
Teatro Anatomico
Il Teatro Anatomico, completato nel 1595, è il primo esempio al mondo di struttura permanente creata per l’insegnamento dell’anatomia attraverso la dissezione di cadaveri. Questa tecnica, evolutasi di pari passo con lo sviluppo della scienza medica, diventa ricorrente nel Quattrocento: i documenti dell’epoca testimoniano come fosse diffusa la costruzione di strutture provvisorie, che venivano montate e smontate all’occorrenza, nelle quali gli anatomisti tenevano le loro lezioni ed eseguivano gli interventi. La loro forma ricordava quella degli anfiteatri romani. I corpi per le autopsie venivano consegnati all’Università dalle autorità giudiziarie: si trattava spesso, ma non sempre, di persone giustiziate.
Il Cinquecento è il secolo in cui l’anatomia padovana raggiunge il massimo prestigio: in città insegnano maestri come Andrea Vesalio, che dall’esperienza di Padova trarrà il suo capolavoro, De humani corporis fabrica (1543), opera fondamentale nella quale viene citato anche un teatro anatomico in uso a Padova che poteva contenere cinquecento spettatori.
Altri grandi anatomisti del Cinquecento sono Gabriele Falloppio e Girolamo Fabrici d’Acquapendente, al quale si deve la realizzazione del Teatro. A forma di cono rovesciato, è articolato in sei ordini, di ampiezza variabile tra 7,56 e 2,97 metri. All’interno del Teatro, la lezione era tenuta da un professore assistito da due studenti (massari). L’illuminazione era assicurata solo da candele fino a quando, nell’Ottocento, venne aperto un lucernario. Per rendere l’atmosfera meno cupa, era frequente accompagnare la lezione con l’esecuzione di musiche dal vivo. Il Teatro Anatomico fu utilizzato fino al 1872, quando venne chiuso alla pratica delle autopsie.
Oggi il Teatro Anatomico fa parte del percorso delle visite guidate a Palazzo Bo.