Università degli Studi di Padova - Archivio Generale di Ateneo

 

 

Il progetto Titulus 97 prende le mosse da una delle intuzioni del Progetto archivi, approvato nel 1996, e considerato il "progetto dei progetti archivistici padovani: gli archivi universitari possono e devono fare sistema e condividere, con le dovute personalizzazioni, i principali mezzi di corredo.

 

Filosofia del progetto: tornare ad occuparsi dell'archivio in formazione

Una “Università degli studi” che insegna ad amare, valorizzare e tutelare la storia e non si occupa di amare, valorizzare e tutelare la propria storia, non può essere chiamata “Università degli studi”. Infatti, le fonti documentarie per la storia nascono e si difendono nell’archivio in formazione [L. Sandri, L’archivistica, «RAS» XXVII/2-3 (1967), pp. 410–429, il passo è a p. 412].

 

Obiettivo del progetto

Organizzare la gestione dei documenti prodotti dall’Ateneo, attraverso l’applicazione di un titolario e di un massimario di selezione redatti con criteri dettati dalla dottrina archivistica contemporanea.

 

Mezzi di attuazione

Le Università producono ogni giorno una notevole mole di documenti. L’ufficio deputato alla conservazione è l’Archivio generale, comprendente gli uffici Protocollo, Archivio corrente, Archivio di deposito e Archivio storico. Intervenendo nel primo anello della catena della gestione dei documenti, si può legittimamente pensare di risolvere i problemi di conservazione e tutela degli archivi fin dal loro momento piú critico. Ecco perché l’organizzazione archivistica deve partire dall’inizio della catena produttiva, ovvero dall'archivio corrente e dalla funzione di protocollo, attraverso l’applicazione di un rigoroso titolario di e di un preciso massimario di selezione. Solo così la “traditio” dei documenti, dalla formazione alla conservazione perenne, avrà il senso della ricerca storica, in quanto l’ente produttore avrà disposto a priori — e consapevolmente — le condizioni per la fruizione ottimale di tutta la documentazione prodotta. In poche parole, si tratta di "organizzare", senza intaccare il vincolo, la storia.

 

Perché le università italiane?

In materia di archivio e di protocollo delle università italiane non esiste alcuna disposizione ministeriale. Vale la pena che le università italiane coagulino attorno a sé, per la prima volta nella storia amministrativa italiana, le forze intellettuali per iniziare a normalizzare la gestione dei propri archivi, anche con l’ausilio di alcuni “uffici tecnici” esterni al MURST. L’ottica è di coinvolgere le tre università italiane che finora hanno ottenuto per il loro archivio «la dichiarazione di particolare importanza» con decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali, ai sensi e per gli effetti dell’art. 31, lettera e) del d.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409, ovvero le Università di Padova, Bologna e Palermo, la Soprintendenza archivistica per il Veneto, l’Ufficio Centrale per i Beni Archivistici del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (in particolare la Divisione III – Vigilanza), il Dipartimento per l’Autonomia Universitaria del MURST, l’ANAI Nazionale e del Veneto come associazione di categoria, e il Cestrid di Macerata, che si occupa a livello internazionale della gestione dei documenti e dell’informatica applicata agli archivi.

 


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 Ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2007