di Sandro Chignola - Giurista e scienziato della politica di origine tedesca, Voegelin si forma a Vienna dove, allievo e assistente di Hans Kelsen, inizia l'attività di ricerca e di didattica universitaria. Nel 1938, dopo aver pubblicato sin dagli anni precedenti opere invise ai nazisti (Rasse und Staat, 1933; Die Rassenidee in der Geistesgeschichte von Ray bis Carus, 1933; Die politischen Religionen, 1938, aperto attacco al «collettivismo politico» nazionalsocialista), è costretto all'emigrazione negli USA. Insegna in diverse università americane (Harvard, Alabama, Louisiana State), sino al 1958, anno del suo ritorno in Germania. Dal 1958 al 1969, dirige l'«Institut für politische Wissenschaft» dell'Università di Monaco di Baviera. A partire dal 1969, e sino alla morte, è nuovamente negli USA, come professore emerito e Henry Salvatory Distinguished Scholar, presso la «Hoover Institution» di Stanford.
Dopo una prima produzione giuridica tesa ad un rinnovamento metodologico della dottrina dello Stato, subisce l'influenza della sociologia weberiana e dell'antiformalismo di C. Schmitt. Il suo Der autoritäre Staat [1936], implicita legittimazione dell'«autoritären Kurs» intervenuto in Austria con il colpo di stato di Dollfuss, rappresenta una sorta di autocritica (per gli attacchi diretti a Kelsen, suo maestro, ed all'inefficienza politica della «dottrina pura del diritto») ed una prima elaborazione di tematiche di stampo politologico. La Nuova scienza politica [1952], secondo esordio dopo l'emigrazione e dopo l'abbandono tanto della prospettiva giuridica quanto del progetto di una storia delle idee politiche, poi abbandonata, segna una tappa importante nell'evoluzione del suo pensiero. In essa Voegelin elabora una teoria della rappresentanza tesa a delegittimare le riduzioni di stampo giuridico della complessa fenomenologia del politico, che lo mette in grado di confrontarsi con il problema del nesso che sussiste, in termini filosofici fortemente antiformalisti, tra ordine e storia. Negli anni successivi si dota di una teoria del simbolo che riprende spunti delle opere giovanili, ed enuclea progressivamente una filosofia della coscienza quale fuoco degli stessi processi di simbolizzazione. L'ordine politico si giustifica a partire dalla propria relazione alla trascendenza, a partire dalla rappresentazione che esso offre, in termini socialmente condivisi, della propria verità. Strutturata dalla successione dei differenti sistemi simbolici, la storia rappresenta per Voegelin il campo in cui si esplicita l'opposizione tra la noesi (il sapere critico che, consapevole della non esaustività del simbolo, non cede alla tentazione di ipostatizzare dogmaticamente i propri contenuti) e le interpretazioni non-noetiche dell'ordine (dogmatiche, millenariste, fondamentaliste), dalle quali procede lo stesso totalitarismo della modernità compiuta. Negli anni '60, approfondendo teoreticamente la propria prospettiva, V. - oltre ad una critica di stampo conservatore dei moderni movimenti di massa - elabora un'originale teoria della coscienza, cui viene affidato il compito di rendere conto della discontinuità della storia. Grazie ad essa, la filosofia della storia voegeliniana si emancipa infine da qualsivoglia continuismo, per approdare ad una radicale interrogazione sullo stesso simbolo-storia.
- Über die Form des amerikanischen Geistes, Tübingen, 1928;
- Rasse und Staat, Tübingen, 1933;
- Die Rassenidee in der Geistesgeschichte von Ray bis Carus, Berlin, 1933;
- Der autoritäre Staat: ein Versuch über das österreische Staatsproblem, Wien,1936;
- La nuova scienza politica [1952], Torino, Borla, 1968;
- Anamnesis. Teoria della storia e della politica [1966], Milano, 1972;
- Il mito del mondo nuovo, Milano, 19762;
- Order and History, vol. 1, Israel and Revelation, 1956; vol. 2, The World of the Polis, 1957; vol. 3, Plato and Aristotle, 1957; vol. 4, The Ecumenic Age, 1974; vol. 5, In Search of Order, 1987;
- La filosofia politica di Platone, a c. di N. Matteucci, Bologna, 1988;
- La politica: dai simboli alle esperienze. 1. Le Religioni politiche. 2. Riflessioni autobiografiche, a c. di S. Chignola, Milano, 1993.
S. Chignola - G. Duso - M. Piccinini, Crisi della scienza politica e filosofia: Voegelin, Strauss, Arendt, in: Il potere ( a c. di G. Duso), pp. 429-448.
S. Chignola - G. Duso, Die Rezeption Voegelins in Italien. Ein neuer Weg der politischen Philosophie, «Zeitschrift für Politik», Heft 4, Dezember 1991, pp. 394-403.
S. Chignola , Ordine ed ordinamento della storia. Note sulla filosofia della coscienza in Eric Voegelin, «Il Mulino», XXXV, n. 307, 1986, pp. 749-777.
- Filosofia ed esodo. Oltre la teoria politica, in G. Duso (a c. di), Filosofia politi-ca e pratica del pensiero. Eric Voegelin, Leo Strauss, Hannah Arendt, Milano, Franco Angeli, 1988, pp. 69-111.
- Rappresentazione, idea, unità. Ordine politico e forma auto-comprensiva, in R. Racinaro (a c. di), Ordine e storia in Eric Voegelin, Napoli, ESI, 1988, pp. 113-119.
- E. Voegelin-C. Schmitt. Un carteggio inedito (lettere 1931-1955), edizione e traduzione italiana a cura di Sandro Chignola, «Filosofia politica», V, 1/1991, pp. 141-151.
- Fetischismus der Normen. Tra normativismo e sociologia: Eric Voegelin e la dottrina dello Stato (1924-1938), «Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto», IV Serie, n. 70, 4/1993, pp. 515-565.
- Pratica del limite. Forma politica e scienza giuridica negli scritti giovanili di Eric Voegelin, «Con-tratto», 1998, pp. 167-184.
- Pratica del limite. Saggio sulla filosofia politica di Eric Voegelin, Padova, Unipress, 1998.
- «Fetishism with the Norm» and Symbols of Politics. Eric Voegelin between Sociology and Rechtswissenschaft (1924-1938), Occasional Papers des «Eric-Voegelin-Archiv» in München, n. X, München, 1999.
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G. Zanetti, La trascendenza e l'ordine. Saggio su Eric Voegelin, Bologna, 1989;
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Eric Voegelin Institute For American Renaissance Studies, Louisiana State
University.
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