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Valentine Lomellini ha scritto e girato, negli spazi di Palazzo del Bo dell’Ateneo patavino, il booktrailer del volume “La diplomazia del terrore (1967-1989)”, edito da Laterza. Un booktrailer è un video di pochi minuti che invita – attraverso immagini, suoni e parole – alla lettura di un libro. Quello di Valentine Lomellini ha la particolarità di coinvolgere alcuni studenti e studentsse del corso “Terrorism and Security in International History”, tenuto dalla stessa Lomellini all’Università di Padova e che è il primo percorso didattico - a livello nazionale - ad occuparsi del terrorismo in chiave storica.
Le studentesse e gli studenti, che sono iscritti al corso di laurea magistrale in European and Global Studies al Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali, hanno dapprima svolto un approfondimento sul complesso tema della risposta europea al terrorismo arabo-palestinese, per poi diventare parte attiva del booktrailer, leggendo alcuni degli stralci più significativi del volume.
Particolarmente d’effetto è l’incipit del video, in cui gli studenti coinvolti pronunciano il termine “terrorista” nella propria lingua d’origine: il simbolo dell’internazionalità del fenomeno ma anche dal multiculturalismo ormai divenuto un tratto distintivo del nostro Ateneo.
«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
L'approfondimento su Il Bo Live
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Le studentesse e gli studenti, che sono iscritti al corso di laurea magistrale in European and Global Studies al Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali, hanno dapprima svolto un approfondimento sul complesso tema della risposta europea al terrorismo arabo-palestinese, per poi diventare parte attiva del booktrailer, leggendo alcuni degli stralci più significativi del volume.
Particolarmente d’effetto è l’incipit del video, in cui gli studenti coinvolti pronunciano il termine “terrorista” nella propria lingua d’origine: il simbolo dell’internazionalità del fenomeno ma anche dal multiculturalismo ormai divenuto un tratto distintivo del nostro Ateneo.
«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
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Valentine Lomellini ha scritto e girato, negli spazi di Palazzo del Bo dell’Ateneo patavino, il booktrailer del volume “La diplomazia del terrore (1967-1989)”, edito da Laterza. Un booktrailer è un video di pochi minuti che invita – attraverso immagini, suoni e parole – alla lettura di un libro. Quello di Valentine Lomellini ha la particolarità di coinvolgere alcuni studenti e studentsse del corso “Terrorism and Security in International History”, tenuto dalla stessa Lomellini all’Università di Padova e che è il primo percorso didattico - a livello nazionale - ad occuparsi del terrorismo in chiave storica.
Le studentesse e gli studenti, che sono iscritti al corso di laurea magistrale in European and Global Studies al Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali, hanno dapprima svolto un approfondimento sul complesso tema della risposta europea al terrorismo arabo-palestinese, per poi diventare parte attiva del booktrailer, leggendo alcuni degli stralci più significativi del volume.
Particolarmente d’effetto è l’incipit del video, in cui gli studenti coinvolti pronunciano il termine “terrorista” nella propria lingua d’origine: il simbolo dell’internazionalità del fenomeno ma anche dal multiculturalismo ormai divenuto un tratto distintivo del nostro Ateneo.
«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
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Le studentesse e gli studenti, che sono iscritti al corso di laurea magistrale in European and Global Studies al Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali, hanno dapprima svolto un approfondimento sul complesso tema della risposta europea al terrorismo arabo-palestinese, per poi diventare parte attiva del booktrailer, leggendo alcuni degli stralci più significativi del volume.
Particolarmente d’effetto è l’incipit del video, in cui gli studenti coinvolti pronunciano il termine “terrorista” nella propria lingua d’origine: il simbolo dell’internazionalità del fenomeno ma anche dal multiculturalismo ormai divenuto un tratto distintivo del nostro Ateneo.
«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
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«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
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Le studentesse e gli studenti, che sono iscritti al corso di laurea magistrale in European and Global Studies al Dipartimento di Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali, hanno dapprima svolto un approfondimento sul complesso tema della risposta europea al terrorismo arabo-palestinese, per poi diventare parte attiva del booktrailer, leggendo alcuni degli stralci più significativi del volume.
Particolarmente d’effetto è l’incipit del video, in cui gli studenti coinvolti pronunciano il termine “terrorista” nella propria lingua d’origine: il simbolo dell’internazionalità del fenomeno ma anche dal multiculturalismo ormai divenuto un tratto distintivo del nostro Ateneo.
«Perché l’Europa è arrivata impreparata all’ondata di terrorismo che ha sconvolto Parigi, Nizza, Berlino e molte altre città europee e non, negli anni Duemila, e che ancora funesta la cronaca internazionale? La diplomazia del terrore è il primo tentativo di dare una risposta a questo interrogativo attuale, proponendo una riflessione che nasce dalla storia. Il libro – dice l’autrice Valentine Lomellini – affronta molteplici scenari (l’attentato alle Olimpiadi di Monaco del 1972, l’assedio alla sede dell’OPEC nel 1975, la strage di Lockerbie nel 1988), intrecciando la storia del terrorismo con quella della Guerra fredda. Si potevano prevenire questi attentati così clamorosi e sanguinosi? Si poteva prevenire la nuova ondata di terrorismo islamista? Ma soprattutto: i nostri governi ci hanno preservato dalla violenza terroristica come avrebbero dovuto e, forse, potuto? Il lettore potrà trovare le risposte a questi interrogativi tra le pagine del volume; o almeno, un primo tentativo di riflessione su un fenomeno di lunghissimo periodo che ha sconvolto il quadrante europeo nell’apparente immobilità del conflitto tra Est e Ovest. Dopotutto – conclude Lomellini – conoscere la nostra storia è l’unico modo per pensare in prospettiva, evitando così la pressante angoscia di un presente che appare sempre più oscuro».
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