Rappresentazioni grafiche (mappe concettuali, formulari) - Per gli esami - Disabilità

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Per saperne di più su mappe e formulari (a cosa servono, come si impostano correttamente, quando utilizzarli e altro) si possono consultare questi due video:

La rappresentazione grafica della conoscenza – Zamperlin

Gli strumenti compensativi e formulari - Casadio

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Le rappresentazioni grafiche della conoscenza (mappe concettuali, formulari...) sono strumenti compensativi di supporto allo studio che facilitano una prestazione richiesta nell’abilità deficitaria senza facilitarla nel suo complesso da un punto di vista cognitivo (MIUR, Linee guida per il diritto allo studio allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011). Rientrano tra le misure compensative previste dalla Legge 170 del 2010, e in alcune situazioni possono fungere da supporto per le prove scritte o per le esposizioni orali. Il loro impiego viene valutato di caso in caso, in collaborazione con la/il docente, in funzione della natura e struttura della prova d’esame e delle necessità specifiche della studentessa o dello studente.

Per saperne di più su mappe e formulari (a cosa servono, come si impostano correttamente, quando utilizzarli e altro) si possono consultare questi due video:

La rappresentazione grafica della conoscenza – Zamperlin

Gli strumenti compensativi e formulari - Casadio

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Le rappresentazioni grafiche della conoscenza (mappe concettuali, formulari...) sono strumenti compensativi di supporto allo studio che facilitano una prestazione richiesta nell’abilità deficitaria senza facilitarla nel suo complesso da un punto di vista cognitivo (MIUR, Linee guida per il diritto allo studio allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011). Rientrano tra le misure compensative previste dalla Legge 170 del 2010, e in alcune situazioni possono fungere da supporto per le prove scritte o per le esposizioni orali. Il loro impiego viene valutato di caso in caso, in collaborazione con la/il docente, in funzione della natura e struttura della prova d’esame e delle necessità specifiche della studentessa o dello studente.

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Le rappresentazioni grafiche della conoscenza (mappe concettuali, formulari...) sono strumenti compensativi di supporto allo studio che facilitano una prestazione richiesta nell’abilità deficitaria senza facilitarla nel suo complesso da un punto di vista cognitivo (MIUR, Linee guida per il diritto allo studio allegate al Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011). Rientrano tra le misure compensative previste dalla Legge 170 del 2010, e in alcune situazioni possono fungere da supporto per le prove scritte o per le esposizioni orali. Il loro impiego viene valutato di caso in caso, in collaborazione con la/il docente, in funzione della natura e struttura della prova d’esame e delle necessità specifiche della studentessa o dello studente.

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Gli strumenti compensativi e formulari - Casadio

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Richiesta prova personalizzata - Per gli esami - Disabilità

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Dal 3 marzo 2025, le procedure di richiesta e assegnazione di misure compensative e personalizzazioni degli esami sono digitalizzate. Le studetess e gli studenti possono richiedere le misure e personalizzazioni durante la fase di iscrizione agli appelli in Uniweb, anche tramite la App Myunipd.

Si possono richiedere direttamente in Uniweb e tramite App le misure compensative e i supporti che il Settore Inclusione ha associato al profilo di ciascuno studente o studentessa (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili visibili da Uniweb/App).

È possibile fare richiesta di prova d’esame personalizzata in Uniweb/App fino a 10 giorni prima della data dell’appello. Scaduti i 10 giorni, sarà comunque possibile iscriversi all’appello senza misure compensative.

Continuano ad essere gestite con le modalità finora utilizzate, compilando il relativo form entro i 10 giorni che precedono la data dell'appellosolo quelle misure  (es. mappe concettuali, formulari, tutor lettore/amanuense, utilizzo di un pc…) che prevedono l’intervento organizzativo del Settore Inclusione e/o il preventivo accordo con le docenti e i docenti (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili non visibili da Uniweb/App).

Aggiornare la App Myunipd è fondamentale per ottenere tutte le nuove funzionalità. L’ultima versione (1.4.1) è disponibile negli store Apple e Android. Per sapere qual è la versione che si è installata, bisogna accedere alle impostazioni presenti nella pagina "Profilo personale" di Myunipd: sotto alla voce “Esci” è presente la versione di riferimento dell’App.

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Dal 3 marzo 2025, le procedure di richiesta e assegnazione di misure compensative e personalizzazioni degli esami sono digitalizzate. Le studetess e gli studenti possono richiedere le misure e personalizzazioni durante la fase di iscrizione agli appelli in Uniweb, anche tramite la App Myunipd.

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Continuano ad essere gestite con le modalità finora utilizzate, compilando il relativo form entro i 10 giorni che precedono la data dell'appellosolo quelle misure  (es. mappe concettuali, formulari, tutor lettore/amanuense, utilizzo di un pc…) che prevedono l’intervento organizzativo del Settore Inclusione e/o il preventivo accordo con le docenti e i docenti (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili non visibili da Uniweb/App).

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Si possono richiedere direttamente in Uniweb e tramite App le misure compensative e i supporti che il Settore Inclusione ha associato al profilo di ciascuno studente o studentessa (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili visibili da Uniweb/App).

È possibile fare richiesta di prova d’esame personalizzata in Uniweb/App fino a 10 giorni prima della data dell’appello. Scaduti i 10 giorni, sarà comunque possibile iscriversi all’appello senza misure compensative.

Continuano ad essere gestite con le modalità finora utilizzate, compilando il relativo form entro i 10 giorni che precedono la data dell'appellosolo quelle misure  (es. mappe concettuali, formulari, tutor lettore/amanuense, utilizzo di un pc…) che prevedono l’intervento organizzativo del Settore Inclusione e/o il preventivo accordo con le docenti e i docenti (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili non visibili da Uniweb/App).

Aggiornare la App Myunipd è fondamentale per ottenere tutte le nuove funzionalità. L’ultima versione (1.4.1) è disponibile negli store Apple e Android. Per sapere qual è la versione che si è installata, bisogna accedere alle impostazioni presenti nella pagina "Profilo personale" di Myunipd: sotto alla voce “Esci” è presente la versione di riferimento dell’App.

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Dal 3 marzo 2025, le procedure di richiesta e assegnazione di misure compensative e personalizzazioni degli esami sono digitalizzate. Le studetess e gli studenti possono richiedere le misure e personalizzazioni durante la fase di iscrizione agli appelli in Uniweb, anche tramite la App Myunipd.

Si possono richiedere direttamente in Uniweb e tramite App le misure compensative e i supporti che il Settore Inclusione ha associato al profilo di ciascuno studente o studentessa (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili visibili da Uniweb/App).

È possibile fare richiesta di prova d’esame personalizzata in Uniweb/App fino a 10 giorni prima della data dell’appello. Scaduti i 10 giorni, sarà comunque possibile iscriversi all’appello senza misure compensative.

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Dal 3 marzo 2025, le procedure di richiesta e assegnazione di misure compensative e personalizzazioni degli esami sono digitalizzate. Le studetess e gli studenti possono richiedere le misure e personalizzazioni durante la fase di iscrizione agli appelli in Uniweb, anche tramite la App Myunipd.

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Dal 3 marzo 2025, le procedure di richiesta e assegnazione di misure compensative e personalizzazioni degli esami sono digitalizzate. Le studetess e gli studenti possono richiedere le misure e personalizzazioni durante la fase di iscrizione agli appelli in Uniweb, anche tramite la App Myunipd.

Si possono richiedere direttamente in Uniweb e tramite App le misure compensative e i supporti che il Settore Inclusione ha associato al profilo di ciascuno studente o studentessa (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili visibili da Uniweb/App).

È possibile fare richiesta di prova d’esame personalizzata in Uniweb/App fino a 10 giorni prima della data dell’appello. Scaduti i 10 giorni, sarà comunque possibile iscriversi all’appello senza misure compensative.

Continuano ad essere gestite con le modalità finora utilizzate, compilando il relativo form entro i 10 giorni che precedono la data dell'appellosolo quelle misure  (es. mappe concettuali, formulari, tutor lettore/amanuense, utilizzo di un pc…) che prevedono l’intervento organizzativo del Settore Inclusione e/o il preventivo accordo con le docenti e i docenti (cfr. nel Tutorial qui sotto scaricabile l’elenco degli strumenti compensativi e degli ausili non visibili da Uniweb/App).

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È possibile fare richiesta di prova d’esame personalizzata in Uniweb/App fino a 10 giorni prima della data dell’appello. Scaduti i 10 giorni, sarà comunque possibile iscriversi all’appello senza misure compensative.

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Un nuovo strumento molecolare per capire come funzionano le nostre cellule

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Un team dell’Università di Padova e del Cnr-In ha messo a punto una tecnica innovativa per studiare come gli organelli all’interno delle cellule si scambiano informazioni e coordinano le loro attività, favorendo quindi la comprensione di fondamentali processi fisiopatologici. La ricerca, che ha coinvolto anche istituzioni scientifiche internazionali, è pubblicata su Nature Communications.

Le nostre cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che funzionano come gli ingranaggi dentro un motore. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole, contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività. 

Questa relazione tra organelli cellulari si basa su un equilibrio molto delicato e negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come piccole perturbazioni di questa comunicazione si associno allo sviluppo di svariate patologie, dai tumori alle malattie neurodegenerative.

In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

L’importanza di questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge Paola Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia, oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.

“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Questa relazione tra organelli cellulari si basa su un equilibrio molto delicato e negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come piccole perturbazioni di questa comunicazione si associno allo sviluppo di svariate patologie, dai tumori alle malattie neurodegenerative.

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“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

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In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

L’importanza di questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge Paola Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia, oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.

“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Un team dell’Università di Padova e del Cnr-In ha messo a punto una tecnica innovativa per studiare come gli organelli all’interno delle cellule si scambiano informazioni e coordinano le loro attività, favorendo quindi la comprensione di fondamentali processi fisiopatologici. La ricerca, che ha coinvolto anche istituzioni scientifiche internazionali, è pubblicata su Nature Communications.

Le nostre cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che funzionano come gli ingranaggi dentro un motore. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole, contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività. 

Questa relazione tra organelli cellulari si basa su un equilibrio molto delicato e negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come piccole perturbazioni di questa comunicazione si associno allo sviluppo di svariate patologie, dai tumori alle malattie neurodegenerative.

In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

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“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Le nostre cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che funzionano come gli ingranaggi dentro un motore. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole, contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività. 

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In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

L’importanza di questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge Paola Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia, oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.

“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

L’importanza di questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge Paola Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia, oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.

“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Un team dell’Università di Padova e del Cnr-In ha messo a punto una tecnica innovativa per studiare come gli organelli all’interno delle cellule si scambiano informazioni e coordinano le loro attività, favorendo quindi la comprensione di fondamentali processi fisiopatologici. La ricerca, che ha coinvolto anche istituzioni scientifiche internazionali, è pubblicata su Nature Communications.

Le nostre cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che funzionano come gli ingranaggi dentro un motore. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole, contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività. 

Questa relazione tra organelli cellulari si basa su un equilibrio molto delicato e negli ultimi anni diverse ricerche hanno evidenziato come piccole perturbazioni di questa comunicazione si associno allo sviluppo di svariate patologie, dai tumori alle malattie neurodegenerative.

In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

L’importanza di questi risultati, è aumentata dal fatto che in molte patologie la coordinazione tra gli organelli cellulari risulta difettosa. “In effetti”, aggiunge Paola Pizzo (Università degli Studi di Padova), “il nostro gruppo aveva già riportato in precedenza come in alcune forme della malattia di Alzheimer la comunicazione tra due specifici organelli cellulari, il reticolo endoplasmatico ed i mitocondri, sia alterata. Tuttavia, non è facile comprendere se queste alterazioni siano semplicemente una conseguenza dell’insorgere della malattia, oppure possano essere una concausa importante, rappresentando, in quest’ultimo caso, un interessante target per lo sviluppo di nuovi farmaci”.

“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Un team dell’Università di Padova e del Cnr-In ha messo a punto una tecnica innovativa per studiare come gli organelli all’interno delle cellule si scambiano informazioni e coordinano le loro attività, favorendo quindi la comprensione di fondamentali processi fisiopatologici. La ricerca, che ha coinvolto anche istituzioni scientifiche internazionali, è pubblicata su Nature Communications.

Le nostre cellule sono in grado di svolgere le più svariate attività grazie all’esistenza, al loro interno, di minuscoli organelli di diverso tipo, che funzionano come gli ingranaggi dentro un motore. Affinché un motore funzioni bene, tutti questi ingranaggi devono lavorare in sincronia; similmente, per far funzionare le nostre cellule, bisogna che i loro diversi organelli coordinino le loro attività in modo ottimale. Questo complesso livello di coordinazione viene raggiunto anche grazie all’esistenza di zone di contatto tra gli organelli stessi. In queste regioni subcellulari, gli organelli sono fisicamente molto vicini uno all’altro e ciò permette loro di scambiarsi informazioni con elevata efficienza, per lo più sotto forma di un veloce scambio di molecole, contribuendo così alla sincronizzazione delle loro attività. 

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In uno studio condotto da un team internazionale, guidato da Riccardo Filadi dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Padova (Cnr-In) e Paola Pizzo del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova, è stata presentata una nuova tecnica che permette di visualizzare in tempo reale al microscopio la formazione dei punti di contatto tra organelli, seguendo le dinamiche di questo processo senza alterarle. La ricerca è pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature Communications”.

“Fino ad oggi studiare queste importantissime regioni cellulari è stato complicato dalle loro minuscole dimensioni e dalla loro natura estremamente dinamica” spiega Michela Rossini (Università degli Studi di Padova) prima autrice della ricerca con la collega Paloma Garcìa Casas. “Questi contatti inter-organello infatti si formano e svaniscono di continuo, per rispondere velocemente alle diverse esigenze della cellula. I metodi finora a disposizione non ci permettevano di seguire contemporaneamente, con elevata precisione spaziale e temporale, questi eventi. Pertanto, abbiamo lavorato a un nuovo metodo che superasse queste difficoltà”. 

“Nel nostro laboratorio abbiamo disegnato delle nuove sonde fluorescenti che crediamo possano rappresentare uno strumento prezioso per la comunità scientifica nel settore della biologia cellulare, in quanto consentono di monitorare come gli organelli comunicano tra di loro in modo dinamico, minimizzando l’impatto che l’espressione di un sensore molecolare può avere su questi fenomeni durante la loro osservazione”, aggiunge Riccardo Filadi (Cnr-In). “Queste sonde innovative ci consentono non solo di capire se alcuni organelli stanno interagendo tra di loro, ma anche di decifrare alcuni dei messaggi che si stanno trasmettendo, basati per esempio sullo scambio di ioni calcio”.

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“Generare e mettere a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici degli strumenti che consentano di studiare con precisione questi segnali cellulari è essenziale per comprendere nel dettaglio il significato biologico di questi processi, per poi capire come il loro deterioramento porti allo sviluppo di alcune patologie. Queste ricerche sono quindi fondamentali in vista dello sviluppo di approcci terapeutici innovativi”, conclude Filadi.

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Odontoiatra - EdS seconda sessione 2024

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Chimico Iunior - EdS seconda sessione 2024

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Chimico - EdS seconda sessione 2024

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2023PA182 - Allegato 3 - DR proroga

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2023PA182 - DR proroga

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2024T53 - Quesiti colloquio

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2024T53 - Quesiti prova scritta

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