Il pensiero politico controrivoluzionario, per lo meno nei suoi più celebri interpreti, è stato spesso studiato in relazione pressoché esclusiva con i futuri assetti della tradizione conservatrice europea. Luis de Bonald (1754-1840), pari di Francia, notabile e filosofo, è sfuggito soltanto parzialmente a questo destino. Eppure, il suo progetto di definire un complessivo système de la société rappresenta una prima, significativa approssimazione al tentativo di composizione”metodologica” tra analisi storica e scienze sociali. Il volume cerca di ricostruire, per linee interne, il processo di definizione degli assetti logici del système e di verificare come l’approdo bonaldiano alla nozione di “costituzione naturale” definisca un esito originale nel panorama controrivoluzionario. Strutturato su di una profonda interrelazione tra teologia e politica, il système di Bonald rinuncia infatti a mantenere un atteggiamento meramente polemico nei confronti della Rivoluzione francese. Costretto a confrontarsi con il consolidarsi dei suoi effetti, il système si sforzerà di elaborarne “sociologicamente” la novità: la Rivoluzione introduce infatti “variabili” impensabili con gli strumenti concettuali tradizionali e rappresenta quindi una inconnue che rende necessarie forti innovazioni sul piano del metodo. Il progetto sistematico di Bonald, quello di elaborare quella stessa inconnue con gli strumenti di calcolo forniti da una nuova “algebra sociale”, finirà col porsi come compito quello di tracciare una nuova “mappa” dell’ordine politico e, attraverso di essa, le linee portanti di una definitiva “cartografia” sociologica dell’articolazione costituzionale.
tratto da: S. CHIGNOLA, Teologia e politica nel sistema di Bonald, Milano, Franco Angeli 1993, pp.248