazzo Bo.
Grazie ai nuovi robot visitatrici e visitatori “virtuali” collegati da ogni parte del mondo, potranno muoversi dinamicamente all’interno di sale e ambienti, anche in quelli solitamente non raggiungibili per motivi di spazio o di sicurezza. In particolare, i Bo-BOT saranno usati da subito per le visite guidate a Palazzo Bo e, successivamente, anche per quelle a Palazzo Liviano, in Sala dei Giganti e per i vari Musei dell’Ateneo.
La telepresenza consente agli organi di senso di estendersi in altri luoghi, permettendo di vedere e ascoltare ciò che accade in un luogo fisico distante, muoversi nei diversi spazi e interagire con le persone garantendo lo scambio di informazioni da e verso l'utente. La telepresenza è tecnicamente più complessa rispetto alla videoconferenza tradizionale per l'utilizzo di dispositivi robotici o di realtà virtuale che consentono uno scambio e una collaborazione molto indipendente ed efficace.
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Grazie ai nuovi robot visitatrici e visitatori “virtuali” collegati da ogni parte del mondo, potranno muoversi dinamicamente all’interno di sale e ambienti, anche in quelli solitamente non raggiungibili per motivi di spazio o di sicurezza. In particolare, i Bo-BOT saranno usati da subito per le visite guidate a Palazzo Bo e, successivamente, anche per quelle a Palazzo Liviano, in Sala dei Giganti e per i vari Musei dell’Ateneo.
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