Palazzo del Bo e il Teatro Anatomico

 

Una locanda famosa dedicata al “Bo”, il bove, esisteva nel centro di Padova già nel Trecento, molto prima che l’edificio diventasse la sede principale dell’Università. Si chiamava Hospitium Bovis, forse perché era vicino a una zona di commercio di bovini. Il Palazzo, le cui parti più antiche risalgono al Duecento, viene donato nel 1405 da Francesco da Carrara a un commerciante di carni, per poi passare in uso all’Ateneo, che ne diventa definitivo proprietario nel 1539.

Nella seconda metà del Cinquecento il Bo viene ampliato e trasformato; il corpo principale del Palazzo, con il Cortile Antico a doppio ordine di colonne, prende la forma che oggi conosciamo. Il radicale intervento è attribuito ad Andrea Moroni, architetto molto attivo in città. Il Cortile è ornato da numerosi stemmi, lì collocati fino alla fine del Seicento per rappresentare le famiglie degli studenti e coloro che occupavano cariche accademiche.

Tra le sale più importanti di Palazzo del Bo vanno ricordati il Teatro Anatomico e l’Aula Magna, citata già nel 1399 come parte dell’Hospitium Bovis e assegnata poi ai giuristi (ma a Galileo, a causa del forte afflusso di studenti alle lezioni, fu consentito di utilizzarla per l’insegnamento). A metà Ottocento si decide di riservare l’Aula alle cerimonie: di qui la decorazione del soffitto e in seguito la sistemazione definitiva da parte dell’architetto e designer Gio Ponti, che nel 1942 consegna uno spazio fortemente rinnovato.

Accanto all’Aula Magna è la Sala dei Quaranta, con altrettanti ritratti moderni di celebri studenti dell’Università vissuti a Padova tra il Duecento e l’Ottocento. Nella sala è conservata la Cattedra di Galileo, cattedra dalla quale, secondo la tradizione, lo scienziato teneva le lezioni.

Tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento il Bo viene ampliato e riceve l’assetto definitivo.  Carlo Anti, rettore tra il 1932 e il 1943, chiama a ridisegnare l’Università alcune importanti personalità dell’arte e della cultura. L’architetto Ettore Fagiuoli compie l’ultimo intervento di risistemazione del Palazzo, creando fra l’altro il Cortile Nuovo. Gio Ponti è l’artefice di arredi, affreschi e ornamenti che offrono al Bo, alla fine della seconda guerra mondiale, un’immagine innovativa.

L’arte contemporanea a Palazzo del Bo è presente con dipinti e sculture di alcuni tra i maggiori artisti italiani del Novecento. Si deve ad Arturo Martini la statua del Palinuro (1947), dedicata a un comandante partigiano e omaggio alla Resistenza. Le sale del Bo possiedono affreschi e mosaici di pittori come Filippo De Pisis, Achille Funi, Ferruccio Ferrazzi, Gino Severini. Nel 1995, su una parete del Cortile Nuovo, Jannis Kounellis realizza la scultura Resistenza e Liberazione, che rievoca la lotta contro il fascismo e la liberazione dell’Italia.

Il patrimonio artistico del Bo è aperto al pubblico, che può conoscerlo attraverso le visite guidate (attenzione: non è possibile visitare Palazzo del Bo autonomamente).


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