2025S41- Scheda

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Tipologia: tempo determinato
Area: Funzionari
Settore professionale: Scientifico-tecnologico
Posti: 1 posto
Struttura: sedi dell'Università degli Studi di Padova
Regime impegno: tempo pieno
Titolo di studio richiesto: laurea (le classi dei titoli di studio ammesse sono specificate nell'avviso di selezione)

La posizione da coprire prevede lo svolgimento delle seguenti attività:

  • acquisizione di neuroimmagini e segnali cerebrali (EEG, MRI, MEG);
  • gestione e aggiornamento di database multimodali contenenti dati di imaging, segnali elettrofisiologici, test cognitivi e dati clinici;
  • sviluppo, utilizzo e manutenzione di pipeline di analisi automatizzate per l'elaborazione dei dati;
  • collaborazione con il personale di ricerca per l'integrazione e l'interpretazione dei dati;
  • supporto nella predisposizione di documentazione tecnica e nel rispetto delle procedure di qualità e sicurezza dei dati.

Per lo svolgimento di tali attività si richiedono le seguenti capacità professionali, conoscenze e competenze:

  • ottima conoscenza dei principali linguaggi di programmazione utilizzati in neuroimaging (in particolare: Matlab, Python, R);
  • ottima conoscenza, anche mediante esperienza, dei metodi di pre-processing e analisi delle immagini cerebrali e dei segnali elettrofisiologici;
  • conoscenza, anche mediante esperienza, di gestione di database multimodali;
  • conoscenza dei principali sistemi operativi (in particolare: Unix, Windows, MacOS);
  • conoscenza, anche mediante esperienza, di progettazione di studi di risonanza magnetica e di gestione organizzativa dei dati acquisiti;
  • nozioni in materia di sicurezza e di anonimizzazione dei dati (in particolare: GDPR-Regolamento (UE) 2016/679);
  • conoscenza della lingua inglese (livello di riferimento B2);
  • orientamento all'utenza sia "interna" (docenti, ricercatori, dottorandi) che "esterna", anche di tipo internazionale;
  • capacità di organizzare in autonomia il proprio lavoro nel rispetto delle scadenze prefissate;
  • attitudine al lavoro di gruppo e al lavoro in equipe;
  • capacità di problem solving.

Benefits:

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http://www.unipd.it/benessere-qualita-lavoro

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La posizione da coprire prevede lo svolgimento delle seguenti attività:

  • acquisizione di neuroimmagini e segnali cerebrali (EEG, MRI, MEG);
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Calendario-Incontri di accoglienza delle matricole

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Incontri di accoglienza delle matricole - Scienze Umane 2025

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Trasparenza - De Conti - Emolumenti a carico della Finanza Pubblica Anno 2024

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Al via l’utilizzo dell’Hub di Ingegneria per il semestre filtro di Medicina

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È entrato in funzione il 1° settembre, con l’accoglienza delle nuove matricole del corso di laurea di Medicina, l’Hub di Ingegneria dell’Università di Padova, il nuovo complesso inaugurato a giugno e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

L’Hub è stato messo subito a disposizione per accompagnare l’avvio anticipato del semestre di Medicina previsto dalla riforma dell’accesso. Grazie al cofinanziamento del Mur, l’Università di Padova ha potuto disporre di una struttura nuova, capiente e tecnologicamente attrezzata, con spazi per circa 3mila studentesse e studenti, garantendo così un mese di didattica in presenza e valorizzando l’inizio dell’esperienza universitaria delle nuove matricole.

Realizzato in tempi rapidi grazie all’impiego di materiali naturali e sostenibili, l’Hub di Ingegneria è il primo edificio universitario in Italia destinato alla didattica con struttura portante interamente in legno. Si estende su oltre 7 mila  mq e offre 16 aule (14 frontali e 2 informatiche), spazi studio, una common room e scale sociali concepite come luoghi di incontro. All’esterno, piazza e giardini con superfici permeabili, sistemi di riuso delle acque piovane e tetto verde delineano un modello di architettura sostenibile. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico con 308 pannelli e di soluzioni a basso impatto che hanno già consentito di evitare oltre 2.100 tonnellate di CO₂. Nel complesso mette a disposizione circa 3 mila posti tra didattica e studio e si candida a diventare un motore culturale e sociale del territorio, ponte tra città e università.

La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

Il finanziamento ministeriale - pari a 9 milioni di euro su un valore complessivo di 29,9 milioni - non riguarda solo la costruzione dell’Hub, ma anche il rafforzamento della qualità della didattica a Padova. L’Università di Padova punta a completare il piano del personale, incrementare i docenti strutturati, aprirsi a talenti internazionali e migliorare l’equilibrio di genere. L’obiettivo è portare il rapporto studenti regolari/docenti da 19,727 a 19,400 (–1,7%), aumentare le ore di didattica erogate da personale di ruolo e ridurre il ricorso a contratti esterni.
I fondi sosterranno inoltre la formazione continua del personale docente attraverso Teaching for Learning (T4L), il programma dedicato alle metodologie student-centered e all’integrazione del digitale che, negli ultimi tre anni, ha coinvolto circa 1.200 docenti.

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È entrato in funzione il 1° settembre, con l’accoglienza delle nuove matricole del corso di laurea di Medicina, l’Hub di Ingegneria dell’Università di Padova, il nuovo complesso inaugurato a giugno e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

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La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

Il finanziamento ministeriale - pari a 9 milioni di euro su un valore complessivo di 29,9 milioni - non riguarda solo la costruzione dell’Hub, ma anche il rafforzamento della qualità della didattica a Padova. L’Università di Padova punta a completare il piano del personale, incrementare i docenti strutturati, aprirsi a talenti internazionali e migliorare l’equilibrio di genere. L’obiettivo è portare il rapporto studenti regolari/docenti da 19,727 a 19,400 (–1,7%), aumentare le ore di didattica erogate da personale di ruolo e ridurre il ricorso a contratti esterni.
I fondi sosterranno inoltre la formazione continua del personale docente attraverso Teaching for Learning (T4L), il programma dedicato alle metodologie student-centered e all’integrazione del digitale che, negli ultimi tre anni, ha coinvolto circa 1.200 docenti.

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È entrato in funzione il 1° settembre, con l’accoglienza delle nuove matricole del corso di laurea di Medicina, l’Hub di Ingegneria dell’Università di Padova, il nuovo complesso inaugurato a giugno e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

L’Hub è stato messo subito a disposizione per accompagnare l’avvio anticipato del semestre di Medicina previsto dalla riforma dell’accesso. Grazie al cofinanziamento del Mur, l’Università di Padova ha potuto disporre di una struttura nuova, capiente e tecnologicamente attrezzata, con spazi per circa 3mila studentesse e studenti, garantendo così un mese di didattica in presenza e valorizzando l’inizio dell’esperienza universitaria delle nuove matricole.

Realizzato in tempi rapidi grazie all’impiego di materiali naturali e sostenibili, l’Hub di Ingegneria è il primo edificio universitario in Italia destinato alla didattica con struttura portante interamente in legno. Si estende su oltre 7 mila  mq e offre 16 aule (14 frontali e 2 informatiche), spazi studio, una common room e scale sociali concepite come luoghi di incontro. All’esterno, piazza e giardini con superfici permeabili, sistemi di riuso delle acque piovane e tetto verde delineano un modello di architettura sostenibile. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico con 308 pannelli e di soluzioni a basso impatto che hanno già consentito di evitare oltre 2.100 tonnellate di CO₂. Nel complesso mette a disposizione circa 3 mila posti tra didattica e studio e si candida a diventare un motore culturale e sociale del territorio, ponte tra città e università.

La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

Il finanziamento ministeriale - pari a 9 milioni di euro su un valore complessivo di 29,9 milioni - non riguarda solo la costruzione dell’Hub, ma anche il rafforzamento della qualità della didattica a Padova. L’Università di Padova punta a completare il piano del personale, incrementare i docenti strutturati, aprirsi a talenti internazionali e migliorare l’equilibrio di genere. L’obiettivo è portare il rapporto studenti regolari/docenti da 19,727 a 19,400 (–1,7%), aumentare le ore di didattica erogate da personale di ruolo e ridurre il ricorso a contratti esterni.
I fondi sosterranno inoltre la formazione continua del personale docente attraverso Teaching for Learning (T4L), il programma dedicato alle metodologie student-centered e all’integrazione del digitale che, negli ultimi tre anni, ha coinvolto circa 1.200 docenti.

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L’Hub è stato messo subito a disposizione per accompagnare l’avvio anticipato del semestre di Medicina previsto dalla riforma dell’accesso. Grazie al cofinanziamento del Mur, l’Università di Padova ha potuto disporre di una struttura nuova, capiente e tecnologicamente attrezzata, con spazi per circa 3mila studentesse e studenti, garantendo così un mese di didattica in presenza e valorizzando l’inizio dell’esperienza universitaria delle nuove matricole.

Realizzato in tempi rapidi grazie all’impiego di materiali naturali e sostenibili, l’Hub di Ingegneria è il primo edificio universitario in Italia destinato alla didattica con struttura portante interamente in legno. Si estende su oltre 7 mila  mq e offre 16 aule (14 frontali e 2 informatiche), spazi studio, una common room e scale sociali concepite come luoghi di incontro. All’esterno, piazza e giardini con superfici permeabili, sistemi di riuso delle acque piovane e tetto verde delineano un modello di architettura sostenibile. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico con 308 pannelli e di soluzioni a basso impatto che hanno già consentito di evitare oltre 2.100 tonnellate di CO₂. Nel complesso mette a disposizione circa 3 mila posti tra didattica e studio e si candida a diventare un motore culturale e sociale del territorio, ponte tra città e università.

La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

Il finanziamento ministeriale - pari a 9 milioni di euro su un valore complessivo di 29,9 milioni - non riguarda solo la costruzione dell’Hub, ma anche il rafforzamento della qualità della didattica a Padova. L’Università di Padova punta a completare il piano del personale, incrementare i docenti strutturati, aprirsi a talenti internazionali e migliorare l’equilibrio di genere. L’obiettivo è portare il rapporto studenti regolari/docenti da 19,727 a 19,400 (–1,7%), aumentare le ore di didattica erogate da personale di ruolo e ridurre il ricorso a contratti esterni.
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L’Hub è stato messo subito a disposizione per accompagnare l’avvio anticipato del semestre di Medicina previsto dalla riforma dell’accesso. Grazie al cofinanziamento del Mur, l’Università di Padova ha potuto disporre di una struttura nuova, capiente e tecnologicamente attrezzata, con spazi per circa 3mila studentesse e studenti, garantendo così un mese di didattica in presenza e valorizzando l’inizio dell’esperienza universitaria delle nuove matricole.

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La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

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È entrato in funzione il 1° settembre, con l’accoglienza delle nuove matricole del corso di laurea di Medicina, l’Hub di Ingegneria dell’Università di Padova, il nuovo complesso inaugurato a giugno e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

L’Hub è stato messo subito a disposizione per accompagnare l’avvio anticipato del semestre di Medicina previsto dalla riforma dell’accesso. Grazie al cofinanziamento del Mur, l’Università di Padova ha potuto disporre di una struttura nuova, capiente e tecnologicamente attrezzata, con spazi per circa 3mila studentesse e studenti, garantendo così un mese di didattica in presenza e valorizzando l’inizio dell’esperienza universitaria delle nuove matricole.

Realizzato in tempi rapidi grazie all’impiego di materiali naturali e sostenibili, l’Hub di Ingegneria è il primo edificio universitario in Italia destinato alla didattica con struttura portante interamente in legno. Si estende su oltre 7 mila  mq e offre 16 aule (14 frontali e 2 informatiche), spazi studio, una common room e scale sociali concepite come luoghi di incontro. All’esterno, piazza e giardini con superfici permeabili, sistemi di riuso delle acque piovane e tetto verde delineano un modello di architettura sostenibile. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico con 308 pannelli e di soluzioni a basso impatto che hanno già consentito di evitare oltre 2.100 tonnellate di CO₂. Nel complesso mette a disposizione circa 3 mila posti tra didattica e studio e si candida a diventare un motore culturale e sociale del territorio, ponte tra città e università.

La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

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È entrato in funzione il 1° settembre, con l’accoglienza delle nuove matricole del corso di laurea di Medicina, l’Hub di Ingegneria dell’Università di Padova, il nuovo complesso inaugurato a giugno e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur).

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Realizzato in tempi rapidi grazie all’impiego di materiali naturali e sostenibili, l’Hub di Ingegneria è il primo edificio universitario in Italia destinato alla didattica con struttura portante interamente in legno. Si estende su oltre 7 mila  mq e offre 16 aule (14 frontali e 2 informatiche), spazi studio, una common room e scale sociali concepite come luoghi di incontro. All’esterno, piazza e giardini con superfici permeabili, sistemi di riuso delle acque piovane e tetto verde delineano un modello di architettura sostenibile. L’edificio è dotato di un impianto fotovoltaico con 308 pannelli e di soluzioni a basso impatto che hanno già consentito di evitare oltre 2.100 tonnellate di CO₂. Nel complesso mette a disposizione circa 3 mila posti tra didattica e studio e si candida a diventare un motore culturale e sociale del territorio, ponte tra città e università.

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La necessità di dotare l’Ateneo di nuovi spazi e di più docenti nasce dalla crescita dell’Università di Padova - in controtendenza rispetto al quadro nazionale - che ha visto gli iscritti passare da circa 62.500 nel ciclo di studi 2019/20 a oltre 73.300 nell'anno accademico 2023/24, con un incremento del 16,8%. Parallelamente, i corsi sono aumentati da 182 a 204. Da qui l’esigenza, in linea con gli obiettivi indicati dal Mur, di mantenere alta la qualità della didattica e dell’esperienza di studio. Due esigenze a cui Ministero e Ateneo hanno deciso di rispondere investendo su ambienti di apprendimento più capienti, accessibili e tecnologici e un miglior rapporto studenti/docenti, così da offrire a tutti - comprese studentesse e studenti con disabilità e DSA e chi frequenta sedi più decentrate - condizioni di studio migliori e più eque. In questo modo l’Università di Padova potrà rispondere alla crescita degli iscritti senza rinunciare alla qualità, rafforzando il proprio ruolo di ateneo equo e competitivo, in piena coerenza con gli obiettivi del MUR.

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Premio in memoria di Felice Masi - Scadenza 21 luglio 2025

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La scomparsa di Riccardo Pozzobon

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E' stata attivata  una raccolta fondi online a favore della famiglia di Riccardo Pozzobon, grazie all’aiuto dell’Associazione La Venta: buonacausa.org/cause/riccardopozzobon
È possibile donare sia con carta di credito via paypal, sia con bonifico. Tutti i fondi vanno direttamente alla famiglia, senza intermediari.


 

È scomparso in Alaska, durante una missione, il nostro ricercatore Riccardo Pozzobon, geologo planetario. Era partito il 26 agosto per l’Alaska insieme ad altri scienziati per partecipare al progetto Gemini.

Le parole della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli.
«Siamo tutti senza parole, affranti. L'intera comunità che forma l'ateneo patavino piange la scomparsa del nostro ricercatore Riccardo Pozzobon. La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni, analizzando i ghiacciai dell'Alaska all'interno di un progetto internazionale importante, finanziato dal National Geographic Grant Program. Il dolore e il senso di ingiustizia, impotenza di fronte a questa morte così prematura si accompagnano alla volontà, già da ora, di ricordare Riccardo. L'Università si stringe attorno alla compagna, al giovane figlio, ai genitori, alla sorella, alle amiche e agli amici del nostro ricercatore».

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E' stata attivata  una raccolta fondi online a favore della famiglia di Riccardo Pozzobon, grazie all’aiuto dell’Associazione La Venta: buonacausa.org/cause/riccardopozzobon
È possibile donare sia con carta di credito via paypal, sia con bonifico. Tutti i fondi vanno direttamente alla famiglia, senza intermediari.


 

È scomparso in Alaska, durante una missione, il nostro ricercatore Riccardo Pozzobon, geologo planetario. Era partito il 26 agosto per l’Alaska insieme ad altri scienziati per partecipare al progetto Gemini.

Le parole della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli.
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È scomparso in Alaska, durante una missione, il nostro ricercatore Riccardo Pozzobon, geologo planetario. Era partito il 26 agosto per l’Alaska insieme ad altri scienziati per partecipare al progetto Gemini.

Le parole della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli.
«Siamo tutti senza parole, affranti. L'intera comunità che forma l'ateneo patavino piange la scomparsa del nostro ricercatore Riccardo Pozzobon. La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni, analizzando i ghiacciai dell'Alaska all'interno di un progetto internazionale importante, finanziato dal National Geographic Grant Program. Il dolore e il senso di ingiustizia, impotenza di fronte a questa morte così prematura si accompagnano alla volontà, già da ora, di ricordare Riccardo. L'Università si stringe attorno alla compagna, al giovane figlio, ai genitori, alla sorella, alle amiche e agli amici del nostro ricercatore».

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È scomparso in Alaska, durante una missione, il nostro ricercatore Riccardo Pozzobon, geologo planetario. Era partito il 26 agosto per l’Alaska insieme ad altri scienziati per partecipare al progetto Gemini.

Le parole della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli.
«Siamo tutti senza parole, affranti. L'intera comunità che forma l'ateneo patavino piange la scomparsa del nostro ricercatore Riccardo Pozzobon. La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni, analizzando i ghiacciai dell'Alaska all'interno di un progetto internazionale importante, finanziato dal National Geographic Grant Program. Il dolore e il senso di ingiustizia, impotenza di fronte a questa morte così prematura si accompagnano alla volontà, già da ora, di ricordare Riccardo. L'Università si stringe attorno alla compagna, al giovane figlio, ai genitori, alla sorella, alle amiche e agli amici del nostro ricercatore».

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Le parole della rettrice dell'Università di Padova, Daniela Mapelli.
«Siamo tutti senza parole, affranti. L'intera comunità che forma l'ateneo patavino piange la scomparsa del nostro ricercatore Riccardo Pozzobon. La morte lo ha colto mentre lavorava per il suo ateneo, mentre si cimentava in una delle sue passioni, analizzando i ghiacciai dell'Alaska all'interno di un progetto internazionale importante, finanziato dal National Geographic Grant Program. Il dolore e il senso di ingiustizia, impotenza di fronte a questa morte così prematura si accompagnano alla volontà, già da ora, di ricordare Riccardo. L'Università si stringe attorno alla compagna, al giovane figlio, ai genitori, alla sorella, alle amiche e agli amici del nostro ricercatore».

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Informazioni sullo svolgimento della prova

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