Procedura protetta per la segnalazione online

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La procedura interna di segnalazione online è stata aggiornata con le modifiche introdotte dal d.lgs. 24/2023

La riservatezza dell’identità del segnalante è garantita da un sistema di cifratura dei dati, con codici crittografici conservati da un custode indipendente rispetto all’Università e al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). 

Descrizione della procedura informatizzata protetta:

  1. I dati identificativi vengono criptati con codici crittografici, separati dai dati contenuti nella segnalazione e conservati in database non comunicanti tra loro;
  2. Il custode dei codici criptati non conosce né il contenuto della segnalazione né i dati identificativi del segnalante;
  3. Il RPCT riceve esclusivamente il contenuto della segnalazione e non i dati identificativi del segnalante;
  4. Il RPCT può accedere all’identità del segnalante soltanto nei casi previsti dal d.lgs. 24/2023 (per es. su richiesta delle autorità giudiziarie), previa autorizzazione congiunta da parte di Rettore e Direttore Generale
  5. Il codice unico crittografato consente di:
    1. verificare in un secondo momento se la segnalazione è stata ricevuta dal RPCT;
    2. integrare la segnalazione con ulteriori informazioni o documenti;
    3. seguire lo stato di avanzamento dell’istruttoria fino alla conclusione della procedura (sono escluse le segnalazioni anonime); 

Il segnalante deve conservare il codice univoco crittografato rilasciato dalla procedura, in quanto non potrà essere in alcun modo recuperato o duplicato in caso di smarrimento.

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La procedura interna di segnalazione online è stata aggiornata con le modifiche introdotte dal d.lgs. 24/2023

La riservatezza dell’identità del segnalante è garantita da un sistema di cifratura dei dati, con codici crittografici conservati da un custode indipendente rispetto all’Università e al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). 

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Il segnalante deve conservare il codice univoco crittografato rilasciato dalla procedura, in quanto non potrà essere in alcun modo recuperato o duplicato in caso di smarrimento.

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Contatti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza: 

Email: rpct.whistleblowing@unipd.it
Tel: 049 827 3195

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Contatti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza: 

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La procedura interna di segnalazione online è stata aggiornata con le modifiche introdotte dal d.lgs. 24/2023

La riservatezza dell’identità del segnalante è garantita da un sistema di cifratura dei dati, con codici crittografici conservati da un custode indipendente rispetto all’Università e al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT). 

Descrizione della procedura informatizzata protetta:

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  1. I dati identificativi vengono criptati con codici crittografici, separati dai dati contenuti nella segnalazione e conservati in database non comunicanti tra loro;
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    1. verificare in un secondo momento se la segnalazione è stata ricevuta dal RPCT;
    2. integrare la segnalazione con ulteriori informazioni o documenti;
    3. seguire lo stato di avanzamento dell’istruttoria fino alla conclusione della procedura (sono escluse le segnalazioni anonime); 

Il segnalante deve conservare il codice univoco crittografato rilasciato dalla procedura, in quanto non potrà essere in alcun modo recuperato o duplicato in caso di smarrimento.

INVIA UNA SEGNALAZIONE ONLINE


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Contatti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza: 

Email: rpct.whistleblowing@unipd.it
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2023PO181 - Allegato 3 - Rinvio colloquio

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Segnalazione di illeciti (Whistleblowing)

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La segnalazione può essere presentata dalle persone fisiche collegate all’Università in base a uno dei seguenti rapporti giuridici:

a) rapporto di lavoro dipendente;

b) rapporto di lavoro autonomo occasionale, continuativo o professionale, compresi i consulenti, anche a titolo gratuito, e ogni altro rapporto di collaborazione formalizzato con l’Università, tra cui anche i titolari di: i) contratti per attività di insegnamento ex art. 23 della legge n. 240/2010; ii) assegni, contratti o borse di ricerca, inclusi i dottorandi; iii) contratti di collaborazione per studenti “200 ore”;

c) rapporto di lavoro o collaborazione con imprese e soggetti terzi che forniscono beni o servizi o che realizzano opere in favore dell’Università;

d) tirocinio e volontariato, compresi gli operatori del Servizio civile universale;

e) incarico per lo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza dell'Università, tra cui anche la rappresentanza studentesca e i componenti esterni del Consiglio di amministrazione, del Nucleo di valutazione e degli altri organi dell’Università.

Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

- durante le procedure di selezione e di instaurazione del rapporto giuridico con l’Università;
- durante il periodo di prova;
-  dopo la cessazione del rapporto con riferimento a fatti avvenuti nel periodo in cui era in essere un rapporto giuridico con l’Università. 

Le tutele previste per il segnalante sono estese ai seguenti soggetti (art. 3, comma 5, d.lgs. 24/2023):

1. facilitatori interni, ossia le persone fisiche che operano all’interno dell'Università e che assistono il segnalante nel processo di segnalazione;

2. persone che hanno un rapporto giuridico con l’Università e che sono legate al segnalante da uno stabile legame affettivo o di parentela entro il quarto grado;

3. colleghi di lavoro del segnalante;

4. enti di cui il segnalante è proprietario o presso cui lavora o che operano nel medesimo contesto lavorativo.

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Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

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Le segnalazioni devono avere ad oggetto violazioni di disposizioni normative  (nazionali o europee), di cui il segnalante è venuto a conoscenza nel contesto lavorativo universitario.

In particolare, possono essere oggetto di segnalazione soltanto gli illeciti penali, amministrativi, contabili o civili che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’Università. 

Resta ferma l'applicazione delle disposizioni in materia di:

  • informazioni classificate;
  • segreto professionale forense e medico;
  • tutela dei diritti dei lavoratori e prerogative sindacali. 

Esclusioni 

La procedura informatizzata protetta non può essere utilizzata per segnalare mere irregolarità. 

La disciplina introdotta dal d.lgs. 24/2023 non si applica a segnalazioni:

  1. legate a un interesse di carattere personale del segnalante relativo esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro (come per esempio discriminazioni tra colleghi, conflitti interpersonali tra la persona segnalante e un altro lavoratore o con i superiori gerarchici);
  2. già disciplinate in via obbligatoria dagli atti dell'Unione europea o da provvedimenti nazionali attuativi (per maggiori informazioni, consultare gli elenchi richiamati dall’art. 1, comma 2, lett. b, d.lgs. 24/2023);
  3. in materia di sicurezza nazionale.
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Il Regolamento non si applica alle segnalazioni anonime. Se le segnalazioni sono di particolare gravità oppure sono adeguatamente circostanziate e non manifestamente contraddittorie, la/il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università si rivolge agli uffici o agli organi competenti a trattare in modalità ordinaria le segnalazioni e le denunce diverse dal whistleblowing. 

Se nel corso degli accertamenti o in successive comunicazioni viene individuata l'identità del segnalante anonimo, dal momento dell’identificazione si attivano le tutele previste dal d.lgs. 24/2023 per i whistleblowers.

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Il Regolamento non si applica alle segnalazioni anonime. Se le segnalazioni sono di particolare gravità oppure sono adeguatamente circostanziate e non manifestamente contraddittorie, la/il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università si rivolge agli uffici o agli organi competenti a trattare in modalità ordinaria le segnalazioni e le denunce diverse dal whistleblowing. 

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Gli atti o provvedimenti che costituiscono ritorsione nei confronti del segnalante sono nulli (art. 17, d.lgs. 24/2023). 

Il soggetto segnalante può denunciare all'ANAC le ritorsioni* che ritiene di avere subito. 

*Ritorsione: qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione e che provoca o può provocare alla persona segnalante, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto (art. 2, comma 1, lett. m, d.lgs. 24/2023).

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Gli atti o provvedimenti che costituiscono ritorsione nei confronti del segnalante sono nulli (art. 17, d.lgs. 24/2023). 

Il soggetto segnalante può denunciare all'ANAC le ritorsioni* che ritiene di avere subito. 

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Regolamento per la segnalazione di illeciti nel contesto lavorativo dell’Ateneo (Whistleblowing policy) (D.R. rep. n. 5328/2023 del 20 dicembre 2023)
In vigore dal 5 gennaio 2024

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Il segnalante può effettuare una segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nei seguenti casi:

  1. la segnalazione interna inviata al RPCT dell’Università non ha avuto seguito nei termini previsti;
  2. il segnalante ha fondati motivi di ritenere che una segnalazione interna non avrebbe efficace seguito o potrebbe determinare il rischio di ritorsione;
  3. la violazione potrebbe costituire un pericolo imminente o palese per il pubblico interesse.

 In ultima istanza, la persona segnalante può ricorrere alla divulgazione pubblica delle violazioni, esclusivamente se:

  1. ha previamente effettuato una segnalazione al RPCT dell’Università e una segnalazione all’ANAC o direttamente una segnalazione all’ANAC, quando ne ricorrono i presupposti, e non è stato dato riscontro nei termini previsti;
  2. ha fondato motivo di ritenere che la violazione costituisca un pericolo imminente o palese per il pubblico interesse;
  3. ha fondato motivo di ritenere che la segnalazione all’ANAC possa comportare il rischio di ritorsioni o possa non avere efficace seguito, in ragione delle specifiche circostanze del caso concreto (per es. rischio di occultamento o distruzione di prove, fondato timore che che il destinatario della segnalazione sia colluso con l'autore o direttamente coinvolto nella realizzazione della violazione). 
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Il segnalante può effettuare una segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nei seguenti casi:

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 In ultima istanza, la persona segnalante può ricorrere alla divulgazione pubblica delle violazioni, esclusivamente se:

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La segnalazione può essere presentata dalle persone fisiche collegate all’Università in base a uno dei seguenti rapporti giuridici:

a) rapporto di lavoro dipendente;

b) rapporto di lavoro autonomo occasionale, continuativo o professionale, compresi i consulenti, anche a titolo gratuito, e ogni altro rapporto di collaborazione formalizzato con l’Università, tra cui anche i titolari di: i) contratti per attività di insegnamento ex art. 23 della legge n. 240/2010; ii) assegni, contratti o borse di ricerca, inclusi i dottorandi; iii) contratti di collaborazione per studenti “200 ore”;

c) rapporto di lavoro o collaborazione con imprese e soggetti terzi che forniscono beni o servizi o che realizzano opere in favore dell’Università;

d) tirocinio e volontariato, compresi gli operatori del Servizio civile universale;

e) incarico per lo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza dell'Università, tra cui anche la rappresentanza studentesca e i componenti esterni del Consiglio di amministrazione, del Nucleo di valutazione e degli altri organi dell’Università.

Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

- durante le procedure di selezione e di instaurazione del rapporto giuridico con l’Università;
- durante il periodo di prova;
-  dopo la cessazione del rapporto con riferimento a fatti avvenuti nel periodo in cui era in essere un rapporto giuridico con l’Università. 

Le tutele previste per il segnalante sono estese ai seguenti soggetti (art. 3, comma 5, d.lgs. 24/2023):

1. facilitatori interni, ossia le persone fisiche che operano all’interno dell'Università e che assistono il segnalante nel processo di segnalazione;

2. persone che hanno un rapporto giuridico con l’Università e che sono legate al segnalante da uno stabile legame affettivo o di parentela entro il quarto grado;

3. colleghi di lavoro del segnalante;

4. enti di cui il segnalante è proprietario o presso cui lavora o che operano nel medesimo contesto lavorativo.

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Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

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Le segnalazioni devono avere ad oggetto violazioni di disposizioni normative  (nazionali o europee), di cui il segnalante è venuto a conoscenza nel contesto lavorativo universitario.

In particolare, possono essere oggetto di segnalazione soltanto gli illeciti penali, amministrativi, contabili o civili che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’Università. 

Resta ferma l'applicazione delle disposizioni in materia di:

  • informazioni classificate;
  • segreto professionale forense e medico;
  • tutela dei diritti dei lavoratori e prerogative sindacali. 

Esclusioni 

La procedura informatizzata protetta non può essere utilizzata per segnalare mere irregolarità. 

La disciplina introdotta dal d.lgs. 24/2023 non si applica a segnalazioni:

  1. legate a un interesse di carattere personale del segnalante relativo esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro (come per esempio discriminazioni tra colleghi, conflitti interpersonali tra la persona segnalante e un altro lavoratore o con i superiori gerarchici);
  2. già disciplinate in via obbligatoria dagli atti dell'Unione europea o da provvedimenti nazionali attuativi (per maggiori informazioni, consultare gli elenchi richiamati dall’art. 1, comma 2, lett. b, d.lgs. 24/2023);
  3. in materia di sicurezza nazionale.
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Resta ferma l'applicazione delle disposizioni in materia di:

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Esclusioni 

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La disciplina introdotta dal d.lgs. 24/2023 non si applica a segnalazioni:

  1. legate a un interesse di carattere personale del segnalante relativo esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro (come per esempio discriminazioni tra colleghi, conflitti interpersonali tra la persona segnalante e un altro lavoratore o con i superiori gerarchici);
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Il Regolamento non si applica alle segnalazioni anonime. Se le segnalazioni sono di particolare gravità oppure sono adeguatamente circostanziate e non manifestamente contraddittorie, la/il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università si rivolge agli uffici o agli organi competenti a trattare in modalità ordinaria le segnalazioni e le denunce diverse dal whistleblowing. 

Se nel corso degli accertamenti o in successive comunicazioni viene individuata l'identità del segnalante anonimo, dal momento dell’identificazione si attivano le tutele previste dal d.lgs. 24/2023 per i whistleblowers.

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Gli atti o provvedimenti che costituiscono ritorsione nei confronti del segnalante sono nulli (art. 17, d.lgs. 24/2023). 

Il soggetto segnalante può denunciare all'ANAC le ritorsioni* che ritiene di avere subito. 

*Ritorsione: qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione e che provoca o può provocare alla persona segnalante, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto (art. 2, comma 1, lett. m, d.lgs. 24/2023).

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*Ritorsione: qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione e che provoca o può provocare alla persona segnalante, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto (art. 2, comma 1, lett. m, d.lgs. 24/2023).

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  3. ha fondato motivo di ritenere che la segnalazione all’ANAC possa comportare il rischio di ritorsioni o possa non avere efficace seguito, in ragione delle specifiche circostanze del caso concreto (per es. rischio di occultamento o distruzione di prove, fondato timore che che il destinatario della segnalazione sia colluso con l'autore o direttamente coinvolto nella realizzazione della violazione). 
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La segnalazione può essere presentata dalle persone fisiche collegate all’Università in base a uno dei seguenti rapporti giuridici:

a) rapporto di lavoro dipendente;

b) rapporto di lavoro autonomo occasionale, continuativo o professionale, compresi i consulenti, anche a titolo gratuito, e ogni altro rapporto di collaborazione formalizzato con l’Università, tra cui anche i titolari di: i) contratti per attività di insegnamento ex art. 23 della legge n. 240/2010; ii) assegni, contratti o borse di ricerca, inclusi i dottorandi; iii) contratti di collaborazione per studenti “200 ore”;

c) rapporto di lavoro o collaborazione con imprese e soggetti terzi che forniscono beni o servizi o che realizzano opere in favore dell’Università;

d) tirocinio e volontariato, compresi gli operatori del Servizio civile universale;

e) incarico per lo svolgimento di funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza dell'Università, tra cui anche la rappresentanza studentesca e i componenti esterni del Consiglio di amministrazione, del Nucleo di valutazione e degli altri organi dell’Università.

Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

- durante le procedure di selezione e di instaurazione del rapporto giuridico con l’Università;
- durante il periodo di prova;
-  dopo la cessazione del rapporto con riferimento a fatti avvenuti nel periodo in cui era in essere un rapporto giuridico con l’Università. 

Le tutele previste per il segnalante sono estese ai seguenti soggetti (art. 3, comma 5, d.lgs. 24/2023):

1. facilitatori interni, ossia le persone fisiche che operano all’interno dell'Università e che assistono il segnalante nel processo di segnalazione;

2. persone che hanno un rapporto giuridico con l’Università e che sono legate al segnalante da uno stabile legame affettivo o di parentela entro il quarto grado;

3. colleghi di lavoro del segnalante;

4. enti di cui il segnalante è proprietario o presso cui lavora o che operano nel medesimo contesto lavorativo.

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Le tutele si applicano anche alle segnalazioni effettuate:

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Le tutele previste per il segnalante sono estese ai seguenti soggetti (art. 3, comma 5, d.lgs. 24/2023):

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Le segnalazioni devono avere ad oggetto violazioni di disposizioni normative  (nazionali o europee), di cui il segnalante è venuto a conoscenza nel contesto lavorativo universitario.

In particolare, possono essere oggetto di segnalazione soltanto gli illeciti penali, amministrativi, contabili o civili che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’Università. 

Resta ferma l'applicazione delle disposizioni in materia di:

  • informazioni classificate;
  • segreto professionale forense e medico;
  • tutela dei diritti dei lavoratori e prerogative sindacali. 

Esclusioni 

La procedura informatizzata protetta non può essere utilizzata per segnalare mere irregolarità. 

La disciplina introdotta dal d.lgs. 24/2023 non si applica a segnalazioni:

  1. legate a un interesse di carattere personale del segnalante relativo esclusivamente ai propri rapporti individuali di lavoro (come per esempio discriminazioni tra colleghi, conflitti interpersonali tra la persona segnalante e un altro lavoratore o con i superiori gerarchici);
  2. già disciplinate in via obbligatoria dagli atti dell'Unione europea o da provvedimenti nazionali attuativi (per maggiori informazioni, consultare gli elenchi richiamati dall’art. 1, comma 2, lett. b, d.lgs. 24/2023);
  3. in materia di sicurezza nazionale.
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Il Regolamento non si applica alle segnalazioni anonime. Se le segnalazioni sono di particolare gravità oppure sono adeguatamente circostanziate e non manifestamente contraddittorie, la/il Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza dell’Università si rivolge agli uffici o agli organi competenti a trattare in modalità ordinaria le segnalazioni e le denunce diverse dal whistleblowing. 

Se nel corso degli accertamenti o in successive comunicazioni viene individuata l'identità del segnalante anonimo, dal momento dell’identificazione si attivano le tutele previste dal d.lgs. 24/2023 per i whistleblowers.

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Gli atti o provvedimenti che costituiscono ritorsione nei confronti del segnalante sono nulli (art. 17, d.lgs. 24/2023). 

Il soggetto segnalante può denunciare all'ANAC le ritorsioni* che ritiene di avere subito. 

*Ritorsione: qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione e che provoca o può provocare alla persona segnalante, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto (art. 2, comma 1, lett. m, d.lgs. 24/2023).

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Gli atti o provvedimenti che costituiscono ritorsione nei confronti del segnalante sono nulli (art. 17, d.lgs. 24/2023). 

Il soggetto segnalante può denunciare all'ANAC le ritorsioni* che ritiene di avere subito. 

*Ritorsione: qualsiasi comportamento, atto od omissione, anche solo tentato o minacciato, posto in essere in ragione della segnalazione e che provoca o può provocare alla persona segnalante, in via diretta o indiretta, un danno ingiusto (art. 2, comma 1, lett. m, d.lgs. 24/2023).

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Regolamento per la segnalazione di illeciti nel contesto lavorativo dell’Ateneo (Whistleblowing policy) (D.R. rep. n. 5328/2023 del 20 dicembre 2023)
In vigore dal 5 gennaio 2024

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Il segnalante può effettuare una segnalazione all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) nei seguenti casi:

  1. la segnalazione interna inviata al RPCT dell’Università non ha avuto seguito nei termini previsti;
  2. il segnalante ha fondati motivi di ritenere che una segnalazione interna non avrebbe efficace seguito o potrebbe determinare il rischio di ritorsione;
  3. la violazione potrebbe costituire un pericolo imminente o palese per il pubblico interesse.

 In ultima istanza, la persona segnalante può ricorrere alla divulgazione pubblica delle violazioni, esclusivamente se:

  1. ha previamente effettuato una segnalazione al RPCT dell’Università e una segnalazione all’ANAC o direttamente una segnalazione all’ANAC, quando ne ricorrono i presupposti, e non è stato dato riscontro nei termini previsti;
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Il professore Andrea Rinaldo all'Accademia Reale di Svezia per lo Stockholm Water Prize

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Si è tenuta il 23 agosto 2023 nella Sala d’oro della city Hall di Stoccolma, alla presenza di Re Carlo XVI, la cerimonia di premiazione dello Stockholm Water Prize assegnato, per la prima volta a un italiano, Andrea Rinaldo dell’Università di Padova.

Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

water prize

Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia.»

«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
Credo che i tempi siano maturi per ripensare a una giustizia sulla distribuzione delle risorse idriche e alla gestione delle stesse come strumento per ridurre le disuguaglianze su scala globale. Oggi, quando viaggio nel sud del mondo, vedo che l'accesso alle reti di distribuzione dell'acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti possiedono un telefono cellulare. Non possiamo voltare la testa dall'altra parte fingendo di non vedere. Le disuguaglianze su larga scala sono il motore delle migrazioni e dei disordini sociali e l’acqua si pone saldamente al suo centro. È ora di agire, promuovendo ampia consapevolezza e interesse, è ora».

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Si è tenuta il 23 agosto 2023 nella Sala d’oro della city Hall di Stoccolma, alla presenza di Re Carlo XVI, la cerimonia di premiazione dello Stockholm Water Prize assegnato, per la prima volta a un italiano, Andrea Rinaldo dell’Università di Padova.

Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

water prize

Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
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«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
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Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

water prize

Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia.»

«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
Credo che i tempi siano maturi per ripensare a una giustizia sulla distribuzione delle risorse idriche e alla gestione delle stesse come strumento per ridurre le disuguaglianze su scala globale. Oggi, quando viaggio nel sud del mondo, vedo che l'accesso alle reti di distribuzione dell'acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti possiedono un telefono cellulare. Non possiamo voltare la testa dall'altra parte fingendo di non vedere. Le disuguaglianze su larga scala sono il motore delle migrazioni e dei disordini sociali e l’acqua si pone saldamente al suo centro. È ora di agire, promuovendo ampia consapevolezza e interesse, è ora».

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Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

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Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia.»

«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
Credo che i tempi siano maturi per ripensare a una giustizia sulla distribuzione delle risorse idriche e alla gestione delle stesse come strumento per ridurre le disuguaglianze su scala globale. Oggi, quando viaggio nel sud del mondo, vedo che l'accesso alle reti di distribuzione dell'acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti possiedono un telefono cellulare. Non possiamo voltare la testa dall'altra parte fingendo di non vedere. Le disuguaglianze su larga scala sono il motore delle migrazioni e dei disordini sociali e l’acqua si pone saldamente al suo centro. È ora di agire, promuovendo ampia consapevolezza e interesse, è ora».

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Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

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Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia.»

«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
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Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

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Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
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Si è tenuta il 23 agosto 2023 nella Sala d’oro della city Hall di Stoccolma, alla presenza di Re Carlo XVI, la cerimonia di premiazione dello Stockholm Water Prize assegnato, per la prima volta a un italiano, Andrea Rinaldo dell’Università di Padova.

Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

water prize

Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia.»

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Credo che i tempi siano maturi per ripensare a una giustizia sulla distribuzione delle risorse idriche e alla gestione delle stesse come strumento per ridurre le disuguaglianze su scala globale. Oggi, quando viaggio nel sud del mondo, vedo che l'accesso alle reti di distribuzione dell'acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti possiedono un telefono cellulare. Non possiamo voltare la testa dall'altra parte fingendo di non vedere. Le disuguaglianze su larga scala sono il motore delle migrazioni e dei disordini sociali e l’acqua si pone saldamente al suo centro. È ora di agire, promuovendo ampia consapevolezza e interesse, è ora».

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Dal 1991, lo Stockholm Water Prize – il “Premio Nobel dell’Acqua” - viene assegnato a persone e organizzazioni per straordinari risultati legati all'acqua.
Il Premio è assegnato dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia Reale Svedese delle Scienze e presentato da Sua Maestà il Re Carlo XVI Gustavo di Svezia, che è il patrono ufficiale del Premio.

«Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale».

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Alcuni punti del discorso che Rinaldo ha tenuto in occasione del conferimento del Premio:

«Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua.
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«Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici? La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità.
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ANDREA RINALDO ALL’ACCADEMIA REALE DI SVEZIA PER LO STOCKHOLM WATER PRIZE

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2023RUB03 Allegato 12 - Verbale 1 - criteri

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Locandina - Commissione Fulbright Italia

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2023RUB03 Allegato 11 - Verbale 2 - elenco candidati e convocazione

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Giulio Peruzzi racconta Oppenheimer, padre della bomba atomica

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Nella foto in alto: "Gadget", la prima bomba atomica assemblata per il Trinity test (Contrasto Courtesy Everett Collection)

In occasione dell'uscita nelle sale del film “Oppenheimer" di Christopher Nolan, Giulio Peruzzi, professore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, ricorda in un video la grande figura dello scienziato noto come "padre della bomba atomica".

Il professore parla della formazione di Robert Oppenheimer, di alcuni suoi fondamentali contributi scientifici, delle motivazioni per cui è stato scelto come coordinatore del progetto che ha portato alla creazione della bomba atomica, e delle vicende successive alla fine della seconda guerra mondiale.

Oppenheimer ha diretto quel Manhattan Project, il cui frutto sono le bombe atomiche, e del quale si parla nell'articolo di Marco Boscolo su Il Bo Live, Le vere dimensioni del fallout della prima esplosione atomica: "La prima aveva un nome eufemistico, il Gadget, e venne fatta esplodere il 16 luglio del 1945 nel deserto di Jornada del Muerto, a una cinquantina di chilometri da Alamogordo, in New Mexico. Le altre meno famose, furono quasi un centinaio e vennero fatte esplodere fino al 1962 nei deserti interni degli Stati Uniti. A queste vanno aggiunte le due più tristemente celebri, Little Boy e Fat Man, che decretarono in modo spaventoso la fine della Seconda Guerra mondiale sul fronte pacifico".

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Nella foto in alto: "Gadget", la prima bomba atomica assemblata per il Trinity test (Contrasto Courtesy Everett Collection)

In occasione dell'uscita nelle sale del film “Oppenheimer" di Christopher Nolan, Giulio Peruzzi, professore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, ricorda in un video la grande figura dello scienziato noto come "padre della bomba atomica".

Il professore parla della formazione di Robert Oppenheimer, di alcuni suoi fondamentali contributi scientifici, delle motivazioni per cui è stato scelto come coordinatore del progetto che ha portato alla creazione della bomba atomica, e delle vicende successive alla fine della seconda guerra mondiale.

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Nella foto in alto: "Gadget", la prima bomba atomica assemblata per il Trinity test (Contrasto Courtesy Everett Collection)

In occasione dell'uscita nelle sale del film “Oppenheimer" di Christopher Nolan, Giulio Peruzzi, professore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, ricorda in un video la grande figura dello scienziato noto come "padre della bomba atomica".

Il professore parla della formazione di Robert Oppenheimer, di alcuni suoi fondamentali contributi scientifici, delle motivazioni per cui è stato scelto come coordinatore del progetto che ha portato alla creazione della bomba atomica, e delle vicende successive alla fine della seconda guerra mondiale.

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Nella foto in alto: "Gadget", la prima bomba atomica assemblata per il Trinity test (Contrasto Courtesy Everett Collection)

In occasione dell'uscita nelle sale del film “Oppenheimer" di Christopher Nolan, Giulio Peruzzi, professore del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, ricorda in un video la grande figura dello scienziato noto come "padre della bomba atomica".

Il professore parla della formazione di Robert Oppenheimer, di alcuni suoi fondamentali contributi scientifici, delle motivazioni per cui è stato scelto come coordinatore del progetto che ha portato alla creazione della bomba atomica, e delle vicende successive alla fine della seconda guerra mondiale.

Oppenheimer ha diretto quel Manhattan Project, il cui frutto sono le bombe atomiche, e del quale si parla nell'articolo di Marco Boscolo su Il Bo Live, Le vere dimensioni del fallout della prima esplosione atomica: "La prima aveva un nome eufemistico, il Gadget, e venne fatta esplodere il 16 luglio del 1945 nel deserto di Jornada del Muerto, a una cinquantina di chilometri da Alamogordo, in New Mexico. Le altre meno famose, furono quasi un centinaio e vennero fatte esplodere fino al 1962 nei deserti interni degli Stati Uniti. A queste vanno aggiunte le due più tristemente celebri, Little Boy e Fat Man, che decretarono in modo spaventoso la fine della Seconda Guerra mondiale sul fronte pacifico".

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Nella foto in alto: "Gadget", la prima bomba atomica assemblata per il Trinity test (Contrasto Courtesy Everett Collection)

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Il professore parla della formazione di Robert Oppenheimer, di alcuni suoi fondamentali contributi scientifici, delle motivazioni per cui è stato scelto come coordinatore del progetto che ha portato alla creazione della bomba atomica, e delle vicende successive alla fine della seconda guerra mondiale.

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2023PO181 - Allegato 3 - DR proroga

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