Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni).
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development.
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
Il Coordinamento italiano dei servizi contro l’abuso e il maltrattamento all’Infanzia – CISMAI e Terre des hommes, con il patrocinio dell’Agenzia Nazionale Giovani (ANG), promuovono la I edizione del Premio di Laurea e di Dottorato “Anna Costanza Baldry”.
Il bando è aperto a autrici e autori che hanno prodotto tesi di laurea specialistica e di dottorato in Psicologia, Scienze dell’educazione, Scienze della formazione primaria, Medicina e specialità, Scienze motorie, Scienze della comunicazione, Sociologia, Giurisprudenza, Scienze del servizio sociale ed equipollenti, che abbiano discusso il loro elaborato tra settembre 2020 e novembre 2021, con una votazione finale non inferiore a 106/110 (per la tesi di laurea) e accompagnate da una lettera di presentazione del supervisore della tesi (per la tesi di dottorato). I lavori premiati si aggiudicheranno rispettivamente un premio di 500€ per le tesi di laurea e 1500€ per le tesi di dottorato.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
The project Unicore 2021 offers 43 refugee students the opportunity to attend a master’s degree programme at an Italian university. The students will be selected to begin degree courses in September 2021.
Deadline for application: 1st April 2021.
The scholarship includes full tuition fee-waivers, accommodation, meals at university canteens and many free services offered by local partners.The students also will receive financial support for plane tickets and visa-related expenses, as well as a study grant to help them during their stay in Italy. The project University Corridors for Refugees UNICORE 3.0 is promoted by 24 Italian universities with the support of UNHCR, Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, Caritas Italiana, Diaconia Valdese, Centro Astalli and other partners. It aims to increase opportunities for refugees currently residing in Ethiopia to continue their higher education in Italy.
Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
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Il rettore Rosario Rizzuto: «Senza l’impegno di tutti non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale».
Campagna vaccinale al via per la grande comunità dell’Università di Padova. Appuntamento per giovedì 4 marzo, alle ore 14, nella sede della Croce Rossa Italiana di Padova. La Regione Veneto ha infatti autorizzato la vaccinazione diretta del personale universitario da parte dell’Università di Padova.
«A chi ha aderito alla campagna sarà somministrato il vaccino AstraZeneca– spiega il rettore dell’Università di Padova –un’opportunità che offriamo ai nostri dipendenti, resa possibile dalla disponibilità della Regione Veneto, dal coinvolgimento del servizio di Medicina Preventiva, dei Dipartimenti di area medica, della scuola di Medicina e Chirurgia, di tutto il personale tecnico amministrativo coinvolto e dalla partnership generosa e preziosa della Croce Rossa, che ci ospita e metta a disposizione la sua struttura organizzativa. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento: senza l’impegno di tutte le persone coinvolte non avremmo potuto organizzare, in maniera veloce ed efficace, un così imponente piano vaccinale, oltretutto in autonomia. In questo modo contribuiamo a mettere in sicurezza il comparto della formazione dei nostri giovani, fondamentale per la società, dai primi passi all’asilo fino alla scelta universitaria, e aiutiamo con le nostre competenze professionali il grande sforzo del Paese per vaccinare in tempi brevi tutta la popolazione».
Ad effettuare i vaccini, infatti, sono i medici e gli studenti di infermieristica dell’Università di Padova, che aggiungono questo impegno volontario al grande sforzo quotidiano per la tutela della salute di cittadine e cittadini in tempo di pandemia. Entro fine settimana (si vaccina tutti i giorni, esclusa la domenica), saranno somministrate le prime 800 dosi. A regime, poi, si procederà con 650 vaccinazioni al giorno. Così, nei primi giorni della settimana che va dal 15 al 21 marzo, il vaccino sarà somministrato a tutte le persone in lista.
Alto il tasso di partecipazione: hanno aderito infatti 5.591 dipendenti dell’ateneo. Il picco fra i professori ordinari (93%), poi associati (88%), ricercatori (83%), personale tecnico amministrativo (80%). La vaccinazione darà la precedenza al personale che svolgerà le lezioni o esercitazioni in aula, con la presenza fisica degli studenti, nei corsi dell'anno accademico 2020/2021 previsti nei mesi di marzo e successivi. A seguire tutti gli altri dipendenti d’ateneo.
A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
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A dimostrare che l’infezione da Sars-Cov2 può presentarsi in modo serio e con complicanze importanti anche nelle bambine e nei bambini piccoli che non presentano patologie preesistenti è uno studio coordinato dal professore Giovanni Di Salvo del Dipartimento di Salute della donna e del Bambino dell’Università di Padova (con Elena Reffo e Valentina Stritoni). Inflammatory syndrome in children associated with COVID-19 complicated by acute myocardial infarction, questo il titolo della ricerca, è stato pubblicato sull’«European Heart Journal», la più autorevole rivista cardiologica al mondo ed è considerato un unicum al mondo nella letteratura della cardiologia pediatrica, per come è stato trattato e per il buon esito del trattamento.
Lo studio ha preso in esame la storia medica di un bambino di 4 anni, precedentemente sano, ricoverato per febbre, congiuntivite e rush cutaneo presso l’ospedale di riferimento territoriale della propria residenza. Il tampone nasofaringeo risulta negativo, mentre gli anticorpi IgG anti SARS-Cov2 sono positivi. Infatti, circa un mese prima un suo familiare aveva contratto il Covid-19, mentre il bimbo era sempre stato asintomatico; aveva evidentemente contratto il Covid anche lui senza accorgersene, come accade spesso nei bambini, fatto che spiegherebbe la negatività al tampone. Una volta ricoverato, le condizioni si aggravano e viene per questo trasferito presso la cardiologia pediatrica dell’Azienda Ospedale/Università di Padova
Qui viene fatta diagnosi di dilatazione aneurismatica della coronaria sinistra con occlusione trombotica determinante un infarto acuto del miocardio. «Il piccolo viene trattato con successo, la notte di Natale, in terapia intensiva pediatrica, per questa grave e potenzialmente letale complicanza, con un protocollo modificato di trombolisi, utilizzato per la prima volta al mondo dai cardiologi pediatri di Padova in un bambino affetto da sindrome infiammatoria secondaria al Covid – spiega il Di Salvo. Abbiamo utilizzato un farmaco che scioglie i coaguli nel sangue, utilizzando così un protocollo mai applicato prima nei bambini affetti da Covid-19, ma usato nei pazienti pediatrici affetti dalla malattia di Kawasaki, caratterizzata da complicanze vascolari che possono interessare le arterie coronariche nei bambini.»
Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”
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Published in the scientific journal ‘Annals of Oncology’, the paper entitled Clinical outcome of SARS-CoV-2 infection in breast and ovarian cancer patients underwent anti-estrogenic therapy was authored by researchers Monica Montopoli (VIMM-University of Padua) and Arianna Calcinotto (IOR of Bellinzona). The research demonstrates how SERM drugs (Selective Estrogen Receptor Modulators) could possibly counteract SARS-CoV-2 infection and subsequent virus development. Carried out in close collaboration between VIMM-University of Padua, the Veneto Cancer Registry and the IOR of Bellinzona, the study examined 51,060 women from the Veneto Region who have been tested for the SARS-CoV-2 infection.
Building on the work and research carried out at VIMM last year that showed patients with prostate cancer treated with androgen deprivation therapies (ADT) demonstrated a lower risk of infection and development of Covid-19 than patients with untreated prostate cancer. The study focused on the possible role of steroid hormones in the Covid-19 therapeutic strategy.
The study investigates how sex hormones influence those infected with Covid-19. Sex hormones play a role in regulating the immune system, which then effects proteins involved in SARS Cov-2 infection, such as ACE2 and TMPRSS differently. Using the sample of women tested, there was a reduced prevalence of infection in patients undergoing hormone-dependent tumors SERM therapy (Selective Estrogen Receptor Modulators). This suggests an off-target effect played by SERMs that potentially involves an alteration in the mechanism of between the virus and the host cell, identifying a possible clinical use in the treatment of COVID-19 patients.
The results, in line with the recent discovery developed by Exscalate4CoV, the public-private consortium supported by the European Commission’s Horizon 2020 call, provides for an efficacy of raloxifene as a potential drug against COVID-19 that will be further validated by a larger cohort of women infected with SARS-Cov-2 and corrected for several variables.
The Associated Investigator from VIMM, Dr Monica Montopoli, states, "In order to validate the hypothesis that hormone regulation shows implicating in the clinical outcome of COVID-19 patients, we evaluated the prevalence of SARS-CoV-2 infection, hospitalization, and death in women with hormone-dependent tumors being treated with anti-estrogen therapy. Although a larger sample and further molecular studies to better understand the mechanism and protective effect observed in females being treated with SERMs is needed, the study may identify a possible way to prevent or mitigate the effects of the virus.”