Università degli Studi di Padova - Archivio Generale di Ateneo - ARCHIVIO ANTICO

 

 

[Estremi cronologici: 1149-1817]

[Unità: 99; nn. 489-587]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 52-56]

 

Agli atti quì sopra catalogati, che per la loro consistenza di materia unica in separati volumi, e carte sciolte si sono potuti dividere per ragione di serie, tengono dietro quelli che o legati in volume contengono atti delle varie serie suddescritte, o formano gruppi di carte che non si poterono dividere contenenti documenti relativi a due o più serie; si sono dovuti quindi elencare sotto una rubrica prosmicua.

 

Scuole ed istituti complementarii

 

[Estremi cronologici: 1546-1814]

[Unità: 7; nn. 588-594]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 56-58]

 

I riformatori dello studio di Padova sempre vigili a mantenere col progresso degli studii l’importanza della Università Patavina alle loro cure specialmente demandata, ed a complemento di quanto veniva insegnato nell’Università artista instituirono:

1. nel 1767 l’osservatorio astronomico (Specola): collocato questo nell’antica torre, costruita fin dal 1237 da Ezzelino III il tiranno, e fornito di tutti gli strumenti necessarî allo studio astronomico.

2. nel 1738 un gabinetto di macchine per la fisica sperimentale al quale fu assegnata la fabbrica, in via Portici alti, cominciata per la pubblica libreria e poi rimasta sospesa per mancanza di fondi.

3. nel 1765, una scuola de re agraria al quale scopo si fece acquisto di alcuni campi nell’antico borgo di Santa Croce (ora corso Vittorio Emanuele) per la coltivazione di molte piante che servono allo sviluppo delle scienze agricole, con tutti gli stromenti rurali che servono all’agricoltura.

4. nel 1533, per la istruzione di quei giovani che si dedicavano allo studio della medicina fu dal padovano Francesco Bonafede instituito un orto di semplici, materia insegnata dallo stesso Bonafede. Il veneto Senato compreso dell’importanza dello studio di tale materia, decretava nel 1545 l’instituzione di un orto botanico, il più antico d’Italia, nel quale alle piante che dovevano servire alla farmacia se ne aggiunsero altre di esotiche racchiuse in serre o vegetanti in aria libera, che formano la meraviglia di quanti ancor adesso lo visitano.

5. nel 1734 a cura dei Riformatori sorse il Museo di storia naturale che trae la sua origine dalle collezioni del professore Antonio Vallisnieri, che insegnava appunto tale materia. Ebbe questo incremento per doni od acquisti fatti da Girolamo Zannichelli, dal Dr. Festari, dal Castellini, dal Corniani, dal Renier e da altri. Era ed è attualmente costituito da una bella raccolta di mammiferi ed uccelli, di rettili, anfibî, e pesci, nonchè di una splendida collezione di minerali forniti dalle roccie del veneto e di altri paesi.

6. nel 1769 un laboratorio di chimica, il cui impianto devesi al professor Carburi. Fu dapprima collocato in una casa in via del beato Pellegrino, ed ora trovasi in un locale annesso alla R. Università.

7. nel 1774 fu fondato l’ospitale per le cliniche di medicina, chirurgia, ostetricia ed oculistica.

 

Bagni d’Abano

 

[Estremi cronologici: 1765-1799]

[Unità: 1; n. 595]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 58]

 

Le celebri terme d’Abano richiedevano di essere restituite, a vantaggio dell’umanità sofferente, alla loro antica forma; pertanto i Riformatori a garantire i benefici effetti di esse, oltre ad aver prescritto certe discipline destinarono un professore della Università che dovesse invigilarne l’andamento obbligandolo a pubblicar colle stampe il risultato delle sue osservazioni. In un codice che trovasi nella pubblica biblioteca universitaria esistono due lettere di Cassidoro e Scardeonio sulle terme stesse.

 

Biblioteca

 

[Estremi cronologici: 1717-1785]

[Unità: 4; nn. 596-599]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 58-61]

 

Fu questa istituita dalla Repubblica veneta con decreto 1629, attuata con terminazione dei Riformatori dello studio di Padova nel 1 marzo 1631. Ebbe dapprima stanza nel convento dei padri Gesuiti espulsi dagli stati veneti all’epoca del celebre interdetto, e che era nei pressi di Ponte Corvo. Poco tempo dopo venne essa trasportata in una sala detta dei giganti nel palazzo di residenza del capitano di Padova nella piazza detta appunto del capitaniato. ¾ Volendosi sul principio del secolo XVIII provvedere con maggior decoro alla sede della libreria, e perchè fosse questa di più pratica utilità ai professori e scolari della Università stessa, fu con decreto di Senato 1716, 3 dicembre, stabilito che fosse trasferita in luogo più acconcio allo scopo. A tale effetto i Riformatori nel 1717 acquistarono un tratto di terreno vicino all’Università, di ragione del Co: Antonio Capodivacca in contrada Portici Alti. Si diede principio all’erezione della fabbrica coi denari che civanzavano dall’acquisto libri, e depositati in una tassa detta: cassa libreria o cassa dottorati.

Avvanzatasi la fabbrica presto si videro sparire i denari, nè sapendo a qual cespite ricorrere rimase incompiuta. Instituitasi intanto nel 1739 la nuova cattedra di fisica sperimentale, si stabilì di usufruire di quel tratto di fabbrica, conducendola a termine per collocarvi i gabinetti di fisica; la biblioteca quindi dovette rimanere dove fu collocata fin dalla sua istituzione.

La biblioteca doveva essere aperta “le ore che saranno per il commodo de studenti stimate più opportune”, ma visto che molti giorni la biblioteca rimaneva chiusa, il Senato decretò nel 1691, 27 luglio, che dovesse esser aperta almeno tre volte la settimana, e sempre poi nei giorni dei dottorati fissando i giorni di lunedì, mercordì e venerdì, eccettuati i venerdì di marzo che venivano surrogati col sabato.

Ad aumentare il materiale della biblioteca tutti gli stampatori ed editori dovevano mandare a quella le opere che mano mano vedevano la luce per stampa o ristampa, ma siccome da molti se ne trascurava l’invio, ed essendosene fatto di ciò addebito al bibliotecario, questi pregava i Riformatori a dar ordine al loro segretario di tener registro di tutte le licenze di stampa, spedendo semestralmente l’elenco al bibliotecario stesso a fine di sollecitare gli stampatori all’esecuzione del loro dovere, ed a provvedere che si tenesse nota delle ristampe per le quali non occorreva la licenza dei Riformatori stessi.

Fin dall’istituzione della biblioteca (1631) i Riformatori provvidero alla nomina di un bibliotecario con 60 fiorini annui di emolumento, e con facoltà di nominarsi un bidello, salva però l’approvazione del magistrato.

Era tenuto il bibliotecario a compilare due inventarî, uno per uso della biblioteca, uno pei Riformatori. Ciascun libro doveva portare impressa l’indicazione dell’acquisto od il nome del donatore.

Il bibliotecario era in obbligo di prestarsi alla consegna dei libri che dovevano essere letti nella apposita sala, vietarne l’asporto, e in caso di contrafazione darne parte al Capitano di Padova.

I manoscritti ed i codici erano tenuti in appositi armadii e chiusi a chiave e se ne facevano speciali inventarii. Doveva inoltre il Bibliotecario tener disposti e divisi i libri in ordine di materia, formandone, come si è detto, un doppio inventario.

Le rendite per la libreria erano: le decime delle nuove condotte dei lettori e il deposito dei due scudi che erano tenuti fare gli scolari, prima di ottenere la laurea che in media amontava a 400 ducati annui. Con queste somme si comperavano libri, e si provvedeva alla legatura degli stessi, amministrandone i Riformatori l’azienda. Le altre spese di biblioteca erano gravate sulla cassa dello studio.

 

Collegii

 

[Estremi cronologici: 1771-1783]

[Unità: 1; n. 600]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 61]

 

Per concorrere al vantaggio e perfezionamento degli studii, di quei giovani, i quali, avendo dimostrato disposizione a riescire nelle discipline universitarie, mancavano di mezzi per raggiungerne lo scopo, vi concorsero alcuni benefattori coll’istituzione di varii collegii, nei quali gli studenti privi di fortuna potevano trovare vitto ed alloggio per far fronte alle spese di mantenimento e poter frequentare i corsi universitarii.

 

Collegio Pratense

 

[Estremi cronologici: 1390-1781]

[Unità: 1; n. 601.1]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 61-62]

 

Il Cardinale Pileo conte di Prata fondò nel 1390 con suo testamento del 4 ottobre in atti di Antonio da Treviso notaio di Padova, un collegio: “Item voluit quod ” fructus, redditus et proventus imprestitorum de Venetiis castellanæ diæcesis deputentur et convertentur in usu et utilitate viginti scolariorum existentium in Collegio suo et per ipsum ordinatum, videlicet Ss. Hieronimi et Prosdocimi de Padua”.

Questo Collegio a nome del fondatore fu chiamato Pratense, od anco del Santo, perchè appunto esisteva in quella contrada. Perdute le rendite del Friuli, per essersene impossessati i parenti dei Cardinale, affrancati i monti di Venezia presso i quali aveva egli depositati 17700 ducati, assotigliate quindi le rendite, il numero degli scolari fu ridotto circa il 1540 a soli 16: quattro per ciascheduna delle quattro nazioni, cioè la friulana, la veneziana, la trivigiana e la padovana. Spettavano a ciascuno di essi scolari e pel periodo di 5 anni: 10 scudi annui, stanza sfornita, servitù pagata, uso della cucina; venivano scelti dal vescovo di Padova in concorso dei più vecchi delle famiglie Zabarella e Lion e del priore del collegio.

Il priore veniva eletto tra i più meritevoli dei collegiali, al quale si corrispondevano 5 ducati all’anno più degli altri colleghi, che dovevano stare ad esso soggetti, e durava in carica tre anni.

 

Collegio Da Rio

 

[Estremi cronologici: 1398-1772]

[Unità: 1; n. 601.2]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 62-63]

 

Con testamento 1398, 19 luglio, Nicolò Da Rio ordinava, che dopo la morte del suo erede senza figli, fosse istituito un collegio per gli scolari artisti nella casa di sua abitazione a Pontecorvo; dovevano essere in numero di sei, e più se a più potevano sopperire le rendite, ed essere cittadini padovani. Nel 1405 venuto a morte Daniele Da Rio fratello ed erede testamentario di detto Nicolò fu aperto il collegio, ma fosse che le rendite avessero diminuito, fosse che il primo testatore non avesse ben calcolato a quanto ammontavano, il numero degli scolari fu solo di quattro. Avevano diritto di abitare in collegio per sei anni, di essere forniti di pane e vino, e di avere 12 ducati annui. Venivano eletti dai gastaldi delle fraterne degli spezieri, dei calzolai, dei coltellinari, dei giubbonari e dei pellicciari.

 

Collegio Feltrino

 

[Estremi cronologici: 1536-1707]

[Unità: 1; n. 601.3]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 63]

 

Cornelio Castaldi fece il suo testamento nel 1536, 3 agosto, in Feltre. Con esso egli instituì nella sua casa posta sulla piazza del Santo un collegio per tre giovani feltrini, due dei quali studiassero diritto civile e canonico ed uno filosofia e medicina. Potevano abitarvi anni 7, godevano in comune dell’alloggio, di 48 staia di buon frumento, di 32 mastelli di vino, e di 24 ducati per tutte le altre spese, ed avevano una massara la qual sia de bona vita et di età non suspetta tra loro tutti.

 

Collegio Priuli

 

[Estremi cronologici: 1571-1690]

[Unità: 1; n. 601.4]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 63]

 

Lodovico Priuli procuratore di S. Marco nel 1569 a 25 marzo volle che col residuo della sua sostanza fosse mantenuto un collegio nella propria casa in Padova per 6 scolari di casa Priuli; 4 dei quali dovessero essere del suo colonello, 2 di altre case Priuli, con 100 ducati annui per cadauno: detto collegio era situato in borgo Santa Croce.

 

Collegio Spinelli

 

[Estremi cronologici: s.d.]

[Unità: 1; n. 601.5]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 64]

 

L’anno 1439 Belforte Spinelli vescovo di Catania e nobile di Giovenazzo nel Regno di Napoli, instituì un collegio in Padova, pel cui mantenimento lasciava tutti i suoi beni immobili a favore dei discendenti di casa Spinelli, se ve ne fossero, se no, di altre famiglie, non fissandone il numero. Nel 1575 cinque erano gli scolari e le rendite di 198 ducati.

 

Collegio Superchi

 

[Estremi cronologici: 1708]

[Unità: 1; n. 601.6]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 63]

 

Istituito da Mons. Girolamo Superchio da Pesaro nel 1593 nelle case di sua proprietà in Borgo S. Prosdocimo.

Gli eredi invitati a dar notizia del detto collegio nel 1708 dichiararono di non esser a loro conoscenza l’esistenza di esso, nè di possedere alcuna carta.

 

Collegio Campion o Tornacense

 

[Estremi cronologici: 1363-1776]

[Unità: 1; n. 602.1]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 64-65]

 

In Borgo Vignali nella contrada del pozzo Campion da Pietro Boaterio da Bologna, nel 1363, sotto l’invocazione di Santa Maria di Tornaco, fu edificato un collegio per certi scolari poveri e chierici. Vi concorsero posteriormente nella fondazione Alberico de Brancasecchi nel 1366 e Bonincontro Abate di S. Cipriano di Murano nel 1367.

Dovevano gli scolari essere in numero di sei, dei quali, due della città e diocesi di Ferrara, due di Treviso e due di Padova; aver ricevuto la tonsura, vestire abito ecclesiastico. Avevano diritto per sette anni ad alloggio, alla servitù pagata, ad otto staia di frumento, otto mastelli di vino, e legna al bisogno; venivano eletti dal Patriarca di Venezia, e dovevano provare di conoscere il latino ed obbligarsi a frequentare il corso di diritto canonico per poi conseguirne la laurea.

 

Collegio di Santa Catterina

 

[Estremi cronologici: 1385-1773]

[Unità: 1; n. 602.2]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 65]

 

Giacomo Arquá medico fisico con suo testamento 9 settembre 1390 fatto in Budua ordinò che dai suoi capitali investiti trattane certa parte destinata ad altri scopi, col residuo si dovesse fondare un ospitale a Santa Catterina per sovvenire a dieci scolari di ogni nazione fuorchè Padovani, i quali per sette anni avessero alloggio e servitù in detto luogo. Circa al 1767 la casa era in pessime condizioni per cui si somministravano a cinque scolari 6 ducati annui ed un moggio di frumento senza obbligo di abitazione.

 

Collegio Engleschi

 

[Estremi cronologici: 1446-1802]

[Unità: 1; n. 603]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 65-66]

 

In contrada Pontecorvo, Francesco Engleschi con testamento 1446, 7 agosto, istituiva un collegio in quo debeant stare scolares quatuor qui student in artibus seu medicina et non debunt stare in dicto collegio ultra quinquennium ..... qui scolares sint de locis infrascriptis videlicet, duo originarii de civitate Paduæ seu districtu et unus de civitate Tarvisii seu districtu unus de terra Muglæ; abbiano ad avere alloggio e vitto. L’elezione dovesse essere fatta dal Priore del collegio artista e dal seniore di casa Dottori.

 

Collegio o Commissaria Ravenna

 

[Estremi cronologici: 1576-1614]

[Unità: 1; n. 604.1]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 66]

 

Tommaso Filologo Ranzoni da Ravenna istituì nel 1576, 2 agosto, una commissaria lasciando scritto: Palatium Ravenna Patavii meum in contrata s. Leonardi prope pontem molendinum relinquo, dono, modo hoc insempiternum concedo scolaribus nationum provinciarum et locorum totius orbis omnium quacumque studentibus. Non presciveva il numero, ma questo poteva variare a seconda delle entrate annue. L’elezione si faceva dai pievani di S. Giuliano e S. Giovanni in Bragora, di Venezia, poi con decreto di Senato 1627, 15 settembre fu demandata ai Riformatori dello studio di Padova.

 

Collegio S. Marco

 

[Estremi cronologici: 1771-1796]

[Unità: 1; n. 604.2]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 66-67]

 

Net 1771 con decreto 7 settembre il Veneto Senato allo scopo di provvedere a varie piccole commissarie insufficienti a mantenere con mezzi proprii il numero di scolari fissato dai benemeriti fondatori, e per raccogliere sotto un solo ente quei collegii che per le tavole di fondazione non esigevano un trattamento speciale, concorrendovi anche con fondi proprii dello stato; instituì il Collegio di S. Marco: ne compilò uno statuto speciale e ne demandò la direzione e la sorveglianza al magistrato dei Riformatori dello studio di Padova.

Al detto collegio furono aggregate le commissarie e collegii seguenti:

 

Commissaria

Recanati per 4 scolari di Osimo
con la corresponsione di   .  .  .

 

L.

 

79. 7

           ”

Garfano per uno scolaro di Cipro
con la corrisponsione di  .   .   .

 

L.

 

8.11

 

Tornitani per 2 scolari con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

21. 6

Altra    ”

Tomitani per 3 scolari con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

25. 2

 

Gastaldi per 3 scolari con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

28.10

           ”

Gallo per uno scolaro con la cor-
risponsione di  .   .   .   .   .   .

 

L.

 

9. 9

 

Fabbri per uno scolaro con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

9.18

           ”

Adelmaro per 4 scolari con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

69. 8

 

Contarini per uno scolaro con la
corrisponsione di  .   .   .   .   .

 

L.

 

12. 8

           ”

Lolin per 6 scolari con la corri-
sponsione di  .   .   .   .   .   .

 

L.

 

89. 5

 

Cocco per 4 scolari di Cipro con
la corrisponsione di  .   .   .   .

 

L.

 

76.16

           ”

Scolari di Cattaro per 2 scolari
con la corrisponsione di   .   .

 

L.

 

44.16

 

Corrisponsione

L.

474.16

Scolari numero 32.

 

Collegio

Ravenna per scolari 10 corrisp. .

Duc.

70

 

Lambertini       ”       5    ”       .

Duc.

35

 

Arquà              ”       6    ”       .

Duc.

40

 

Collegii greci

 

[Estremi cronologici: 1623-1788]

[Unità: 2; nn. 605-606]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 68]

 

Giosafatte Paleocapa vescovo di Chisamo fondò nel 1583 a 18 febbraio un collegio per 12 scolari, 6 della Università giurista, 6 della artista: questi 12 scolari dovevano essere greci ed appartenere 2 per ciascheduna alle provincie di Candia, Canea, Rettimo e Scitia, ed uno per ciascuna alle isole di Corfù, Cefalonia, Zante e Cerigo. Spettavano ad essi per ciascheduno e per sette anni 76 ducati, allogio e servitù.

 

Con testamento 1657, 14 novembre, Giovanni Cottunio istituiva un collegio per otto studenti di nazione greca; avevano diritto all’allogio, ad un moggio di frumento, sei mastelli di vino ed inoltre a due ducati al mese. Rettificò poi detta disposizione nel 15 dicembre successivo riducendo a 5 i mastelli di vino ed il compenso a danaro a quanto dovesse essere giudicato, bisognevole dal padre Maestro e dai commissarii nominati dal sacro collegio del filosofi e medici.

 

Registro di tutti i Collegii e le Commissarie istituite
in Padova a vantaggio degli scolari inscritti
nelle Università

[Estremi cronologici: 1363-1771]

[Unità: 1; n. 607]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 68-73]

 

Collegio Bresciano o Lambertini

 

Con testamento 27 giugno 1509 Giacomo Lamberto fondava a Santa Lucia un collegio per 11 giovani bresciani che dovevano avere per anni 10 il loro mantenimento. L’elezione veniva fatta dal Consiglio della città di Brescia.

 

Collegio di Monselice

 

Matteo Carboni instituì con suo testamento 1638, 15 aprile, in una casa a Sant’Anna un collegio per quattro giovani di Monselice i quali avessero a stare in Padova e frequentare le pubbliche lezioni, dovevano avere 80 ducati all’anno per ciascuno ed alloggio gratuito. Commissario fu eletto il Consiglio di Monselice al quale spettava l’amministrazione della sostanza e l’elezione dei quattro collegiali.

 

Scolari di Cipro

 

Pietro Garfano fece il Suo testamento nel 1395, 13 marzo, in atti di Emanuele de Valente notaio di Nicosia; in esso stabiliva che dalle sue rendite fossero spesi 200 ducati d’oro pel mantenimento di quattro scolari di Cipro, uno dei quali dovesse addottorarsi nella facoltà teologica, uno in quella di giurisprudenza civile, gli altri due in filosofia e medicina avendo per ciascuno ducati 50.

 

Scolari di Osimo

 

Maestro Andrea medico da Recanati lasciava con suo testamento 1397, 4 gennaio, ai Procuratori di San Marco, che delle rendite dei suoi beni in Venezia fossero dati a due scolari oriundi di Osimo ducati 25 d’oro annui per ciascheduno e per 10 anni. Detti scolari dovevano essere ascritti alla facoltà di filosofia e medicina.

 

Scolari Trevigiani

 

Taddeo Adelmaro con testamento 1454, 4 settembre, lasciava erede l’ospitale di Santa Maria dei Battudi in parrocchia di S. Pancrazio di Treviso, affinchè dovesse provvedere al mantenimento di otto scolari della facoltà teologica la cui nomina spettava al detto ospitale.

 

Scolari Bellunesi

 

Giulio Contarini vescovo di Belluno fece testamento nel 1572 e lasciava 25 ducati per ciascheduno a due scolari chierici e poveri della diocesi di Belluno perché avessero a frequentare lo studio di Padova.

Luigi Lolin pur vescovo di Belluno, testando nel 12 novembre 1624 lasciava erede l’Opera Pia di maritar donzelle di quella città, con l’obbligo di mantenere nello studio di Padova alcuni chierici, istituendo suo commissario il collegio dei dottori in legge di Belluno ai quali spettava la nomina di essi scolari. Il numero variava a seconda delle rendite e dovevano i collegiali percepire 50 ducati annui per 5 anni.

 

Scolari di Piove di Sacco

 

Il prete Vincenzo Gallo canonico di Piove di Sacco con testamento, luglio 1600, atti Giustiniano Colombo notaio di Piove, lasciava le rendite di alcune sue terre affinchè venisse mantenuto nello studio di Padova un chierico di quel territorio.

 

Scolari di Cattaro

 

Nel 1634 a 17 novembre il Senato di Venezia in lettera al Provveditor veneto a Cattaro, scriveva: “Risolvemo però coll’autorità di questo consiglio di concedere a quei benemeriti sudditi della stessa comunità che in avvenire possano mandar due figliuoli nello studio di  Padova, a sostentamento de quali siano assegnati delli danari della Signoria nostra dalla comunità di Padova  ucati 70 per cadauno all’anno, dovendo stare anni cinque per cadauno di essi che saranno eletti col mag gior numero di voti dal consiglio della comunità predetta perchè abbiano modo d’apprendere ivi buona educatione e coll’avvanzamento nei studii et nelle let tere haver occasione di utilmente impiegarsi a benefficio et honorevolezza della lor patria, et per acquistar merito sempre maggiore colla Signoria nostra a maggior vantaggio di se stessi”.

 

Scolari Feltrini

 

Galeazzo Tomitano nobile di Feltre, con codicillo 1619, 6 dicembre, lasciò 50 ducati per cadauno a 2 studenti di Feltre che dovessero per 5 anni recarsi allo studio di Padova. Più tardi pel ribasso dei prò ricavati dal capitale investito detti ducati furono ridotti a 30.

 

Scolari Istriani

 

La comunità di Capodistria manteneva a proprie spese 4 scolari allo studio con 50 ducati all’anno per ciascheduno e per 4 anni.

 

Scolari Zaratini

 

La comunità di Zara manteneva allo studio di Padova due scolari, come si rileva da una annotazione esistente nella Busta N. 600. Nel 1761 si trovavano allo studio i detti due scolari.

 

Collegio Cocco

 

Monsignor Giacomo Cocco Arcivescovo di Corfù, con suo testamento 1565, 14 febbraio, fondò in Padova, in Borgo Vignali un collegio per 4, o più giovani scolari con le rendite di 5000 ducati d’oro, che dovevano servire, per l’alloggio e per vitto di essi durante il tempo che abbisognasse loro per frequentare lo studio. La scelta dei 4 studenti doveva cadere su quattro patrizi poveri e possibilmente della familia Cocco, e veniva fatta dal capitolo dei Canonici di Padova.

 

Collegio da Mula (Amulio)

 

Con testamento fatto in Roma il Cardinale Marcantonio da Mula fondava in Padova un collegio (sul Prato della Valle) per un numero non specificato di scolari patrizii della famiglia da Mula con sostituzione in mancanza dei Da Mula di giovani patrizii Michiel, Pesaro, Gritti, Donà, Corner, Bernardo o Malipiero, con assegnamento di 50 a 60 ducati pel periodo di 5 anni.

 

Collegio Cortusio

 

Lodovico de Cortusii con suo testamento 1412, 1 febbraio, ordinò che in una sua casa da lui acquistata da Francesco Capodilista posta in Padova nella contrada di S. Bartolomeo si istituisce un collegio per otto scolari poveri studenti in diritto: indicando i beni sulle cui rendite se ne dovesse sostenere la spesa. Però detta istituzione non doveva aver il suo principio che alla cessazione degli eredi Cortusi. Nel 1761 trovansi traccie dell’esistenza dei Collegio.

 

Collegio Milani

 

Gian Francesco Milani con testamento 1540, 26 marzo lasciava i suoi beni nel Trevigiano perchè fosse comperata una casa in Padova, ove dovessero abitare gratuitamente alcuni giovani di Noale che frequentassero lo studio di grammatica ed avessero i libri occorrenti a tale studio, poi si dedicassero allo studio del diritto civile e canonico godendo pure del beneficio dei libri.

 

Commissaria Fabris

 

Ortensio Fabris di Treviso, nel 1572 fece il suo testamento. Con esso lasciava le sue rendite al collegio dei Dottori di Treviso affinchè ogni 5 anni fossero devolute al mantenimento di due scolari, uno scelto tra i cittadini, l’altro dal collegio dei dottori.

 

Collegio Tonazzi

 

Antonio Francesco Tonazzi col testamento 1664, 4 luglio, lasciava una sua casa in Padova in Borgo di Piove per abitazione di scolari che potessero dimorarvi per 5 anni e che appartenessero alla famiglia Tonazzi. Detta casa doveva essere ammobigliata e gli scolari aver 16 ducati all’anno in vino.

Di tutte queste commissarie e collegii non si conservano che poche memorie e le copie degli atti di fondazione nel registro:

 

607. Registro di tutti i collegii e le commissarie instituite in Padova a vantaggio di scolari poveri inscritti nelle Università, 1363-1771.

 

Varie

 

[Estremi cronologici: 1534-1815]

[Unità: 4; nn. 608-611]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 73]

 

Cassa dello studio

 

[Estremi cronologici: 1499-1821]

[Unità: 8; nn. 612-619]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 74]

 

Cassa matricole

[Estremi cronologici: 1755-1797]

[Unità: 7; n. 620-626]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 74]

 

Ingolfo de’ Conti

 

[Estremi cronologici: 1457-1615]

[Unità: 6; n. 627-632]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 74-75]

 

I Riformatori dello studio di Padova con terminazione 1614, 20 ottobre, delegarono Ingolfo de’ Conti a raccogliere ed ordinare tutti gli atti relativi allo studio. Gli commisero inoltre di informarli sulle Università e collegii, esaminandone gli statuti, le matricole, e tutte le carte ad essi relative.

Egli è quindi l’autore ed il raccoglitore dei sei volumi qui appresso:

627. Note cronologico-storiche dei popoli veneti sulla loro origine, tratte da cronache, storie poemi ecc. compilate nel 1609 ¾ Descrizione di Padova e del Padovano, 1609.

628. Storia delle famiglie padovane (senza data).

629. Atti relativi all’Accademia Delia, 1608-1612.

630, 631. Informazioni, scritture, terminazioni e corrispondenza de1 Conti sullo studio di Padova, l614-1615.

632. Re1azione dei Tribunali di giustizia e magistrati di Milano (senza data). Annotazioni varie tratte dagli atti dei collegio veneto artista sui dottori filosofi e medici, 1496-1563 ¾ Riforme statutarie di detto collegio, 1597. ¾ Osservazioni sul Sacro collegio dei Filosofi e medici. ¾ Varii estratti degli atti di detto collegio, 1606-1609.

 

Registri di messe celebrate per dottori defunti

 

[Estremi cronologici: 1674-1803]

[Unità: 3; n. 633-635]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 75]

 

Causa delle Università Artistia e giurista contro i consorti Verzelesi

 

[Estremi cronologici: 1457-1793]

[Unità: 3; n. 636-638]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 75]

 

Catastico e indice generale delle carte appartenenti allo Studio di Padova

 

[Estremi cronologici: 1749]

[Unità: 1; n. 639]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 75]

 

Numero 4 indici contenenti nomi di farmacisti, giuristi, matematici e medici

 

[Estremi cronologici: sec. XVIII]

[Unità: 1; n. 640]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 75]

 

Archivio

 

[Estremi cronologici: 1659-1868]

[Unità: 1; n. 641]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., pp. 75-76]

 

Miscellanea di carte varie relative alle Università, Collegii,
Sacri Collegii, Biblioteca, Cassa, Bagni d’Abano ecc.

 

[Estremi cronologici: secc. XVII-XIX]

[Unità: 2; n. 642-643]

[G. Giomo, L’Archivio Antico, cit., p. 76]

 

 

 


Università degli Studi di Padova - Archivio Generale di Ateneo
Palazzo Bo - Via 8 febbraio 1848, n. 2 - 35122 - PADOVA
Tel. + 39 49 827 3792  6 - 7 -8   TeleFax + 39 49 827 3529   mail archivio@unipd.it

 

    Ultimo aggiornamento: 20  novembre 2007