Lavoro, diritti e contratti - 8 febbraio 2024

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Finalità dell'incontro è quella di fornire informazioni sulle diverse tipologie di contratti di lavoro (con cenno alla contrattazione collettiva), sugli aspetti da considerare per valutare una proposta di assunzione, sui diritti che spettano al lavoratore e gli obblighi a cui deve adempiere.<

Relatori: Marianna Cestaro - sindacalista contrattualista e Dario Verdicchio - sindacalista con delega al mercato del lavoro.

L'incontro si tiene presso la Sala incontri del Palazzo Ex INAIL in via Martiri della Libertà, 2 a Padova, con orario 11:00 - 13:00

Per partecipare è necessario iscriversi tramite la pagina di prenotazione.

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Finalità dell'incontro è quella di fornire informazioni sulle diverse tipologie di contratti di lavoro (con cenno alla contrattazione collettiva), sugli aspetti da considerare per valutare una proposta di assunzione, sui diritti che spettano al lavoratore e gli obblighi a cui deve adempiere.<

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Finalità dell'incontro è quella di fornire informazioni sulle diverse tipologie di contratti di lavoro (con cenno alla contrattazione collettiva), sugli aspetti da considerare per valutare una proposta di assunzione, sui diritti che spettano al lavoratore e gli obblighi a cui deve adempiere.<

Relatori: Marianna Cestaro - sindacalista contrattualista e Dario Verdicchio - sindacalista con delega al mercato del lavoro.

L'incontro si tiene presso la Sala incontri del Palazzo Ex INAIL in via Martiri della Libertà, 2 a Padova, con orario 11:00 - 13:00

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Relatori: Marianna Cestaro - sindacalista contrattualista e Dario Verdicchio - sindacalista con delega al mercato del lavoro.

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Finalità dell'incontro è quella di fornire informazioni sulle diverse tipologie di contratti di lavoro (con cenno alla contrattazione collettiva), sugli aspetti da considerare per valutare una proposta di assunzione, sui diritti che spettano al lavoratore e gli obblighi a cui deve adempiere.<

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Relatori: Marianna Cestaro - sindacalista contrattualista e Dario Verdicchio - sindacalista con delega al mercato del lavoro.

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PREMIO NAZIONALE DEL PAESAGGIO. IERI AL MINISTERO DELLA CULTURA I VINCITORI

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2022PO186 - Allegato 14 - Verbale 4 - Giudizi_Punteggi_Vincitore

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2022PO186 - Allegato 14 - Verbale 3 - Giudizi analitici

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2022PO186 - Allegato 14 - DR approvazione atti

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Il Comune di Montecchio Maggiore, con il patrocinio dell'Università degli Studi di Verona – Vicenza Univr Hub (VUH) promuove il presente bando per tesi di laurea.

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Il Comune di Montecchio Maggiore, con il patrocinio dell'Università degli Studi di Verona – Vicenza Univr Hub (VUH) promuove il presente bando per tesi di laurea.

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L’Associazione Culturale Giovanni Lorenzin onlusintende conferire per l’anno 2023 tre premi di studio destinati a giovani laureate e laureati e laureande laureandi presso Università italiane. 

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Le piante rispondono ai cambiamenti climatici e si spostano al caldo

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È stata pubblicata sulla rivista internazionale «Proceedings of the National Academy of Sciences» (PNAS) la ricerca dal titolo “Red-listed plants are contracting their elevational range faster than common plants in the European Alps” firmata daLorenzo Marini e da Costanza Geppert del Dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova insieme ad Alessio Bertolli e Filippo Prosser, botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto, sulle variazioni della distribuzione geografica delle piante alpine in base ai cambiamenti a lungo termine delle temperature.

La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
delle specie autoctone rare non si è espansa verso l'alto in concomitanza con i cambiamenti climatici, ma si è, anzi, contratta. Infine le piante aliene, invece, si sono diffuse rapidamente a quote più alte spostandosi con la stessa velocità del riscaldamento climatico pur mantenendo la loro
presenza anche a valle.

Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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presenza anche a valle.

Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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presenza anche a valle.

Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

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«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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È stata pubblicata sulla rivista internazionale «Proceedings of the National Academy of Sciences» (PNAS) la ricerca dal titolo “Red-listed plants are contracting their elevational range faster than common plants in the European Alps” firmata daLorenzo Marini e da Costanza Geppert del Dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell’Università di Padova insieme ad Alessio Bertolli e Filippo Prosser, botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto, sulle variazioni della distribuzione geografica delle piante alpine in base ai cambiamenti a lungo termine delle temperature.

La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
delle specie autoctone rare non si è espansa verso l'alto in concomitanza con i cambiamenti climatici, ma si è, anzi, contratta. Infine le piante aliene, invece, si sono diffuse rapidamente a quote più alte spostandosi con la stessa velocità del riscaldamento climatico pur mantenendo la loro
presenza anche a valle.

Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

Lo studio ha monitorato non solo la presenza, ma anche la tipologia (autoctona comune, autoctona rara e aliena) della flora situata sulle Alpi Nord-orientali italiane: in questi tre decenni vi è stato uno spostamento verso quote più alte delle popolazioni di piante. Eppure la distribuzione
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Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

«La rapida perdita delle aree di distribuzione specifica delle piante rare si è verificata in zone in cui le attività umane e le pressioni ambientali sono elevate. Questo ci suggerisce che bisognerebbe proteggere anche alcune aree a valle e non solo le zone d’alta quota più remote – afferma Lorenzo Marini, coordinatore dello studio –. Quello che abbiamo fatto è stato misurare l’abilità a competere, anche con l’uomo, delle specie vegetali. Le piante aliene in condizioni di disturbo – per fertilizzazione, rimozione della vegetazione residente per la costruzione di una casa, una strada o un parcheggio – sono molto veloci a crescere e sfruttare le risorse presenti, sottraendole alle altre specie autoctone. Dal nostro studio è emerso che proprio nelle aree più antropizzate e disturbate le piante aliene sono particolarmente abili a competere con le altre specie».

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La pubblicazione dimostra che la flora alpina vive un profondo mutamento. Alcune popolazioni di piante, per effetto del cambiamento climatico, sono sottoposte a temperature troppo alte per la loro sopravvivenza. Per questa ragione alcune specie “migrano” a quote più alte, dove si trovano condizioni termiche più fredde.

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Tuttavia non è solo l’innalzamento della temperatura a sconvolgere la flora alpina, anche l’attività dell’uomo ha un importante impatto poiché a valle si concentrano le attività antropiche e vi è maggiore è una pressione sull’ambiente. Il paesaggio alpino ha subito importanti trasformazioni negli ultimi anni: sono aumentate a valle le aree urbane o agricole e, parallelamente, sono stati abbandonati i prati semi-naturali – non sfruttabili da un’agricoltura sempre più intensiva – a quote intermedie.

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L’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con OTB Foundation, bandisce un concorso per l’assegnazione di undici premi di studio biennali del valore di 4.000 euro, erogati in due rate annuali di 2.000 euro ciascuna per gli a.a. 2023/24 e 2024/25. OTB Foundation intende sostenere e agevolare le studentesse meritevoli nel percorso di studi magistrale afferente a specifici ambiti disciplinari, con l'obiettivo di contribuire a formare la classe dirigente femminile del futuro.

Il bando, che scade il 23 gennaio 2024 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Padova, seleziona studentesse fortemente motivate a diventare leader del futuro, meritevoli per curriculum scolastico e aventi i requisiti necessari per usufruire di un aiuto economico. I premi sono riservati a studentesse che abbiano effettuato la pre-immatricolazione per l’a.a. 2023/24 ai seguenti corsi di laurea magistrale in: - Scienze del governo e politiche pubbliche; - Relazioni internazionali e diplomazia; - Accounting finance and Business consulting; - Applied economics; - Management for sustainable firms.

Fare domanda è molto semplice: basta soddisfare i requisiti richiesti dal bando e compilare la domanda online, allegando Isee, lettera motivazionale, curriculum vitae et studiorum, copia di un documento di identità.

Secondo il rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021, nonostante in Italia la quota di donne laureate superi quella maschile (23, 1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio in termini di istruzione più elevata non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro, anzi. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea ). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat riporta che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini).

Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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Secondo il rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021, nonostante in Italia la quota di donne laureate superi quella maschile (23, 1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio in termini di istruzione più elevata non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro, anzi. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea ). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat riporta che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini).

Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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L’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con OTB Foundation, bandisce un concorso per l’assegnazione di undici premi di studio biennali del valore di 4.000 euro, erogati in due rate annuali di 2.000 euro ciascuna per gli a.a. 2023/24 e 2024/25. OTB Foundation intende sostenere e agevolare le studentesse meritevoli nel percorso di studi magistrale afferente a specifici ambiti disciplinari, con l'obiettivo di contribuire a formare la classe dirigente femminile del futuro.

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L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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Il bando, che scade il 23 gennaio 2024 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Padova, seleziona studentesse fortemente motivate a diventare leader del futuro, meritevoli per curriculum scolastico e aventi i requisiti necessari per usufruire di un aiuto economico. I premi sono riservati a studentesse che abbiano effettuato la pre-immatricolazione per l’a.a. 2023/24 ai seguenti corsi di laurea magistrale in: - Scienze del governo e politiche pubbliche; - Relazioni internazionali e diplomazia; - Accounting finance and Business consulting; - Applied economics; - Management for sustainable firms.

Fare domanda è molto semplice: basta soddisfare i requisiti richiesti dal bando e compilare la domanda online, allegando Isee, lettera motivazionale, curriculum vitae et studiorum, copia di un documento di identità.

Secondo il rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021, nonostante in Italia la quota di donne laureate superi quella maschile (23, 1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio in termini di istruzione più elevata non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro, anzi. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea ). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat riporta che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini).

Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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L’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con OTB Foundation, bandisce un concorso per l’assegnazione di undici premi di studio biennali del valore di 4.000 euro, erogati in due rate annuali di 2.000 euro ciascuna per gli a.a. 2023/24 e 2024/25. OTB Foundation intende sostenere e agevolare le studentesse meritevoli nel percorso di studi magistrale afferente a specifici ambiti disciplinari, con l'obiettivo di contribuire a formare la classe dirigente femminile del futuro.

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Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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Il bando, che scade il 23 gennaio 2024 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Padova, seleziona studentesse fortemente motivate a diventare leader del futuro, meritevoli per curriculum scolastico e aventi i requisiti necessari per usufruire di un aiuto economico. I premi sono riservati a studentesse che abbiano effettuato la pre-immatricolazione per l’a.a. 2023/24 ai seguenti corsi di laurea magistrale in: - Scienze del governo e politiche pubbliche; - Relazioni internazionali e diplomazia; - Accounting finance and Business consulting; - Applied economics; - Management for sustainable firms.

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Secondo il rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021, nonostante in Italia la quota di donne laureate superi quella maschile (23, 1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio in termini di istruzione più elevata non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro, anzi. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea ). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat riporta che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini).

Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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Il bando, che scade il 23 gennaio 2024 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Padova, seleziona studentesse fortemente motivate a diventare leader del futuro, meritevoli per curriculum scolastico e aventi i requisiti necessari per usufruire di un aiuto economico. I premi sono riservati a studentesse che abbiano effettuato la pre-immatricolazione per l’a.a. 2023/24 ai seguenti corsi di laurea magistrale in: - Scienze del governo e politiche pubbliche; - Relazioni internazionali e diplomazia; - Accounting finance and Business consulting; - Applied economics; - Management for sustainable firms.

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Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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L’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con OTB Foundation, bandisce un concorso per l’assegnazione di undici premi di studio biennali del valore di 4.000 euro, erogati in due rate annuali di 2.000 euro ciascuna per gli a.a. 2023/24 e 2024/25. OTB Foundation intende sostenere e agevolare le studentesse meritevoli nel percorso di studi magistrale afferente a specifici ambiti disciplinari, con l'obiettivo di contribuire a formare la classe dirigente femminile del futuro.

Il bando, che scade il 23 gennaio 2024 ed è pubblicato sul sito dell'Università di Padova, seleziona studentesse fortemente motivate a diventare leader del futuro, meritevoli per curriculum scolastico e aventi i requisiti necessari per usufruire di un aiuto economico. I premi sono riservati a studentesse che abbiano effettuato la pre-immatricolazione per l’a.a. 2023/24 ai seguenti corsi di laurea magistrale in: - Scienze del governo e politiche pubbliche; - Relazioni internazionali e diplomazia; - Accounting finance and Business consulting; - Applied economics; - Management for sustainable firms.

Fare domanda è molto semplice: basta soddisfare i requisiti richiesti dal bando e compilare la domanda online, allegando Isee, lettera motivazionale, curriculum vitae et studiorum, copia di un documento di identità.

Secondo il rapporto ISTAT sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021, nonostante in Italia la quota di donne laureate superi quella maschile (23, 1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio in termini di istruzione più elevata non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro, anzi. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea ). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat riporta che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini).

Le differenze di genere si sentono quindi sia nel ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sia nella loro retribuzione. E la differenza di genere è presente in tutti i ruoli lavorativi e negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.

L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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L’Università di Padova pone grande attenzione a tutte quelle iniziative in grado di combattere il gender gap e qualsiasi forma di segregazione orizzontale” ha affermato la rettrice dell’Università di Padova. “Per questo motivo abbiamo subito aderito al progetto di OTB Foundation, che ringrazio, insieme ad altri prestigiosi atenei italiani. Sappiamo quanto eradicare le disuguaglianze di genere in ambito lavorativo, sia a livello di retribuzione che di occupazione di posti apicali, sia un processo lungo, che prevede prima di tutto un deciso cambiamento culturale. Ma, e lo posso testimoniare anche con la mia elezione a rettrice, prima donna in ottocento anni di storia dell’Università di Padova, stiamo cominciando a scalfire quel tetto di cristallo che puntiamo a sgretolare sempre più. Una strada che stiamo e continueremo a percorrere, come dimostra, ad esempio, il dato sempre in crescita di donne iscritte a corsi Stem, che nel nostro ateneo arriva oggi a quota 32%. Con costanza, azioni mirate e strategia, è proprio dal percorso universitario che gettiamo le basi per una parità di genere sempre migliore nel mondo del lavoro”.

 

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2023N3 Avviso posticipo comunicazione calendario e sedi prove d'esame

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