SCINTIGRAFIA MIOCARDICA PERFUSORIA 

Cos'è?
Quali radiofarmaci si impiegano?
Come si fa?
Fa male?
Che informazioni fornisce?
Sezioni SPET miocardiche
Diagnosi di necrosi/ischemia (schema)
Immagini "Bull's eye"
Immagini Tridimensionali (3D)
Immagini "Gated SPET" (GSPET)"
Miocardio stordito
Miocardio vitale
Miocardio ibernato
Tomoscintigrafia a Positroni (PET)
Indicazioni

Cos'è?



Quali radiofarmaci si impiegano? 1.  Radiofarmaci "potassiomimetici"
I primi tentativi di "imaging" scintigrafico della perfusione miocardica, risalenti all'inizio degli anni '70, sono stati compiuti utilizzando 45K, radiofarmaco con caratteristiche fisiche alquanto sfavorevoli (emissione di radiazioni beta- e gamma ad alta energia) che lo rendevano non idoneo per un impiego clinico. L'introduzione del 201Tl, che risale alla metà degli anni '70, ha invece provocato una rapida ed estesa diffusione della scintigrafia miocardica perfusoria.

Il 201Tl, somministrato in forma di cloruro di tallio, entra nella fibrocellula miocardica sfruttando la pompa sodio-potassio, ATPasi dipendente. Iniettato perifericamente per via endovenosa, questo radiofarmaco si distribuisce nel muscolo cardiaco in modo direttamente proporzionale al flusso coronarico. L'indice di estrazione durante il primo transito attraverso le coronarie è pari a circa l'80-85%, in condizioni basali, e decresce lentamente con l'aumentare del flusso coronarico.

La cinetica del tallio prevede una prima fase, detta di "distribuzione iniziale" o di "estrazione", nella quale il radiofarmaco si concentra nel miocardio, nei muscoli scheletrici e in organi splancnici quali la tiroide e le paratiroidi. Circa 20-25 minuti dopo la somministrazione del radiofarmaco inizia la seconda fase, detta di "ridistribuzione", caratterizzata da un progressivo riequilibrio fra tallio contenuto all'interno del miocardico e tallio plasmatico.
Si definisce wash-out netto la differenza fra wash-out intriseco (ovvero la fuoriuscita del tallio dal miocardio verso il plasma) e il successivo reingresso del tallio nel miocardio. In particolare:

2.  Radiofarmaci marcati con 99mTc
I più utilizzati sono il 99mTc-MIBI (Metossi-Iso-Butil-Isonitrile) e la 99mTc-Tetrofosmina. Entrambi entrano nella fibrocellula per diffusione passiva e/o trasporto facilitato  e la loro distribuzione iniziale è proporzionale al flusso coronarico regionale. L'indice di estrazione è pari a circa il 50-65%. Scompaiono dal plasma entro cinque minuti entrando nella fibrocellula miocardica dove sembra si leghino ai mitocondri e a proteine del citosol. Tale legame è relativamente stabile e quindi, al contrario del tallio, non presentano una significativa ridistribuzione. L'impiego di questi radiofarmaci tecnetati implica numerosi vantaggi (rispetto al 201Tl) ed alcuni svantaggi:

Come si fa?

L'indagine in condizioni basali (a riposo) viene eseguita somministrando al paziente 80-100 MBq di Tl-201 o 700-800 MBq di 99mTc-MIBI (o 99mTc-Tetrofosmina) per via e.v. periferica. Nel primo caso l'acquisizione delle immagini scintigrafiche, planari o SPET, deve iniziare entro pochi minuti, mentre nel secondo caso può iniziare in un intervallo compreso fra 30 e 90 minuti circa. La durata dell'acquisizione varia da 20 a 40 minuti circa, a seconda se viene utilizzata una gamma camera con due od una testata.

L'indagine in condizioni di "stress" può essere eseguite stimolando il flusso coronarico con uno sforzo fisico tramite cicloergometro o tappeto ruotante, oppure per via farmacologica, somministrando un'infusione di dipiridamolo o adenosina. Per poter ottenere risultati correttamente valutabili è indispensabile che lo sforzo sia "massimale", deve cioè essere raggiunta una frequanza cardiaca pari ad almeno l'85% di quella massima teorica, calcolata per l'età del soggetto, secondo la formula:

Frequenza Cardiaca Massimale   =   220  -  anni di età

Al picco dello sforzo, o nel caso che lo stesso debba essere interrotto per stanchezza fisica o comparsa di sintomi o segni elettrocardiografici di ischemia miocardica, viene iniettato il radiofarmaco e viene proseguito lo sforzo (se possibile) per almeno un altro minuto, in modo che il radiofarmaco possa raggiungere il miocardio in condizioni di massimo flusso coronarico.
Le successive modalità di acquisizione delle immagini scintigrafiche differiscono in modo sostanziale a seconda se sia stato impiegato 201Tl o un radiofarmaco farmaco Tecnetato:


Fa male?
Dosi di radiazioni assorbite da un paziente del peso di 70 kg
Radiofarmaco Dose efficace
mSv/MBq
Miocardio
mGy/MBq
Midollo
mGy/MBq
Vescica
mGy/MBq
Ovaio
mGy/MBq
99mTc-MIBI
(dose somministrata: 700-800 MBq)
0.006 0.0025 0.0063 0.024 0.0038
<b>201TI
(dose somministrata: 80-100 MBq)
0.16 0.28 0.055 0.052 0.10
* Radiation Dose Information Center, Oak Ridge Inst. for Science and Education, TN, USA, 1996.



Che informazioni fornisce?

I dati acquisiti con tecnica tomoscintigrafica (SPET) vengono elaborati in modo da ottenere tre serie di immagini corrispondenti a sezioni del miocardio orientate lungo i seguenti piani:
  1. Asse Lungo Orizzontale, che presenta forma a "ferro di cavallo" ed esplora il miocardio dalla parete inferiore a quella anteriore; le sezioni vengono convenzionalmente visualizzate con l'apice ventricolare rivolto verso l'alto;
  2. Asse Corto, che presenta forma a "ciambella", in cui la parte centrale vuota corrisponde alla cavità ventricolare, con sezioni che procedono dalla punta verso la base;
  3. Asse Lungo Verticale, che presenta forma a "ferro di cavallo schiacciato", in cui la porzione aperta rappresenta la base del cuore, ed esplora il miocardio ventricolare procedendo dal setto alla parete libera; le sezioni vengono convenzionalmente visualizzate con l'apice ventricolare rivolto verso destra.
Nella figura seguente è riportata un'immagine relativa a ciascuna dei tre gruppi di sezioni SPET, con il corrispondente riferimento anatomico.

La presenza di aree ipocaptanti nelle immagini acquisite a riposo è indicativa di necrosi miocardica. Aree ipocaptanti evidenziate dopo sforzo ergometrico o farmacologico devono invece essere confrontate con le rispettive immagini dell'indagine a riposo e valutate secono i seguenti criteri:

Scintigrafia dopo sforzo Scintigrafia a riposo DIAGNOSI
Area ipoconcentrante il radiofarmaco Invariata NECROSI MIOCARDICA
Area ipoconcentrante il radiofarmaco Scomparsa ISCHEMIA
Area ipoconcentrante il radiofarmaco Ridotta NECROSI + ISCHEMIA



Immagini "Bull's Eye"

Utilizzando un'apposita tecnica di elaborazione dei dati SPET, si possono ottenere particolari immagini circolari chiamate "bull's eye" o "mappe polari" che permettono di evidenziare, su un'unica immagine, le informazioni riguardanti la perfusione di tutte le regioni del miocardio ventricolare sinistro. Guardando l'immagine, la porzione centrale corrisponde alla regione apicale e la porzione esterna corrisponde alla base del ventricolo; nelle quattro aree NORD, EST, SUD e OVEST è rispettivamente evidenziato il quadro perfusorio della parete ANTERIORE, LATERALE, INFERIORE e SETTALE. Su queste immagini può anche essere riportato, a titolo indicativo, il territorio di distribuzione delle arterie coronariche.

Se viene eseguito il test da sforzo, si confronta l'immagine "bull's eye" dell'indagine da sforzo con la corrispondente a riposo e si ottiene un'immagine "differenza" che pone in risalto eventuali zone ischemiche (in cui la perfusione a riposo è migliore di quella dopo sforzo). Per aumentare l'accuratezza diagnostica dell'indagine è, inoltre, possibile ottenere dati quantitativi confrontando le immagini "bull's eye" con quelle contenute in un "data base" di soggetti normali di riferimento. A tal fine è però essenziale che venga utilizzato un "data base" ottenuto impiegando lo stesso tipo di apparecchiatura, radiofarmaco e tecnica di elaborazione, nonchè differenziato per sesso, fasce di età e costituzione corporea.

L'esempio sotto riportato mostra: a SN, un'immagine "bull's eye" ottenuta elaborando una scintigrafia miocardica con 99mTc-MIBI acquisita dopo sforzo cicloergometrico, in un soggetto normale; a DX le analoghe immagini dopo sforzo e a riposo ottenute in un paziente con necrosi apicale ed ischemia della regione settale, meglio evidenziata nell'immagine "differenza".

Ultimo aggiornamento:  28 settembre 2018
A cura di:   Prof. Franco Bui,  Prof. Diego Cecchin  -  Dip. di Medicina DIMED  -  MEDICINA NUCLEARE
Via Giustiniani 2 - 35128 PADOVA    Tel.: 049821.3020 - email: diego.cecchin@unipd.it
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