Il concetto di società esibisce, nella trasformazione tra antico e moderno, un drastico mutamento di significato. L'antico concetto di politiké koinonìa dei greci, tradotto in latino come societas civilis, è un concetto legato alla costituzione cetuale. In essa vige un principio di differenziazione funzionale che classifica i cittadini secondo il proprio status e che assume come impensabile la moderna endiadi libertà/uguaglianza. Al contrario, nella costituzione per ceti la libertà ha uno statuto plurale (si parla infatti di differenti libertates) ed il suo godimento è differente a seconda si sia uomini o donne, liberi o schiavi, nobili o plebei, cittadini o stranieri, oppure membri di ordini o èstats con diritti, doveri e privilegi tra di loro differenti.
Il moderno concetto di società nasce sul collassamento di questa immaginazione costituzionale indotto dalle dinamiche interne dell'assolutismo e - soprattutto - sulla base della Rivoluzione del 1789. Con quest'ultima si afferma una nozione astratta e formale - e proprio per questo omogenea - di diritto fondato sull'uguaglianza e la libertà di tutti, contraddetta però dalle realtà di dipendenza e di diseguaglianza riprodotte, al di fuori delle virtuose astrazioni del diritto costituzionale e sul terreno materiale e concreto delle relazioni sociali, dai cicli d'accumulazione dell'economia capitalista.
E' su questa differenza tra diritto e realtà, tra personalità giuridica ed economia che si afferma, contro il concetto unitario di societas civilis, la distinzione tra società civile e Stato (Hegel e i giuristi liberali posthegeliani), e che si annuncia la necessità di un ancoramento sociologico per le scienze dello Stato (trattazione della "questione sociale", intervento sociale dello Stato, riforme vs. rivoluzione).
La ricerca si occupa di questo processo di emersione di uno specifico della società e degli effetti con cui esso investe le tradizionali modalità di riflessione filosofica sulla politica. Essa si concentra sugli autori tedeschi che alla metà del secolo XIX hanno autonomizzato il discorso sulla società dalle scienze dello Stato, su Lorenz von Stein e su A. de Tocqueville, per valutare come l'analisi dei movimenti sociali dislochi la filosofia dal problema del fondamento e ne avvii una riflessione incentrata sulla mobilità e sulla tendenza, e per analizzare i processi di costruzione amministrativa e disciplinare del sociale.
Cfr. S. CHIGNOLA, Fragile cristallo. Per la storia del concetto di società, Napoli, Editoriale Scientifica 2004, pp.658