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L’iniziativa, inizialmente progettata dal coordinamento di Libera Milano, viene riproposta a Padova ogni anno dal 2019, in occasione del 21 marzo, oggi riconosciuta anche per legge come la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Il cortile antico di Palazzo Bo, luogo simbolo della formazione universitaria e del motto dell’Ateneo “Universa Universis Patavina Libertas”, ospita un'installazione composta di 1069 fogli colorati, ciascuno dei quali riporta la storia di una vittima della mafia. Uomini, ragazzi, donne, bambine e bambini, operai, passanti, studentesse, anziani, scolari, meccanici, negozianti e tante tante altre persone, vittime innocenti delle mafie, con i loro nomi e le loro storie.
I ragazzi e le ragazze di Libera Padova hanno voluto che questo messaggio parlasse in all'interno di un 'luogo fondamentale del sapere, un luogo di formazione e incontro: un luogo di cultura che non si mantiene neutrale ma prende posizione, assieme alle persone che la vivono'.
Raccontano così l'installazine in Cortile Antico: 'Portando l'elenco delle vite, che sono state uccise dalla violenza e dall'oppressione della mafia, nel cuore della storia del nostro Ateneo, vogliamo lanciare un messaggio: è possibile.
È possibile rispettare l'ambiente, le nostre acque e le nostre terre, gli animali che le vivono e quelli che le sorvolano.
È possibile poter garantire il diritto allo studio a tutte quelle persone che hanno una bassa scolarizzazione.
È possibile garantite il diritto al lavoro senza che alcuno sia sottopagato o sfruttato.
È possibile impegnarsi per la tutela dei luoghi come beni comuni, affinché questi non siano abbandonati, ma riutilizzati.
È possibile poter vivere rispettando i diritti delle persone che ci circondano, denunciando i soprusi e manifestando quando necessario.
Ma soprattutto, è possibile ottenere il diritto alla giustizia per chi è stato ucciso per mano della criminalità organizzata'.
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L’iniziativa, inizialmente progettata dal coordinamento di Libera Milano, viene riproposta a Padova ogni anno dal 2019, in occasione del 21 marzo, oggi riconosciuta anche per legge come la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Il cortile antico di Palazzo Bo, luogo simbolo della formazione universitaria e del motto dell’Ateneo “Universa Universis Patavina Libertas”, ospita un'installazione composta di 1069 fogli colorati, ciascuno dei quali riporta la storia di una vittima della mafia. Uomini, ragazzi, donne, bambine e bambini, operai, passanti, studentesse, anziani, scolari, meccanici, negozianti e tante tante altre persone, vittime innocenti delle mafie, con i loro nomi e le loro storie.
I ragazzi e le ragazze di Libera Padova hanno voluto che questo messaggio parlasse in all'interno di un 'luogo fondamentale del sapere, un luogo di formazione e incontro: un luogo di cultura che non si mantiene neutrale ma prende posizione, assieme alle persone che la vivono'.
Raccontano così l'installazine in Cortile Antico: 'Portando l'elenco delle vite, che sono state uccise dalla violenza e dall'oppressione della mafia, nel cuore della storia del nostro Ateneo, vogliamo lanciare un messaggio: è possibile.
È possibile rispettare l'ambiente, le nostre acque e le nostre terre, gli animali che le vivono e quelli che le sorvolano.
È possibile poter garantire il diritto allo studio a tutte quelle persone che hanno una bassa scolarizzazione.
È possibile garantite il diritto al lavoro senza che alcuno sia sottopagato o sfruttato.
È possibile impegnarsi per la tutela dei luoghi come beni comuni, affinché questi non siano abbandonati, ma riutilizzati.
È possibile poter vivere rispettando i diritti delle persone che ci circondano, denunciando i soprusi e manifestando quando necessario.
Ma soprattutto, è possibile ottenere il diritto alla giustizia per chi è stato ucciso per mano della criminalità organizzata'.
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L’iniziativa, inizialmente progettata dal coordinamento di Libera Milano, viene riproposta a Padova ogni anno dal 2019, in occasione del 21 marzo, oggi riconosciuta anche per legge come la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Il cortile antico di Palazzo Bo, luogo simbolo della formazione universitaria e del motto dell’Ateneo “Universa Universis Patavina Libertas”, ospita un'installazione composta di 1069 fogli colorati, ciascuno dei quali riporta la storia di una vittima della mafia. Uomini, ragazzi, donne, bambine e bambini, operai, passanti, studentesse, anziani, scolari, meccanici, negozianti e tante tante altre persone, vittime innocenti delle mafie, con i loro nomi e le loro storie.
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L’iniziativa, inizialmente progettata dal coordinamento di Libera Milano, viene riproposta a Padova ogni anno dal 2019, in occasione del 21 marzo, oggi riconosciuta anche per legge come la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Il cortile antico di Palazzo Bo, luogo simbolo della formazione universitaria e del motto dell’Ateneo “Universa Universis Patavina Libertas”, ospita un'installazione composta di 1069 fogli colorati, ciascuno dei quali riporta la storia di una vittima della mafia. Uomini, ragazzi, donne, bambine e bambini, operai, passanti, studentesse, anziani, scolari, meccanici, negozianti e tante tante altre persone, vittime innocenti delle mafie, con i loro nomi e le loro storie.
I ragazzi e le ragazze di Libera Padova hanno voluto che questo messaggio parlasse in all'interno di un 'luogo fondamentale del sapere, un luogo di formazione e incontro: un luogo di cultura che non si mantiene neutrale ma prende posizione, assieme alle persone che la vivono'.
Raccontano così l'installazine in Cortile Antico: 'Portando l'elenco delle vite, che sono state uccise dalla violenza e dall'oppressione della mafia, nel cuore della storia del nostro Ateneo, vogliamo lanciare un messaggio: è possibile.
È possibile rispettare l'ambiente, le nostre acque e le nostre terre, gli animali che le vivono e quelli che le sorvolano.
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È possibile poter vivere rispettando i diritti delle persone che ci circondano, denunciando i soprusi e manifestando quando necessario.
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