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Giovedì 28 settembre sono stati inaugurati i locali restaurati di Palazzo Liviano a Padova (piazza Capitaniato 7), alla presenza di Monica Salvadori, prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale, e Gianluigi Baldo, direttore del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'Antichità dell'Università degli Studi di Padova.
La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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Giovedì 28 settembre sono stati inaugurati i locali restaurati di Palazzo Liviano a Padova (piazza Capitaniato 7), alla presenza di Monica Salvadori, prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale, e Gianluigi Baldo, direttore del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'Antichità dell'Università degli Studi di Padova.
La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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Giovedì 28 settembre sono stati inaugurati i locali restaurati di Palazzo Liviano a Padova (piazza Capitaniato 7), alla presenza di Monica Salvadori, prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale, e Gianluigi Baldo, direttore del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'Antichità dell'Università degli Studi di Padova.
La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
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"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
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La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
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Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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La ristrutturazione, basata su un progetto “firmato” dallo studio di architettura Rossettini, valorizza pienamente il design originale dei locali e degli arredi ideati da Gio Ponti, e ha riguardato per ora i locali del II piano, sede del Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’Antichità.
"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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"I lavori - ha commentato Monica Salvadori - si sono svolti da settembre 2021 a febbraio 2023; se si è potuti arrivare a questo traguardo a dispetto delle difficoltà, prima fra tutte la pandemia, è stato grazie a una convinzione condivisa da tutti coloro che hanno portato avanti il progetto: l'idea che l'Università possa essere veramente luogo di scienza e cultura soltanto grazie a una relazione viva tra le persone che la animano, attraverso la condivisione quotidiana di saperi, esperienze e pratiche. Questi spazi sono stati infatti ripensati proprio per promuovere e custodire occasioni di incontro fra i protagonisti della comunità universitaria e per far sì che da tale incontro nascano occasioni feconde di innovazione e di elaborazioni creative del lavoro scientifico, didattico e di terza missione".
Un divanetto di palazzo Liviano, disegnato da Gio Ponti, dopo il restauro
"Le scelte compositive, distributive e impiantistiche sono state misurate con particolare attenzione al progetto originale, operando dove possibile con un restauro conservativo volto a ricostruire le ambientazioni più aderenti al pensiero spaziale e materico di Gio Ponti", spiegano gli architetti.
Spazio dunque al vetro, uno dei materiali preferiti dall’architetto milanese per la sua “incorruttibilità dal tempo”, e ai colori chiari del legno e della pavimentazione in linoleum giallo e grigio. Sono stati inoltre recuperati gli stucchi originali, vittima del passare del tempo.
Negli atri e nei bagni la scelta è stata invece per un accento rétro di prestigio, con promenade palladiana, laddove possibile recuperata, altrimenti ricostruita, e rivestimento d’autore in piastrelle nere, quadrate e smaltate, così come previsto dal progetto originale.
Per i punti luce, aderendo al fattivo impegno dell’Università di Padova per l’abbattimento dei consumi energetici, sono stati previsti dei corpi illuminanti a basso consumo, anche in questo caso prediligendo forme pontiane: in corrispondenza delle scale, l’iconica sfera vetrata sospesa propone una sorta di luna artificiale, che regala una nota inattesa a studenti e professori impegnati nella salita.
Nel corso dell’inaugurazione, si è tenuta anche la cerimonia di intitolazione della sala principale a Concetto Marchesi, grande latinista e rettore dell’Università di Padova, membro della Resistenza e padre costituente. L’intitolazione della sala, dov'è collocato il busto dell’illustre studioso, opera di Neri Pozza, celebra il centenario dell’arrivo di Marchesi all’Università di Padova (autunno del 1923). Salvadori ha aggiunto: "L'odierna inaugurazione è anche l'occasione per celebrare l'intitolazione della sala centrale di questo secondo piano a Concetto Marchesi che in questi spazi svolse il suo lavoro di studioso e professore ordinario di Letteratura latina dal 1923 al 1948. Questa dedica testimonia quanto la sua lezione continui ancora oggi: ci ricorda l'importanza del sapere umanistico per la nostra identità di cittadini consapevoli».
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Gio, 28/09/2023
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