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L’agenzia di ranking internazionale QS (Quacquarelli Symonds) ha pubblicato oggi, 18 novembre 2025, i risultati della nuova edizione del ranking QS Sustainability, l’ultimo nato tra i ranking della famiglia Quacquarelli & Simmonds. L’Università di Padova si posiziona, per il secondo anno consecutivo, al primo posto in Italia, al 62° in Europa e al 121° posto al mondo, su una base di 2002 atenei mondiali (+ 14% rispetto alla scorsa edizione) ammessi e considerati nel confronto.
La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
Nell’ambito "ambientale", si valuta la formazione offerta agli studenti e alle studentesse su tematiche ambientali (Environmental Education, 17%), gli accordi di partnership, le politiche e le strategie messe in atto dall’Ateneo per raggiungere il net zero, ovvero la neutralità di emissioni di gas serra (Environmental Sustainability, 15%), la ricerca condotta su tematiche energetiche e produttive sostenibili, ricondotte ad alcuni specifici SDG Onu (Environmental Research, 13%).
Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
Nell’ambito "ambientale", si valuta la formazione offerta agli studenti e alle studentesse su tematiche ambientali (Environmental Education, 17%), gli accordi di partnership, le politiche e le strategie messe in atto dall’Ateneo per raggiungere il net zero, ovvero la neutralità di emissioni di gas serra (Environmental Sustainability, 15%), la ricerca condotta su tematiche energetiche e produttive sostenibili, ricondotte ad alcuni specifici SDG Onu (Environmental Research, 13%).
Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
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Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
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Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
Nell’ambito "ambientale", si valuta la formazione offerta agli studenti e alle studentesse su tematiche ambientali (Environmental Education, 17%), gli accordi di partnership, le politiche e le strategie messe in atto dall’Ateneo per raggiungere il net zero, ovvero la neutralità di emissioni di gas serra (Environmental Sustainability, 15%), la ricerca condotta su tematiche energetiche e produttive sostenibili, ricondotte ad alcuni specifici SDG Onu (Environmental Research, 13%).
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L’agenzia di ranking internazionale QS (Quacquarelli Symonds) ha pubblicato oggi, 18 novembre 2025, i risultati della nuova edizione del ranking QS Sustainability, l’ultimo nato tra i ranking della famiglia Quacquarelli & Simmonds. L’Università di Padova si posiziona, per il secondo anno consecutivo, al primo posto in Italia, al 62° in Europa e al 121° posto al mondo, su una base di 2002 atenei mondiali (+ 14% rispetto alla scorsa edizione) ammessi e considerati nel confronto.
La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
Nell’ambito "ambientale", si valuta la formazione offerta agli studenti e alle studentesse su tematiche ambientali (Environmental Education, 17%), gli accordi di partnership, le politiche e le strategie messe in atto dall’Ateneo per raggiungere il net zero, ovvero la neutralità di emissioni di gas serra (Environmental Sustainability, 15%), la ricerca condotta su tematiche energetiche e produttive sostenibili, ricondotte ad alcuni specifici SDG Onu (Environmental Research, 13%).
Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
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L’agenzia di ranking internazionale QS (Quacquarelli Symonds) ha pubblicato oggi, 18 novembre 2025, i risultati della nuova edizione del ranking QS Sustainability, l’ultimo nato tra i ranking della famiglia Quacquarelli & Simmonds. L’Università di Padova si posiziona, per il secondo anno consecutivo, al primo posto in Italia, al 62° in Europa e al 121° posto al mondo, su una base di 2002 atenei mondiali (+ 14% rispetto alla scorsa edizione) ammessi e considerati nel confronto.
La valutazione è stata condotta dall’agenzia QS, in collaborazione con Elsevier, Yale University e Academic Freedom Index, a partire dall’insieme delle università già analizzate dal ranking globale QS WUR, selezionandole ulteriormente sulla base delle politiche di sostenibilità sviluppate dagli atenei in relazione allo sviluppo sostenibile. Sono stati considerati tre ambiti: sociale (peso 45%), ambientale (45%) e governance (10%), secondo le lenti di un approccio ESG (Environment -Social- Governance) che propone una visione alternativa agli SDG (Sustainable Development Goals) dell’Agenda Onu 2030.
Nell’ambito "sociale" sono considerati indicatori che valutano: le politiche attuate da un ateneo in relazione alla parità di genere, pari opportunità, inclusione e contrasto alle discriminazioni (Equality, peso 12%); le opportunità di un futuro nel mondo del lavoro per il corpo studentesco e la partnership di ricerca con l’industria (Employability and Outcomes, 10%); l’inclinazione degli atenei a collaborare con altre organizzazioni e alla condivisione e trasferimento di conoscenza verso università di paesi in crescita (Knowledge Exchange, 10%); l’impatto che ogni ateneo ha in tema di diffusione e miglioramento dell’educazione (Impact on Education, 7%), e ultimo ma non meno importante, l’attenzione dell’ateneo nella promozione della salute e del benessere personale (Health & Wellbeing, 5%)
Nell’ambito "ambientale", si valuta la formazione offerta agli studenti e alle studentesse su tematiche ambientali (Environmental Education, 17%), gli accordi di partnership, le politiche e le strategie messe in atto dall’Ateneo per raggiungere il net zero, ovvero la neutralità di emissioni di gas serra (Environmental Sustainability, 15%), la ricerca condotta su tematiche energetiche e produttive sostenibili, ricondotte ad alcuni specifici SDG Onu (Environmental Research, 13%).
Secondo QS, perché un’istituzione sia sostenibile e impatti sulla sostenibilità, non è trascurabile neppure l’aspetto del “buon governo”, riassunto nel terzo ambito che corrisponde all’indicato Good Governance (10%) ovvero la presenza di una leadership di qualità, l’adozione di processi decisionali trasparenti e documentati, la condivisione con le parti sociali sul territorio e il coinvolgimento del mondo studentesco.
Oltre che nel risultato complessivo, l’Università di Padova primeggia a livello nazionale su due indicatori: Environmental Research e Health & Wellbeing. Inoltre, l’Ateneo migliora la sua performance, rispetto la scorsa edizione, nell’area del Social Impact, in particolare negli indicatori Equality e Knowledge Exchange.
«Un risultato brillante che dà conto dell’impegno costante dell’Università di Padova verso una crescita sostenibile e responsabile – commenta Mara Thiene, delegata ai Joint degree e ranking internazionali dell'Università di Padova –. Evidenzia la qualità della didattica e la varietà dell’offerta formativa, ma allo stesso modo anche la ricerca di nuove modalità di produzione di energia e di beni. Auspichiamo che il nostro impegno in termini di innovazione, che promuove la mobilità sostenibile, l’efficientamento energetico delle strutture e la gestione responsabile delle risorse, consenta di contribuire alla riduzione dell'impatto sull’ecosistema. Con riferimento all’inclusione e all’equità continuiamo ad erogare borse di studio e programmi di supporto mirati, favorendo pari opportunità per studentesse e studenti, indipendentemente dal loro background economico o sociale, con un’attenzione particolare a chi cerca di sfuggire da situazioni geopolitiche drammatiche. Questo riconoscimento ci è di stimolo nel proseguire lungo questo cammino, affinché la nostra università possa mantenere un ruolo di riferimento».
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